Si era stancata Rossana. A 96 anni ci può stare. Però a noi faceva bene, invece, pensare che ci fosse, che fosse ancora tra noi, anche se per tanti anni a Parigi. Non facciamo spesso commemorazioni e ancora meno riserviamo spazio a figure che non appartengono al territorio. Per Rossana Rossanda facciamo un’eccezione. Ma Rossana è, tocca dire “è stata”, un’eccezione. Sentiamo la comune appartenenza e allo stesso tempo la lontananza. Perché Ravenna in Comune non può che operare nella Ravenna di questi anni e Rossana, invece, si sentiva donna del “900 e non solo per averci “abitato” 74 anni.
«Io sono del ‘900 e lo difendo. È stato il primo secolo nel quale il popolo ha preso la parola dappertutto. E dove l’ha presa, l’ha presa sostenuto dalla sinistra», ci ha ricordato in una delle sue ultime interviste (ottobre 2018 – Propaganda Live). E, di seguito: «Mancavo dall’Italia da 15 anni, pensavo di trovare un paese in difficoltà economica, politicamente basso, ma non scivolata dov’è adesso, con questa lite continua. Nessuno sente il problema di dire com’è che siamo arrivati a questo punto, com’è che oggi si possono risentire accenti che dopo la guerra non erano più pensabili. La sinistra, che ha perso milioni di voti, non si interroga o, se si interroga, non ce lo dice. […] [Una volta] c’era il problema di dire dove siamo, cosa succede su scala mondiale, su scala italiana e che cosa proponiamo noi. Sono cose elementari, perché una forza politica deve chiedersi in che mondo mi trovo, in che paese siamo, e che cosa farei io se fossi il governo. […] Se la sinistra parla il linguaggio se non proprio della destra comunque dell’esistente, non può essere votata dall’operaio. La sinistra deve parlare a quella che è la parte sociale dell’Italia più debole e meno ascoltata. Quando uno vota il jobs act indebolisce le difese degli operai. Si può continuare a chiamarlo contratto a tutele crescenti, ma la verità è che ha diminuito la forza operaia. […] La sinistra non è rappresentata. In verità il più grande partito è quello degli astensionisti. Molta sinistra si è astenuta, non trovando nessuna offerta che la persuadesse. Penso che è un errore astenersi. Quando non si ha una rappresentanza bisogna ricostruirsela».
Non si può riassumere Rossana in poche righe. Possiamo solo salutarla. E ringraziarla.
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