10 è il titolo di un vecchio film di Blake Edwards (quello di Colazione da Tiffany e La pantera rosa, per capirci). Il protagonista ha l’abitudine patologica di attribuire una valutazione ad ogni personaggio femminile in cui si imbatte. Con qualche forzatura si può trovare l’aggancio con i dati statistici appena pubblicati dall’Autorità di Sistema Portuale sull’andamento dei traffici portuali. No, che avete capito: non è il voto meritato dallo scalo. E nemmeno dai vertici dell’Ente Porto. Solo il risultato di un’addizione: da gennaio a ottobre 2019 son 10 mesi. Tutto lì.
Perché ottobre ha il segno più, ma non basta per riportare in attivo il confronto con lo scorso anno: di poco (la differenza è di 228.673 tonnellate) ma i primi 10 mesi del 2019 segnano ancora una perdita nei traffici portuali rispetto allo stesso periodo del 2018. Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, comunque, si può dire che l’andamento dopo i primi 9 mesi era decisamente peggiore (a settembre, lo scarto era di 300.471 tonnellate). Quindi, se si perde di meno, si sta “migliorando”. Almeno nelle perdite.
È il piatto forte del porto a portare verso il basso: le cosiddette merci secche alla rinfusa continuano il loro calo. Se la crescita di derrate alimentari/mangimi/oleaginosi si bilancia quasi esattamente con la perdita di prodotti agricoli e animali, sono tutte le altre voci a portare il segno meno. Uniche eccezioni in positivo i prodotti chimici e le merci via container. Che però non sono particolarmente significativi per una valutazione in prospettiva se si guarda al movimentato dell’ultimo mese contabilizzato (ottobre). Nessuna movimentazione era stata effettuata riguardo ai prodotti chimici nell’ottobre 2018 per fattori contingenti (e quindi il confronto positivo è fuorviante). Quanto alle merci in container, ottobre è pesantemente negativo (- 15,5%). Né ce la si cava meglio, riguardo ai container, se si guarda al dato di ottobre espresso in TEU: comunque negativo (-12,3%).
Continuando la disamina, nei primi 10 mesi dell’anno sono positivi i traffici di prodotti liquidi (che però “pesano” complessivamente meno del 18% del movimentato complessivo: non arrivano ai 4 milioni di tonnellate contro i 18 abbondanti delle secche) e negativi anche traghetti e crociere. Male anche le “toccate” complessive effettuate: sin qui 116 navi in meno dello scorso anno (quasi un 5%).
Come noto, visto che la stampa tutta ha dato rilievo allo spot elettorale del festante Bonaccini che celebra la pubblicazione del bando, è finalmente partita la gara per aggiudicarsi i 235 milioni di euro in lavori di approfondimento fondali e ammodernamento banchine del porto. Il numero magico è sempre 10. Non mesi questa volta, ma anni. È il tempo previsto per completare i lavori. La cosiddetta prima fase. Quella in grado di portare i fondali al livello che già oggi i porti concorrenti hanno raggiunto da un pezzo.
Rossi (o chi per lui) deve inventarsi qualcosa oppure, di arretramento in arretramento, se si devono aspettare altri 10 anni, il tanto decantato (da Bonaccini) porto di Ravenna è destinato ad una brutta fine. «Con la pubblicazione del bando di gara del Progetto “Ravenna Port Hub” – ha concluso il 22 novembre scorso il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale – raggiungiamo un traguardo storico del quale tutta la comunità portuale deve essere fiera». Ecco, a noi sembra che, più che aver raggiunto il traguardo, si sia finalmente arrancati faticosamente sino alla linea di partenza. Solo da ora inizia l’attività, prima amministrativa e poi operativa.
Solo che non vorremmo trovarci in fondo a dire che l’operazione è andata bene ma il paziente è morto…
#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #porto #statistiche
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Settembre nero per il traffico merci nel Porto di Ravenna, primi nove mesi in calo dell’1,5% sul 2018
Sorgente: dati di traffico in porto
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Al via il bando di gara “Ravenna Port Hub”. È stato presentato a Ravenna il bando di gara del progetto “Ravenna Port Hub”, pubblicato dopo un lungo iter burocratico.