Quando è stato portato in Consiglio Comunale l’intervento di riqualificazione fognaria della Darsena, il cui cantiere è stato inaugurato ieri con la posa del “primo tombino”, come Ravenna in Comune abbiamo votato a favore. Tutto il Consiglio, maggioranza e opposizione, ha deliberato all’unanimità a favore dell’intervento. Lo abbiamo fatto in quanto, benché estremamente oneroso, prevede nel progetto interventi opportuni di ammodernamento del sistema fognario. Ciò premesso, quando viene dichiarato che questo intervento sia “fondamentale e propedeutico al risanamento del Canale Candiano” siamo costretti ad intervenire per “correggere il tiro”.
Gli otto milioni e rotti di euro, dei quali ancora non si vede la parte più corposa a carico dello Stato, servono infatti, come ammesso dall’assessora del Conte a tutt’altro: «Con questa infrastruttura, infatti, i comparti urbanistici che devono ancora svilupparsi potranno partire perché avranno a disposizione tutte le opere di urbanizzazione necessarie per realizzare i loro progetti». «Che l’ambiente venga risanato», come invece aggiunge il Sindaco, non è né la finalità né il contenuto del progetto. Ancora più esplicitamente: la bonifica delle acque del Candiano non interverrà a seguito di questo intervento. Non verranno rimossi gli inquinanti depositati sul fondo del canale, né verrà interrotto il recapito di acque “bianche” nel canale. Verranno anzi ad aumentare gli scarichi.
Proprio 10 anni fa Saturno Carnoli, recentemente e sicuramente troppo prematuramente mancato, tirava fuori una delle sue memorabili provocazioni: il tombamento del Candiano. Proponeva di risolvere così proprio il problema della bonifica, per nulla affrontato dal cantiere inaugurato ieri. Come Ravenna in Comune condividiamo pienamente quelli che, per il POC tematico Darsena, rappresentano i due asset fondamentali della zona alla testata del Canale: il grande bacino del canale navigabile, appunto, e l’archeologia industriale che, assieme al “rumore d’acque”, caratterizza e costituisce l’autentico valore del luogo, la sua unicità da preservare e mettere in condizione di ridare vita al comparto.
Dobbiamo prendere coscienza che oggi questa Amministrazione, appena entrata nel suo quinto anno di mandato, non sta compiendo alcun atto volto alla riqualificazione e al rilancio ambientale della Darsena. I grandi edifici che erano magazzini o stabilimenti sono abbandonati all’incuria dei privati che li dovrebbero manutentare dopo averli sfruttati. Niente invece viene fatto sul fronte della conservazione, figurarsi dell’investimento. Tra poco crollerà anche quel meraviglioso scheletro della “basilica” della Fiorentina sul lato sinistro del Canale. Perfino con il ponte di Teodorico in demolizione il Comune ha preferito mantenere la chiusura della strada pubblica che la costeggia, non curandosi nemmeno di sollecitare la risistemazione dei pannelli di protezione che continuano a lasciare indifesi i legni secolari. Né, come detto, si sta facendo qualcosa per bonificare il Canale. Si aumentano invece gli apporti potenzialmente inquinanti da parte delle nuove lottizzazioni che potranno evitarsi i costi delle indispensabili urbanizzazioni. Il Sindaco ha un bel coraggio ad elogiare i privati per aver consentito ecc. ecc.: lo hanno fatto per convenienza, mica per senso civico!
Ci tornano alle orecchie le parole di Carnoli: «In quel fondale ci sono tutti i veleni possibili. Come li sposteranno? Non sarebbe meglio se la parte finale del canale, dal cimitero fino alla testa, venisse tombata e trasformata in un grande parco urbano? Avremmo un grande polmone verde nel cuore di un’area ex industriale!». Noi non crediamo avesse ragione, ma con questo Sindaco e questa maggioranza non riusciamo nemmeno a trovare le parole adeguate per dargli torto…
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Bando Periferie. Al via i lavori in Darsena a Ravenna, per il potenziamento della rete fognaria e in fibra ottica
Sorgente: otto milioni per non bonificare niente