Non sta avendo molto risalto l’esito di una ricerca intrapresa dalla Società italiana di Medicina Ambientale dalla quale è risultato confermato il legame tra la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 e l’inquinamento atmosferico in Pianura Padana. Che si tratti di un esito “scomodo” lo si può capire. Quando vennero annunciati i risultati preliminari, nello scorso mese di marzo, Irene Priolo, assessora regionale all’ambiente, già sindaca in quota PD di Calderara di Reno, si era affrettata a smentirne le conseguenze: «L’associazione tra smog e Coronavirus è un’ipotesi non verificata. Al momento non esistono infatti studi approvati e condivisi dalla comunità scientifica in grado di dimostrare una maggiore diffusione del Coronavirus nelle aree dove c’è più inquinamento da particolato atmosferico. Sarebbe bene, quindi, in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando, evitare di diffondere informazioni non sufficientemente verificate. È anzi proprio in questi momenti che occorre dare ai cittadini informazioni basate su ricerche accurate e approfondite, per coinvolgerli in modo consapevole e utile. Per questo motivo insieme al collega della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo e in accordo con le Agenzie regionali per la prevenzione e l’ambiente, invitiamo la comunità scientifica ad agire con la massima responsabilità nel diffondere risultati ancora ipotetici e che non siano stati condivisi».
Bene, anzi male, perché oggi gli studi comprovati ci sono. Innanzi tutto lo studio del Comitato scientifico del SIMA che dopo sette mesi di peer-review da parte della comunità scientifica internazionale è stato infine pubblicato. Ma poi ci sono altri 200 lavori scientifici, tra cui quello del premio Nobel per la chimica Mario J. Molina, che, anche partendo da ipotesi diverse, hanno riscontrato lo stesso fenomeno. E cioè hanno messo in evidenza importanti situazioni in cui si produce iperdiffusione (“superspread”) del coronavirus in vari Paesi del mondo: le accelerazioni della diffusione del virus si sono osservare quando le sorgenti naturali o le attività antropiche, legate al traffico e al riscaldamento domestico, così come le condizioni atmosferiche producono un incremento in PM2,5 e PM10. In queste condizioni, gli indici R0 passano da 2 a oltre 4 se gli sforamenti superano i 3-4 giorni consecutivi.
«Durante l’inverno, in Pianura Padana, è possibile riscontrare anche per diversi giorni consecutivi più di 150.000 particelle per centimetro cubo, con un impatto mortale sulla salute, anche in termini di mortalità evitabile, ormai acclarato dai rapporti annuali dell’Agenzia Europea per l’Ambiente», ha precisato Gianluigi De Gennaro, docente di Chimica dell’Ambiente all’Università di Bari. L’esperto (che ha lavorato tra gli altri con Leonardo Setti, professore di Biochimica Industriale all’Alma Mater di Bologna e con l’epidemiologo professor Prisco Piscitelli, vicepresidente della Sima) ha aggiunto che in inverno la Pianura Padana diventa assimilabile a un ambiente al chiuso con il soffitto di qualche decina di metri, dove in presenza di una grande circolazione virale le condizioni di stabilità atmosferica, il tasso di umidità e la scarsa ventilazione favoriscono la circolazione del coronavirus. Tutto questo porta a dire che, sia per affrontare l’emergenza climatica che per contrastare la diffusione del coronavirus bisognerebbe fare esattamente il contrario di quanto si sta facendo nel nostro territorio. Proprio citando il coronavirus, infatti, si è prodotto un allungamento della vita delle auto maggiormente inquinanti e non si stanno accelerando gli indispensabili processi di transizione energetica. Insomma, prima si è detto che tutto sarebbe cambiato e poi si sta continuando esattamente come prima.
Il 13 ottobre è a Ravenna il Presidente della Regione. Incontrerà, tra gli altri, il Sindaco di Ravenna. Entrambi lo scorso anno hanno sottoscritto dichiarazioni di emergenza climatica. Entrambi, a parole, invocano rivoluzioni green. Come Ravenna in Comune chiediamo ad entrambi: non è tempo di razzolare coerentemente al predicato e di fare della nostra Regione e del nostro Comune un territorio all’avanguardia nell’abbandono dei combustibili fossili?
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Lo smog alleato del virus. Fa aumentare i contagi
Fonte: Il Resto del Carlino del 30 settembre 2020 Studio SIMA collega Covid e smog
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Bonaccini e Giunta regionale a Ravenna e provincia, domani 13 ottobre. In calendario visite a ospedali, imprese e Università
Fonte: RavennaNotizie del 12 ottobre 2020 La giunta Bonaccini inizia il tour da Ravenna