Nel consiglio comunale di Ravenna del 12 maggio scorso è stata approvata una delibera finalizzata al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del progetto di rifacimento del metanodotto Ravenna mare – Ravenna terra e opere connesse presentato da Snam rete gas spa. Siamo stati gli unici consiglieri a votare contro quella delibera, dopo aver ribadito tutti i nostri dubbi e le nostre perplessità già espresse nella precedente commissione consigliare.
Autorizzare la realizzazione di un nuovo metanodotto di oltre 30 km, dal diametro di 23”, significa occupare più di 100 ettari di terreno. Questo è un investimento a lunghissimo termine per una fonte fossile, che dovrebbe invece rappresentare la transizione energetica, e fra qualche anno potrebbe risultare inutile. Si desume quindi per l’ennesima volta, che questa Giunta continua a preferire le fonti fossili (come il metano) rispetto a quelle realmente rinnovabili.
Avevamo sollevato, fin dall’inizio, la richiesta di capire quale fosse il reale risparmio ed efficientamento che un nuovo impianto così impattante potesse avere rispetto alla manutenzione dell’esistente, senza ottenere chiare risposte. Avevamo poi posto tutta una serie di problematiche relative all’impatto diretto dell’opera sul nostro Comune: la presenza nel tracciato di un’ampia zona a rischio di alta potenzialità archeologica, ovvero “aree con numerosi rinvenimenti o siti archeologici, situazione geomorfologica favorevole all’insediamento antico, presenza di toponimi significativi e persistenza di tracciati vari antichi”, il passaggio del tracciato all’interno dei aree a rischio idrogeologico, il deprezzamento immobiliare per i cittadini che hanno la sventura di essere interessati dal tracciato, i rischi connessi al fatto che per realizzare l’opera bisognerà attraversare 5 corsi d’acqua, la distruzione temporanea di colture anche importanti.
Riteniamo infine, che la discussione odierna sulle osservazioni e relative contro-deduzioni, avrebbe dovuto almeno chiarire meglio i dubbi dei proprietari, limando le parti più invadenti del progetto, e andando maggiormente incontro alle esigenze dei cittadini. L’impegno di Snam in questo senso è da ritenersi completamente insufficiente, come sono da ritenersi carenti le considerazioni dell’amministrazione, che avrebbe dovuto operarsi maggiormente, affinché le istanze dei cittadini venissero maggiormente ascoltate.
Molte più osservazioni potevano, e dovevano essere accolte.
Massimo Manzoli, capogruppo di Ravenna in Comune
Marco Maiolini, consigliere del Gruppo misto
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Delibera nuovo metanodotto, Manzoli (RiC) e Maiolini (GM) in coro: “Transizione energetica, a quando?”