IL MARE, INQUINATO, IN PIAZZA

Un articolo di Luca Manservisi per Ravenna&Dintorni (“In arrivo il concorso per il riassetto della stazione, «l’ex dogana diventerà viva»”) dà voce al Sindaco che “fa il punto sulla riqualificazione della Ravenna sull’acqua” che sarebbe poi la Darsena, per chi non l’avesse capito. Riportiamo di seguito un passaggio dell’articolo in cui siamo citati:

Nuove case affacciate sul canale. Progetto, questo, già contestato da Ravenna in Comune, la lista di opposizione a sinistra del PD in consiglio comunale. «Ho sentito parlare di cementificazione – replica il sindaco – e in darsena credo non sia invece un tema vero, visto che non c’è nulla da cementificare. C’è invece molto da rigenerare e rifunzionalizzare. Sono consapevole che la vocazione residenziale non deve essere certo quella primaria per la nostra darsena e i progetti andati avanti in questi anni vanno infatti in tutt’altra direzione. Però piuttosto che un’area degradata devo dire che la speranza è che nuovi investimenti arrivino, anche dovessero essere case, con l’intenzione comunque di prediligere vocazioni ricettive…».”

Riprendendo le osservazioni sempre fatte in questi anni continuiamo a sostenere che Ravenna non si è mai ripresa dallo sboom edilizio causato dall’esplosione della bolla speculativa assecondata da tutte le amministrazioni che hanno guidato questa città. Con qualche arrotondamento, dai dati in nostro possesso ci risultano ancora circa 20.000 unità abitative non occupate. L’attuale Amministrazione, che si racconta da sola come verde verdissima e per il blocco immaginario delle cementificazioni, continua in realtà ad approvare nuove edificazioni di tipo abitativo e commerciale.

Chi l’ha detto che costruire nuove case e strutture commerciali in un’area paleo-industriale, che perciò è naturalmente già cementificata, sia la scelta migliore perché non si consuma altro suolo?

E la necessità di nuove case e strutture commerciali da dove nasce con tutto l’invenduto, inoccupato del territorio?

E, quanto alle strutture ricettive, consiglieremmo di sentire cosa ne pensano gli albergatori che, per la crisi del settore, cui si è aggiunta quella post-covid19, già sono in perenne contrasto perché qualcuno si prova a riempire i vuoti con concorrenza sleale (non siamo noi ma è il Comune a fare convenzioni con un ostello)? 

Prendiamo comunque atto che il Sindaco, finalmente, è disposto a tirar fuori idee e soldi per riqualificare. Infatti visto che i soldi statali del bando periferie non li ha visti nessuno, ha aperto i cordoni della borsa investendo risorse proprie (cioè del bilancio del nostro comune) e ha anche promesso di tirarne fuori altri (lo ha dichiarato l’assessora Del Conte) ipotecando un suo ipotetico secondo mandato. Rinviato a post 2021, apprendiamo, il completamento dei primi duecento e rotti metri di passerella in legno, sperando che si ricordi di stanziare anche quelli per le manutenzioni (indispensabilmente frequenti, visti i materiali, le piante e gli arredi).

Vista la propensione agli investimenti, abbiamo allora due domande per lui.

La prima riguarda l’intendimento di rendere fruibile l’acqua, ossia, dice, «di quello che avevamo chiamato “Il mare in piazza”. A partire dalla realizzazione dei pontili già previsti nel Bando Periferie. Posso garantire che con Autorità Portuale ci metteremo a un tavolo per fare in modo che anche l’acqua sia finalmente vissuta».

A questo proposito ci preme rammentare che l’acqua è altamente inquinata e che il POC tematico Darsena, quello che come il Sindaco ha confermato è stato fatto scadere, prevedeva venisse bonificata. Ricordiamo inoltre che a questo non serve/non basta il nuovo sistema fognario costruito a spese delle risorse comunali (sperando che prima o poi lo Stato rimborsi).

Dunque, la prima domanda è: quando e chi bonificherà le acque della Darsena per renderla fruibile?

La seconda domanda, invece, ci è venuta leggendo che l’Assessore Fagnani intende emettere un’ordinanza per mettere in sicurezza l’ex opificio Montecatini oggi affidato ad un curatore dopo la morte del proprietario. Il POC tematico Darsena tutelava l’archeologia industriale, tra cui l’edificio di cui parliamo. Fagnani in Consiglio Comunale lo definì (leggeva) così: «Edificato agli inizi del “900, presenta una struttura completamente in legno massello unica e di grande suggestione, ordita in modo da creare una sorta di basilica a tre navate caratterizzata da una spazialità molto interessante».

Quindi la seconda domanda è: visto che ora il POC Darsena è decaduto la Giunta come intende mettere in sicurezza gli edifici di archeologia industriale o aspettare che crollino i fabbricati caratteristici (a cominciare dalla struttura in legno della ex Montecatini, per esempio)?

Non possiamo chiudere la riflessione, però, che con una terza: ma… e il Sigarone?

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #Sindaco #Darsena

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In arrivo il concorso per il riassetto della stazione, «l’ex dogana diventerà viva». Il sindaco di Ravenna fa il punto sulla riqualificazione della Ravenna sull’acqua

Fonte: Ravenna&Dintorni del 13 luglio 2020 Il Sindaco parla di riqualificare la Darsena ma vuole solo dar il via libera ai costruttori di case che rimarranno vuote

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