LA DISOCCUPAZIONE DA OIL & GAS

Schlumberger Italiana S.p.A. è società appartenente al gruppo internazionale Schlumberger. Si tratta del più grande gruppo al mondo di servizi collegati al settore degli idrocarburi. Il sito societario fotografa il gruppo con 105.000 dipendenti di 140 nazionalità diverse con prodotti, vendite e servizi sviluppati in oltre 120 paesi. Il terzo trimestre del 2019 ha registrato utili a livello mondiale per 8,5 miliardi di dollari e ha fatto distribuire un dividendo pari a 0,50 dollari per azione.

Tuttavia il 17 dicembre la società italiana del gruppo ha avviato le procedure per il licenziamento collettivo di 12 persone, la maggior parte lavoratori dell’unità di Ravenna. Nessuno spazio al ricorso degli ammortizzatori sociali, precisano i Sindacati. E non è che manchino i contratti in Italia. Aggiungono i sindacati che si andrà “delocalizzando nelle sedi estere servizi strategici per le attività in ambito oil&gas sul territorio, per i quali l’azienda ha tuttavia assegnato contratti in essere di attività sia in off shore con la committente Eni, che in on shore nei siti di stoccaggio per la committente Stogit”.

Come già evidenziato, il settore oil & gas risente di dinamiche sovranazionali ed è scarsamente influenzato da quanto si sviluppa invece a livello locale. Così, non è la democrazia boicottata (come con il quesito referendario di qualche anno fa) o le sospensioni temporanee nelle nuove attività di ricerca (introdotte lo scorso anno per 18 mesi) a condizionare il mercato, quanto piuttosto i movimenti dei prezzi mondiali. E, soprattutto, l’inevitabile fuga dagli idrocarburi imposta dai rischi di sopravvivenza planetaria.

Lo scorso ottobre la Filctem-Cgil ricordava che “negli ultimi 5 anni le principali service company multinazionali hanno ridotto il personale sul territorio italiano del 70% e chiuso intere divisioni, le aziende di perforazione italiane hanno ridimensionato circa il 50% del personale operativo, a Ravenna sono circa 300 i lavoratori tecnici ad alta specializzazione che hanno perso il lavoro”.

Se Ravenna (e quindi il PD che esprime l’Amministrazione politica e i poteri forti insediati sul territorio o che, come ENI, da 70 anni comunque controllano il territorio) non inizia oggi a sviluppare il domani, si ritroverà un deserto occupazionale punteggiato all’orizzonte da torri arrugginite in un mare abbandonato.

Vale anche per i sindacati: non si può pensare di difendere l’esistente prescindendo da quanto già si sa che sta accadendo. ll decommissioning off-shore relativo al Distretto di Ravenna prevede in quattro anni 33 pozzi da chiudere e 15 strutture da dismettere. Non ce la si cava solo accompagnando alla pensione i lavoratori dell’off-shore che riusciranno ad andarci nei prossimi anni. E gli altri? E il territorio devastato?

#MassimoManzoli #RavennaInComune #ravenna #offshore #piattaforme

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Natale amaro alla sede ravennate della Schlumberger spa: l’azienda annuncia licenziamento collettivo

Sorgente: Schlumberger Italiana S.p.A.: licenzia a Natale nell’oil&gas

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Offshore. Filctem Cgil: “A Ravenna in 5 anni 300 tecnici specializzati hanno perso il lavoro”

Sorgente: La Filctem sulla crisi oil & gas

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