Non abbiamo fatto in tempo a scrivere, sulla base dei dati ufficiali del ricorso alla Cassa Integrazione in febbraio, che temevamo marzo: ed ecco i primi dati ufficiosi forniti dall’ufficio studi della CGIL. In una nota diffusa ieri, la Camera del Lavoro di Ravenna precisa che «i dati aggiornati al 27 marzo mostrano che sono 12.556 i lavoratori sottoposti ad uno qualsiasi degli ammortizzatori sociali messi a disposizione dalla normativa. Si tratta di un numero in continuo aumento, viste anche le oltre 100 richieste già pervenute di esame congiunto non ancora effettuato. Mai, nemmeno negli anni più bui della crisi si erano registrati valori simili. A fine 2009 e a metà 2013 erano stati rispettivamente 7.765 e 7.451 i picchi di lavoratori contemporaneamente sottoposti ad ammortizzatore sociale. […] I primi settori, in ordine di tempo, ad avere avuto necessità di ricorrere agli ammortizzatori sono stati quelli legati alla filiera dell’educazione scolastica. Con le chiusure degli asili nido, delle scuole di ogni ordine e grado e delle università (previste nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza il 23 febbraio) si è resa necessaria la tutela di tutti i lavoratori impegnati nei settori educativi direttamente coinvolti, ma anche di quelli addetti ai servizi di pulizia, mense e trasporti scolastici. Via via che le previsioni normative si facevano più stringenti, dal cosiddetto dpcm #iorestoacasa del 9 marzo a quello del 22 marzo che decreta la chiusura delle attività non essenziali, sono aumentate le categorie di imprese, e quindi di lavoratori, interessate.
Le attività di bar e ristorazione, cura della persona (parrucchiere ed estetiste), negozi non alimentari e pulizie, fanno attualmente registrare la situazione più drammatica (677 imprese per 3.944 lavoratori), ma soprattutto nell’ultima settimana si sono aggiunti settori produttivi più strutturati, come l’edilizia (125 aziende per 1.696 dipendenti) e la metalmeccanica (rispettivamente 250 e 2.923).
Per quanto riguarda il tipo di ammortizzatore richiesto, ad oggi lo strumento più utilizzato è il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (che sta coprendo 606 aziende artigiane e 2.378 lavoratori) seguito dalla Cassa integrazione ordinaria in deroga (ai sensi dell’accordo tra regione e parti sociali firmato il 6 marzo) che interessa 408 aziende e 1.613 lavoratori. La Cassa Integrazione Ordinaria, legata al mondo industriale, conta “solamente” 178 aziende, ma consente di sostenere e garantire continuità occupazionale a 4.604 lavoratori».
Non riguarda la cassa ma le appena disposte misure di sostegno il lavoro effettuato in questi giorni dai servizi sociali comunali. Avevamo sollecitato il Sindaco a renderli operativi immediatamente perché non fossero solo uno spot e va positivamente riconosciuto che si è riuscito ad attivarli con immediatezza. Come è stato possibile? Lo ha spiegato il Sindaco in un’intervista al Corriere di Romagna: «Si tratta di strumenti già attivi, implementati per questa fase di emergenza». Come già aveva segnalato l’assessora Valentina Morigi il merito va ai servizi sociali: «stanno facendo un lavoro fantastico… di cui dovremo ricordarci anche dopo».
A dimostrazione che se i servizi sono interni ed è il Comune a tirare le fila, le cose possono funzionare meglio, ma questo siamo noi di Ravenna in Comune a dirlo.
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Coronavirus: come richiedere le risorse per solidarietà alimentare. Il sindaco de Pascale: “Parole d’ordine celerità, equità e trasparenza”
Sorgente: Il Sindaco e le risorse di sostegno
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Ravenna, Valentina Morigi: “non sprechiamo questa occasione” per costruire una comunità più unita e solidale. “Gli operatori sociali e sanitari stanno tutti dimostrando una competenza, un’abnegazione, una capacità di farsi carico di cui dovremo ricordaci sempre, anche dopo, non chiamarli eroi solo adesso”
Sorgente: L’assessora e i servizi sociali
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Crisi economica da coronavirus: a Ravenna e provincia oltre 12.500 lavoratori “sotto” ammortizzatori sociali. Le attività di bar e ristorazione, parrucchiere ed estetiste, negozi non alimentari e pulizie, quelli nella situazione più drammatica. Costantino Ricci: “Già da tempo segnali di difficoltà nel territorio, la crisi da pandemia, il colpo di grazia”
Leggendo le attività rimaste aperte codici Ateco) prendiamo atto che la costruzione di macchine per fabbricare tabacchi è indispensabile…poi bisognerebbe spulciare tutti i codici per capire: che fabbrica armi si deve fermare o c’è fretta di produrne altre; infine : come si fa, tipo Amadori Cesena a far fare ai lavoratori il turno di notte…per renderli più vulnerabili al virus e ad altro ? Allora certamente la casa integrazione va allargata e gestita meglio ; come si fa con questo stress a lavorare anche di notte?
Vito Totire