Nel Comune di Ravenna si stanno moltiplicando le occasioni di felice convivenza tra animali, primati del genere homo sapiens inclusi. Oltre a quelli cosiddetti domestici, ovviamente. Abbiamo così un paese, Punta Marina, in cui si è stabilita una colonia di pavoni. Una trentina di individui che si trovano perfettamente a loro agio nel piccolo borgo regalandogli un prezioso elemento identitario tra le località turistiche della costa romagnola. Abbiamo poi una pineta, quella di Classe, dove invece si muovono in libertà i daini. E poi ci sono i fenicotteri nella pialassa. Ed è tornato il fratino. E sempre più spesso dai giornali spuntano notizie di episodi singoli di apparizioni nel contesto urbano (dalla garzetta che va a trovare la pescivendola a Marina di Ravenna all’airone guardabuoi che si aggira per via Alberti proprio a Ravenna, ecc.). Sono solo alcuni esempi.
È una bella differenza, sia nella forma che nella sostanza, rispetto a trovare il nome di Ravenna ricollegato alla più grande strage da botulino di anatidi dei nostri tempi nella valle della Canna. O ai gabbiani affogati negli olii rilasciati nel Piombone. Giusto l’anno scorso.
“Ravenna comune amico degli animali” potrebbe addirittura diventare uno slogan promozionale se… Come sempre c’è un “se”. Ha a che vedere con chi, invece, non sopporta l’idea di una convivenza possibile, enfatizza i problemi, identifica la presenza di esseri viventi non domestici come un indice di degrado, chiede a gran voce la loro eliminazione. Non possiamo vederla tutte e tutti allo stesso modo, per carità. Lo specismo in diverse gradazioni è parte integrante della nostra società e, anche se sarebbe quello il problema da eradicare, non si può non tener conto della sua esistenza. Il vero problema, però, è quando le ottuse istituzioni, locali e regionali, assumono quello dell’intolleranza come il proprio punto di vista. Così, non si ragiona di eventuali misure preventive, di recinzioni dove occorre metterle, di possibili indennizzi in caso di danno e, quale ultima ratio, di misure per il controllo delle nascite. Leggiamo invece sui giornali di assessori comunali che promuovono la deportazione dei pavoni. E di assessori regionali che invece discutono con le associazioni venatorie di uccisioni dei daini.
Ravenna in Comune è assolutamente contraria all’equazione animali uguale degrado. Pretendiamo dalle istituzioni locali e regionali che venga ascoltato il punto di vista di chi promuove soluzioni per la compresenza tra specie. Promettiamo strenua opposizione, per quanto di nostra competenza e possibilità, rispetto all’assunzione di decisioni come quelle anticipate dai giornali. Viva, in tutti i sensi, il paese dei pavoni e la pineta dei daini!
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A Punta Marina di Ravenna c’è un’invasione di pavoni
Fonte: Ansa del 6 ottobre 2020 I pavoni di Punta Marina
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Via tutti i daini della pineta di Classe
Fonte: Il Resto del Carlino del 26 settembre 2020 I daini di Classe
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Botulino, a Ravenna è una strage. Più di mille uccelli morti
Fonte: Il Resto del Carlino del 5 ottobre 2019 La morte di migliaia di animali nella Valle della Canna
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Ravenna, il cargo Berkan B è affondato in pialassa
Fonte: Il Resto del Carlino del 6 marzo 2019 I gabbiani uccisi per l’affondamento della nave