Questo è sicuramente il Primo Maggio più difficile degli ultimi anni: non è semplice immaginarla come una giornata di festa. Stiamo vivendo una situazione nuova, mai vista, dettata dall’emergenza sanitaria, che sta sballottando ogni settore della vita quotidiana come all’interno di un ciclone. Nel nostro programma il Lavoro era al primo punto, tanto che avevamo immaginato di realizzare un Osservatorio permanente sulla legalità e sicurezza del lavoro, gestito dal Comune. Voleva essere un luogo di incontro in cui ogni istanza del mondo del lavoro proveniente da singoli, associazioni datoriali, sindacati, potesse essere discussa e in cui come Amministrazione avremmo aiutato a mettere in luce problematiche, criticità, trovare soluzioni. Non è stato possibile, perché altri hanno vinto le elezioni, ma non ci siamo mai rassegnati: consideriamo il Lavoro come uno dei punti trainanti della nostra attività politica.
Queste settimane di emergenza sanitaria stanno aiutando a mettere in luce problemi che abbiamo sempre affrontato: in ogni settore il sub-appalto e l’esternalizzazione ha portato ad avere lavoratrici e lavoratori con mansioni identiche ma con diritti completamente diversi (basti pensare alla scuola, al porto,…); ci sono settori lavorativi completamente non regolamentati o quasi, in cui il limite tra il legale e l’illegale è sempre più labile.
Ci sono poi settori tradizionali, come quello industriale o agricolo, in cui la crisi sta dimostrando come spesso parte delle maestranze fossero con contratti grigi o neri (spesso gestiti da caporali che sfruttavano i migranti come nei casi recentissimi nelle nostre campagne).
In campagna elettorale lanciammo lo slogan “con la cultura si mangia” proprio per andare a raccontare e spiegare che quel settore è un essenziale settore lavorativo del nostro paese e non solo un hobby o un vezzo per pochi. Solo oggi, nostro malgrado, la stragrande maggioranza delle persone si accorge che è Lavoro e che lavoratrici e lavoratori di teatro, musica, danza, cinema, musei, spettacoli itineranti, ma anche sport, devono essere riconosciuti e tutelati.
C’è poi il tema dell’uguaglianza di diritti e di salario tra donne e uomini. Ho paura che questa emergenza invece di esser vista come occasione per arrivare finalmente a un mondo del lavoro uguale per tutte e tutti, possa essere solo un’occasione per acuire le differenze già esistenti. C’è il tema dello Smart-working, parola che mi rifiuto di utilizzare in Italia perché quasi nessuna azienda era pronta e preparata a strutturarsi in questo modo dimostrando un’arretratezza tecnologica paurosa a livello Paese. Ancora una volta è, spesso, toccato a lavoratrici e lavoratori riorganizzarsi in modo autonomo in casa, condividendo device con i figli e le loro lezioni online, ecc…
Il turismo e il commercio, cuore pulsante e vitale della nostra città, stanno vivendo e vivranno ancora mesi incredibilmente complessi, fatti di nuove norme, nuove soluzioni da inventare giorno dopo giorno e siamo certi che solo unendo la forza di lavoratrici e lavoratori (stagionali e non) a quella di chi il lavoro lo crea e costruisce, potremo temere in piedi questo settore. A noi della politica il ruolo difficilissimo di tirare le fila con chiarezza.
In queste giornate c’è, però, ancora viva e forte la paura di tutti coloro che hanno lavorato in queste settimane senza dpi, con pochi controlli, impreparati, ma che hanno fatto il loro dovere spesso solo per senso di responsabilità nei confronti della “cosa comune”. Non sopporto più di sentire la parola “eroi” pensando ai lavoratori della sanità, considerarli eroi significa sminuire il lavoro quotidiano straordinario che molti di essi già facevano e continueranno a fare in strutture non adeguate, sottopagati, con contratti non rinnovati, ecc…
Sarebbero centinaia i temi da toccare, sottolineare, in una giornata come questa, centinaia le storie da raccontare, centinaia i visi e sorrisi di lavoratrici e lavoratori con cui vorrei condividere le piazze e i parchi. Non possiamo ora, ma potremo tornare a farlo e non vedo l’ora.
Buon Primo Maggio a tutte e tutti noi!
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