Proprio per i 50 anni dal primo Pride domenica scorsa non è stato possibile “fare” il Pride. Fare, perché il Pride è festa, celebrazione, anniversario, lotta, commemorazione, memoria, ecc. ecc. Il Pride non finisce mai. Per fortuna e purtroppo. Perché se sembrano lontani anni luce gli stereotipi culturali contro cui le prime parate sono nate, non lo sono le violenze, le risorgenze (più giusto chiamarli rigurgiti), i muri che continuano ad opporsi ai diritti LGBT. Ancora è lontana una legge nazionale di contrasto alla violenza e alla discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere: ha iniziato il percorso che sarà lungo ed è già contrastato. In Emilia-Romagna, poco prima della conclusione della vita della scorsa Assemblea, è stata approvata una legge regionale, altrettanto contrastata, che qualcosa, comunque, fa. Pur con tutti i limiti ben noti.
La strada è lunga ma, parata o meno, Ravenna in Comune continuerà a percorrerla.
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