È stato rogitato il contratto di affidamento ad un general contractor dei lavori per la realizzazione del nuovo porto di Ravenna. Quello che come Ravenna in Comune abbiamo ribattezzato Hub Portuale 2030. Il 2030 infatti, se non si aggiungeranno altri problemi, è l’anno in cui riteniamo termineranno i lavori. La ragione? L’esperienza maturata in questi anni qualcosa dovrebbe aver insegnato. A noi sicuramente è servito prendere contatto con i dati reali rispetto a quanto volta a volta preannunciava il Presidente dell’Autorità Portuale.
Sarebbe stato utile in questi anni, non tanto a Rossi, quanto alla collettività cui appartiene di diritto lo scalo ravennate, se ci avesse ascoltato. C’era tempo e modo per adeguare il progetto, distanziandolo dagli appetiti affaristici dei poteri forti ravennati (sia politici che imprenditoriali) ed avvicinandolo invece alle necessità, alle potenzialità effettive consentite dal porto di Ravenna, inserito nel contesto dei traffici entro cui, inevitabilmente, deve muoversi. Tra i molteplici adeguamenti suggeriti c’era anche quello di rinviare a fasi successive quello che ad oggi è un inutile ed allo stesso tempo problematico banchinamento, a partire da zero, di un chilometro di sponda in penisola Trattaroli. Con annessa necessità di estrazione di un enorme quantitativo di sedimenti sabbiosi (i cosiddetti “fanghi”). Problematica la gestione dei fanghi in un contesto in cui lo spazio è prezioso e il rischio quando si scava elevato (pende l’appello del processo fanghi). Inutile in quanto né Sapir né il suo socio Contship hanno intenzione di buttare soldi in un nuovo terminal container che non servirebbe a niente. Va da sé che non siamo stati ascoltati: la prevalenza è stata data agli interessi di quelli che sono i grandi elettori, non previsti da nessuna legge, ma da cui dipende il prossimo mandato di Rossi.
Così Rossi ha celermente abbandonato le buone intenzioni formulate nelle primissime interviste rilasciate nel dicembre 2016, subito dopo la nomina, nelle quali affermava di voler dare la precedenza alle manutenzioni, di cui il porto aveva (e avrebbe tuttora) assoluta necessità, di voler ripristinare la corretta funzionalità del porto e di voler ritarare il progetto a valle di una rivalutazione del posizionamento dello scalo rispetto al più generale sistema dei porti.
Dunque, dicevamo, abbiamo messo a frutto l’esperienza e ci siamo andati a riprendere le dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell’Autorità Portuale nel luglio 2017 in audizione avanti il Consiglio Comunale. Terminata la rivisitazione del progetto si era alla fase della presentazione di quanto si sarebbe fatto e dei tempi per farlo. Rossi indicò l’inizio del 2018 per la messa a gara e l’inizio del 2019 per l’arrivo delle draghe in porto. La conclusione dei lavori? «Con un po’ di ottimismo» prometteva «a dicembre 2023». Bene, dopo la conferenza stampa seguita alla firma del contratto, il Resto del Carlino del 6 novembre ha titolato la prima pagina dell’edizione locale: “Firmato il contratto. Draghe in azione entro il 2022. Nel 2021 si svuoteranno le casse di colmata”. Ed anche i giornalisti hanno cominciato a prendergli le misure: mica è l’articolo di apertura, è una “civetta” in taglio basso.
Il progetto messo a bando dà al general contractor 180 giorni per la progettazione esecutiva e 3.101 per completare i lavori. Dunque, incrociamo le dita e speriamo per il 2030…
[nell’immagine è indicato con la freccia rossa l’ultimo tratto banchinato della penisola Trattaroli. Non serve nessun terminal perché nessun investimento è stato effettuato da SAPIR nei terreni retrostanti. Realizzato da più di dieci anni senza essere mai stato utilizzato dovrà essere ricostruito perché andato in malora senza manutenzioni. Lo stesso destino che verrà riservato al chilometro di nuove banchine, che proprio a quella banchina devono collegarsi, se non verranno effettuati investimenti nelle aree retrostanti di proprietà di SAPIR. Ad oggi nessun investimento è stato deciso da SAPIR e dal suo socio Contship nella società del Terminal Container]
#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #porto
______________________________________________
Firmato il contratto
Hub portuale, draghe in azione entro il 2022
Corsa contro il tempo per iniziare i lavori
Nel 2021 si svuoteranno le casse di colmata
Fonte: Il Resto del Carlino del 6 novembre 2020
__________________________________________________
Hub portuale, storica firma
Fonte: Corriere di Romagna del 6 novembre 2020
_________________________________________________________
Daniele Rossi nuovo presidente di Ap Ravenna
Fonte: RavennaWebTv del 9 dicembre 2016
_________________________________________________
Rossi: “Avanti con i 12,50 metri”. Si comincia nel 2019