“Ci sono due hotel galleggianti attraccati a molo di Porto Corsini”. Con qualche sfumatura è questo il modo in cui è stata data la notizia dell’arrivo al molo crociere, finalizzato ad una lunga sosta, di due grandi navi da crociera. La Seven Seas Exlorer e la Seven Seas Splendor sono due moderne imbarcazioni (una varata quest’anno) di una compagnia di navigazione specializzata nel tutto incluso di lusso. La notizia, quasi invariabilmente, è stata accompagnata all’indicazione come home port per il prossimo anno del terminal ravennate da parte di un’altra importante compagnia di navigazione. In realtà, tra le due navi appena arrivate ed il futuro crocieristico del nostro porto non c’è nessun rapporto. Proviamo perciò ad offrire un contributo informativo offrendo un altro punto di vista.
Negli ultimi due anni il traffico crocieristico del nostro porto si è pressoché azzerato. La pandemia ha ovviamente fermato il settore in tutto il mondo dal marzo scorso, ma questo non c’entra nel caso specifico di Ravenna. È infatti vero che quest’anno non c’è stato alcun arrivo (il terminal ne ipotizza due in tutto nei prossimi mesi, ma è ancora tutto da verificare), ma anche negli scorsi anni il numero di arrivi e di passeggeri era stato pressoché irrilevante. Una storia di calo costante dopo i numeri, accettabili per un piccolo porto come Ravenna, movimentati appena dopo il trasferimento dell’attività dal terminal traghetti al terminal passeggeri (in realtà un molo) appositamente realizzato. È dal 2014 che il calo continua e non se ne vede la conclusione, al di là degli annunci che ogni anno rinviano una rinascita del settore a quello successivo. Vedremo. Poiché riteniamo il settore importante per chi, come noi, ritiene ci siano ampi spazi per il miglioramento del nostro scalo, torneremo presto ad occuparcene.
Qui portiamo invece il discorso sul fatto che la vocazione crocieristica delle due navi presenti a Porto Corsini sia un mero caso e nulla abbia a che fare con la destinazione naturale del molo crociere. Si sta semplicemente prendendo atto, a livello di ente porto ma anche di alcune agenzie e della stessa capitaneria, del fatto che al calo dei traffici corrisponde un numero crescente di accosti liberi da navi operative. Spazi che possono quindi essere occupati da navi non operative. Ai fini dell’accosto, l’attività svolta dalle navi al momento della loro operatività, che quindi si svolge fuori dal nostro porto, è assolutamente irrilevante. È invece essenziale la compatibilità delle caratteristiche della nave con la possibilità dello specifico accosto di accoglierla. Del tutto indipendentemente dalla destinazione dell’accosto. Abbiamo così nel nostro porto navi scuola attraccate a banchine pubbliche, navi ferme in attesa di lavori in banchine non cantieristiche e navi sequestrate per debiti un po’ dappertutto.
Evidente, a questo punto del ragionamento, che proprio l’enorme disponibilità di spazi liberi per tutto l’anno del molo crociere non potesse rimanere esente da questo tipo di utilizzo. È successo lo scorso anno con l’Audacia, una posa tubi arrivata al molo crociere in agosto e lì rimasta “a dormire” per sei mesi. E sta succedendo lo stesso quest’anno con le due grandi navi che ci “dormiranno” per un lungo periodo ancora imprecisato. Ma, prima ancora, vi era stata ormeggiata la Gobustan, una delle due navi con i marittimi impossibilitati ad andarsene di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. La nave, che lì “dormiva”, è stata spostata proprio per consentire l’arrivo delle due Seven Seas. Perché? Diciamo che dei marittimi bloccati ci si dimenticherebbe volentieri, visto che sono stati abbandonati dal loro datore di lavoro e, in assenza di aiuto esterno, la loro stessa sopravvivenza è a rischio. Dalle navi che arrivano volontariamente, invece, qualcuno pensa di poterci ricavare un business. Perché “fanno solo finta di dormire”. Come qualcuno ha scritto: “La presenza di Explorer e Splendor avrà una positiva ricaduta sul territorio. Le navi andranno, infatti, rifornite di prodotti alimentari, carburante, acqua. Ci saranno manutenzioni da eseguire e altri servizi che saranno forniti da aziende locali”.
Poiché sono in grado di pagare i servizi di cui hanno bisogno, dunque, sono ben accette e assolutamente sullo stesso piano sia le “posa tubi” che gli “hotel galleggianti”. Con gli stessi limiti, però. Il più grave problema, che abbiamo costantemente ricordato al Presidente dell’Autorità Portuale in occasione delle sue (rare) apparizioni in Consiglio Comunale è quello delle emissioni. In teoria in porto i motori potrebbero rimanere spenti, visto che le navi stanno ferme. Però i sistemi di bordo devono comunque funzionare se la nave invece che in disarmo ha un equipaggio a bordo. In mancanza di elettrificazione delle banchine, anche il naviglio più moderno e soprattutto quello crocieristico, che già al momento del varo è SSE (shore-side electricity) compatibile (ossia in grado di connettersi alla rete elettrica portuale) è obbligato a tenere i motori sempre accesi per produrre l’elettricità occorrente. Questo vuol dire inquinamento da CO2, NOx, PM, SOx garantito. Uno studio diffuso lo scorso anno da Transport & Environment ha messo in luce l’enorme impatto in termini di emissioni delle navi da crociera quando stazionano in porto. Con il paradossale risultato che Venezia, una città in cui l’inquinamento da traffico veicolare è un problema sconosciuto, è in testa alle classifiche proprio perché meta italiana preferita dalla grandi navi. L’inquinamento è prodotto dal numero di ore di accensione dei motori. Se le navi sono tante e restano poche ore in porto o sono poche ma hanno per mesi i motori sempre accesi, il risultato non cambia a livello di inquinamento. Ovviamente cambia molto, e in peggio, se le navi non portano turisti ma stanno ferme e basta.
Come già detto, il Presidente dell’Autorità Portuale ha escluso ufficialmente in Consiglio Comunale, nonostante il piano regionale dei trasporti lo preveda espressamente, qualunque elettrificazione delle banchine sostenendo che non ci sono risorse finanziarie in quanto costerebbe milioni di euro. Gli abbiamo ricordato che l’attuale progetto per il nuovo porto prevede già milioni di euro (a centinaia) di finanziamenti pubblici e ben si potrebbe, senza nulla rinunciare, spostare a fasi successive attività non urgenti per anticiparne di urgenti. È ad esempio urgente effettuare l’elettrificazione delle banchine nel momento in cui le stesse si realizzano piuttosto che rimandarle ad un momento successivo “se e quando verranno destinati fondi appositi”. Né Rossi, né la maggioranza del Consiglio Comunale hanno mutato la loro posizione. Sembra perciò un po’ una beffa l’annuncio di Rossi, lo scorso mese di maggio, che quello di Ravenna sarà comunque un Green Port avendo ottenuto un finanziamento apposito dalla Unione Europea. Con 572.000 euro in tutto, gli riuscirà di installare dei pannelli per il “fotovoltaico su apposite tettoie coprenti i posti auto del parcheggio della sede dell’Autorità Portuale” e comprare “una o due auto elettriche” per la stessa Autorità Portuale. Ah, sì, e poi, se proprio avanzasse qualcosa, potrebbe persino avviare “uno studio sull’utilizzo della tecnologia cold ironing (banchina elettrificata) per soddisfare le necessità energetiche delle navi in sosta al terminal crociere di Porto Corsini”.
Visto che Rossi è impegnatissimo nella propria personale campagna per la rielezione a Presidente (Berkan B. permettendo) ci rivolgiamo al Sindaco, che dovrebbe avere interesse al famoso cambio di passo preannunciato ai tempi ormai lontani della dichiarazione di emergenza climatica. Non è urgente pretendere dall’Autorità Portuale l’avvio immediato della elettrificazione del nuovo porto? Se non ora, quando?
[la foto dei fumi emessi da una nave da crociera a Venezia illustra l’articolo “Venezia terza città più inquinata. Le navi peggiori delle auto” apparso su La Nuova di Venezia e Mestre l’8 dicembre 2016 ]
#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #porto #inquinamento
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Arrivata a Porto Corsini anche la Seven Seas Splendor
Fonte: Ravenna Web Tv del 21 agosto 2020 l’arrivo degli “hotel galleggianti”
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Explorer al terminal crociere. Domani arriva la Splendor
Fonte: Porto Ravenna News del 20 agosto 2020 La presenza di Explorer e Splendor avrà una positiva ricaduta sul territorio…
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Smog, in Europa 203 navi da crociera inquinano più di tutte le auto: Venezia e Civitavecchia tra le maglie nere
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 6 giugno 2019 Il fumo delle navi di lusso inquina lo stesso