Ieri in Consiglio Comunale la Pigna ha proposto al voto l’impegno del Sindaco a chiedere al Ministro la rimozione del Presidente dell’Autorità Portuale in quanto “in questi quasi 3 anni di presidenza, Daniele Rossi non ha mai rispettato le scadenze temporali prefissate dal stesso Ente di cui è a capo, relativamente alla pubblicazione del bando per l’approfondimento dei fondali del Canale Candiano”, inoltre “durante la sua Presidenza, Rossi ha di fatto, ignorato altre importanti questioni di competenza dell’Autorità Portuale, quali ad esempio i lavori nella Pialassa Piomboni, l’insabbiamento del Terminal Crociere, la gestione del Porto turistico Marinara”. La mozione è stata bocciata. Come Ravenna in Comune abbiamo concordato con quanto asserito dalla consigliera Verlicchi sulle mancanze del Presidente Rossi. Non poteva essere diversamente, visto che siamo stati i primi ad additare l’abitudine di Rossi di indicare termini per qualunque tipo di azione di competenza dell’Ente da lui diretto successivamente “puntualmente” disattesi. Abbiamo citato, a titolo di esempio tra le tante “negatività” a lui addebitabili, l’episodio della elettrificazione delle banchine, da noi richiesta, con voto concorde del Consiglio e da Rossi spregiata benché, lo abbiamo scoperto di recente, inserita (da chi?) nel PRIT2025 regionale tra le azioni da compiersi nell’ambito del “progettone”, senza smentite, a parte le osservazioni da noi fatte pervenire alla Regione.
Tuttavia, il voto positivo da parte nostra avrebbe avvalorato l’ipotesi di una responsabilità unica di Rossi nella cattiva gestione della risorsa porto. Una sorta di capro espiatorio sul quale scaricare ogni colpa. Non a caso non abbiamo sentito una parola spesa in suo favore dal Sindaco e dalla Giunta durante gli ultimi giorni, anzi, gli ultimi mesi. Tale cattiva gestione, invece, a nostro giudizio, va ricondotta al partito di maggioranza di questo Consiglio e dei precedenti. Quello stesso PD che in sede nazionale ha nominato questo Presidente ed anche i precedenti, dando le missioni, ponendo i limiti e “togliendoli di mezzo” se dimostravano “eccessiva” indipendenza. Se Rossi ha “sparato” delle date, si tratta delle date che, prima di lui, avevamo sentito in bocca a de Pascale durante la campagna elettorale del 2016. Né de Pascale (cui era indirizzata la mozione), né il Vicesindaco con delega al porto, sono stati presenti al momento della discussione della mozione. Né la Giunta, pure latitante, ha dimostrato il minimo interesse per quello che, alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni con l’indagine che vede coinvolto lo stesso Rossi, è il tema dei temi per questa città: assicurare un futuro alla principale risorsa economica del territorio, il porto di Ravenna.
Questi sono i motivi che abbiamo espresso a spiegazione dell’astensione di Ravenna in Comune al momento del voto. Non per questo viene meno la valutazione negativa di Ravenna in Comune per l’operato di Rossi e della sua dirigenza entro l’Autorità Portuale, di Sindaco e Vicesindaco, della Giunta tutta, della maggioranza in questo Consiglio, e nei precedenti, in Regione e alla conduzione del Ministero dei Trasporti. Se il nostro porto riuscirà a sopravvivere alla loro conduzione lo si dovrà solo ai lavoratori e agli operatori dello scalo che stanno continuando a “tirare la carretta” mentre le navi si arenano, gli armatori cambiano rotta, le ordinanze di limitazione ai pescaggi si susseguono. La responsabilità non può essere addossata tutta a Rossi ma va ricondotta ai “poteri forti” che stanno affondando il porto e a chi li rappresenta nelle istituzioni. La colpa sta in quei banchi vuoti.
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