25 aprile, festa della liberazione dal nazi-fascismo. Lo scriviamo perché va ricordato, perché sempre più spesso c’è chi tenta di dare a questa festa dei sensi e significati diversi. Invece no. Il 25 aprile 1945 è naturalmente una data simbolica perché ogni territorio vive i suoi passaggi storici e così Ravenna festeggia il 4 dicembre e guai toccare il 10 aprile agli abitanti di Alfonsine. Ma quel 25 aprile racconta per tutti la fine di un ventennio fascista che ci ha condotti alle leggi razziali e all’entrata in guerra a fianco dei nazisti e ci ricorda come la Resistenza fatta di donne e uomini, spesso giovanissimi, sia stata essenziale nella lotta di liberazione dei nostri territori.
In un mondo in cui i neofascismi sono sempre più vivi e quotidiani, fatti di botte e insulti al diverso ma anche di diritti calpestati come se nulla fosse, di disuguaglianze sociali sempre più marcate che portano a pericolose “guerre tra poveri” mentre le ricchezze si concentrano sempre più nelle mani di pochi, pochissimi. Ecco, il 25 aprile, in piena emergenza coronavirus è una festa diversa dagli anni passati in cui abbiamo più tempo per riflettere, allora non dimentichiamoci di pensare se ciascuno di noi nel proprio quotidiano fa tutto il possibile per garantire i diritti costituzionali a ogni persona che vive al proprio fianco. E se non potremo abbracciarci nelle piazze, non potremo ridere e cantare assieme, allora facciamo in modo che questa giornata sia una presa di coscienza collettiva e, da domani, ognuno possa fare qualcosa di più. Lo dobbiamo a chi ci ha regalato la libertà, la democrazia, la Costituzione.
Buona Liberazione a tutte e tutti!
Massimo Manzoli
capogruppo Ravenna in Comune
[Nella foto: i partigiani della “28esima Brigata Garibaldi” entrano a Ravenna dopo la liberazione]