RAVENNA IN COMUNE: PER I LAVORATORI, LA SICUREZZA E L’AMBIENTE!

Ci stiamo interessando, e a quanto pare siamo gli unici, almeno in Consiglio Comunale, agli aspetti di sicurezza che comporta avere un grande comparto industriale che si sviluppa in un’area tutto sommato piuttosto limitata. Infatti, se sono 25 gli impianti nel nostro Comune classificati come a rischio di importante incidente industriale, secondo la cosiddetta “legge Seveso”, la verità è che invece di trovarsi distribuiti in modo omogeneo sul territorio sono quasi tutti concentrati tra porto e petrolchimico. Questo, ovviamente, comporta inevitabilmente un incremento del rischio per le conseguenze di un’estensione di un eventuale incidente agli impianti vicini con amplificazione esponenziale delle conseguenze.

Il nostro interessamento non deve essere frainteso per un allarme. Siamo convinti che il rispetto delle norme consenta di evitarli gli incidenti. O, comunque, di ridurre considerevolmente il rischio che accadano. Tuttavia ci rendiamo conto di quale difficile equilibrio si abbia quando si devono contemperare la salvaguardia della possibilità per lavoratrici e lavoratori di portarsi a casa uno stipendio, con quella della sicurezza e dell’ambiente che riguarda, oltre a chi lavora, la cittadinanza tutta. La delicatezza di queste tematiche ci ha portato ad assumere posizioni non sempre sovrapponibili con quelle delle organizzazioni sindacali. E questo nonostante la nostra scelta di campo non sia mai stata in dubbio, in quanto principio fondativo della nostra lista. Per noi, a differenza delle altre componenti del Consiglio Comunale, non è dubbio che l’articolo 1 della Costituzione dove fonda la Repubblica sul Lavoro non stia parlando né delle rendite finanziarie o immobiliari, né degli utili tratti dagli investimenti imprenditoriali! Eppure, su temi quale quello delle trivellazioni off-shore ci siamo posti un orizzonte più ampio della sola tutela del reddito di chi lavora sulle piattaforme, ritenendo indispensabile accelerare i tempi di una riconversione green del lavoro piuttosto che arroccarsi su una difesa ad oltranza dell’indifendibile esistente. Spesso abbiamo paragonato le iniziative sindacali del comparto estrattivo a quelle della gloriosa lotta dei minatori inglesi contro la Thatcher. Continuiamo a sentire molto vicine le sorti dei minatori inglesi (come dei lavoratori delle nostrane piattaforme) eppure non abbiamo dubbi sul fatto che ieri si dovesse uscire dal mondo del carbone come oggi da quello di gas ed idrocarburi. Governandone i passaggi perché i lavoratori non siano i caduti abbandonati sul campo, dopo l’ultima inevitabile sconfitta nella difesa senza futuro dell’esistente.

Proprio considerando tutto questo ci siamo allarmati, ora sì si tratta di allarme, leggendo quanto le organizzazioni sindacali hanno scritto in vista dello sciopero di lunedì prossimo presso la centrale ENEL di Porto Corsini:

«L’organico attuale, conseguenza delle riorganizzazioni che Enel ha effettuato a seguito dello scarso utilizzo degli impianti degli anni passati, non è più adatto a condurre in sicurezza la centrale che da parecchio tempo ha ripreso a funzionare con continuità. Siamo preoccupati sia per la sicurezza e la salute dei lavoratori, che da troppo tempo supportano con il loro impegno le oramai evidenti carenze organizzative, sia per le conseguenze che un eventuale incidente potrebbe causare in un contesto industriale situato tra la pialassa Baiona e i centri abitati di Marina di Ravenna e Porto Corsini».

Si parla di rischi per un eventuale incidente dovuto alle scelte della proprietà. Ossia del rischio che sia venuto meno quel rispetto delle norme attraverso cui viene scongiurato il pericolo che si verifichi un incidente. Si parla di preoccupazione per la sicurezza e la salute dei lavoratori ma anche dei centri abitati di Marina di Ravenna e Porto Corsini. Va ricordato che la centrale non è inserita tra gli impianti a rischio di incidente rilevante ma si trova a breve distanza degli impianti in elenco “Seveso”. Si tratta proprio di quel rischio dovuto alla elevata concentrazione del rischio in un ambito ristretto praticamente a ridosso di abitati di cui parlavamo. A breve, poi, la centrale avrà come “pericoloso” vicino proprio quel deposito di GNL contro la cui realizzazione siamo stati unici in Consiglio a schierarci.

Confermiamo la solidarietà già espressa alle lavoratrici e ai lavoratori ENEL per la loro lotta. Richiamiamo anche l’attenzione, però, delle altre forze politiche che siedono in Consiglio e che sono meno inclini a parteggiare per chi lavora. Non vanno infatti trascurati i rischi evidenziati dai Sindacati per gli abitanti e per l’ambiente. Pensiamo che questo tema sia sufficientemente condiviso da garantire appoggio sia da parte della maggioranza che da parte delle altre opposizioni: almeno questa volta anche per “gli altri” non vi dovrebbe essere dubbio circa da che parte stare!

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Cgil, Cisl e Uil: “Organizzato presidio dei lavoratori davanti alle centrale Enel di Porto Corsini”

Fonte: RavennaNotizie del 26 settembre 2020 Centrale Enel a rischio sicurezza

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