Il 9 giugno scorso Forlì è passata alla Lega. Mica è stato solo il caso di Forlì, in Emilia-Romagna, a vedere un capoluogo di provincia passare alla destra dopo 50 anni: anche Ferrara l’ha seguita e qui gli anni erano addirittura 70. E di Piacenza non vale parlarne perché era già in mano alla destra. E Parma, prima dell’ex grillino Pizzarotti, pure. Ci occupiamo/preoccupiamo di Forlì perché dai cugini la Lega ha cominciato a fare la Lega.
Lunedì 26 agosto 2019 è stata emessa l’ordinanza sindacale n.17 contingibile e urgente per il divieto temporaneo di consumo di bevande alcoliche all’interno di qualsiasi contenitore e di bevande analcoliche contenute all’interno di contenitori di vetro e di metallo, in alcune aree pubbliche o soggette ad uso pubblico e negli spazi pubblici delle zone del centro storico. I motivi? L’ordinanza cita il forte rischio di risse in cui gli animi siano esacerbati dall’abuso di alcool: però anche raschiando il fondo del barile il conto negli ultimi anni si ferma a due episodi, tra l’altro distanziati di dodici mesi. E poi ci sarebbe “l’imbrattamento del suolo con liquidi organici” che forse potrebbe essere risolto più dalla presenza di servizi pubblici. E poi l’indispensabilità dell’ordinanza è posta “in relazione alla presenza di talune facoltà universitarie con conseguente numerosa presenza di studenti molti dei quali provenienti anche dall’estero”. Oltre, e qui ci siamo già di più, all’abbandono incontrollato delle bottiglie e degli altri contenitori di bevande.
L’opposizione si è schierata compatta contro. Il PD ha chiesto: “al sindaco di ritirare l’ordinanza, per cui non si escludono profili di illegittimità giuridica, e sostituirla con provvedimenti seri ed efficaci atti a combattere il degrado, senza scadere in forme anacronistica di proibizionismo, su cui la storia si è già espressa, rimarcando il nostro favore alla lotta all’abbandono del vetro e alla garanzia di sicurezza – non di senso di sicurezza – della nostra città”.
Per i Verdi: “il primo atto dall’insediamento del nuovo sindaco è indicativo della completa mancanza di idee. Sbagliano persino a scriverla, nella fretta vieta persino di bere acqua del rubinetto in una borraccia di metallo, come quelle che invece dovrebbe promuovere in coerenza con la mozione che il Consiglio comunale ha appena votato all’unanimità anche contro l’uso della plastica. Non si rendono infatti nemmeno conto di aver obbligato all’uso della plastica, vietando qualsiasi altro materiale per i contenitori. […] Volevano colpire un paio di mini market ed invece si renderanno colpevoli di un motivo in più per spopolare il centro storico”.
Per Possibile: “I genitori e i nonni non potranno portare al parco succo di frutta in bottigliette di vetro, nonostante il vetro sia un materiale meno inquinante e completamente riciclabile. Persino il thé dovrà essere consumato strettamente in bottigliette di plastica perché quello in lattina viene anch’esso messo al bando. Praticamente un favore al consumo spasmodico della plastica”.
Per Potere al Popolo: “non servirà a nulla vietare bere alcolici camminando, non serve a nulla neanche protestare sull’uso del contenitore (vetro e plastica). Serve creare politiche virtuose a partire dalla scuola sull’uso consapevole e le controindicazioni dell’alcool. Serve prima di tutto contrastare la povertà e l’abbandono con politiche che assicurino la dignità del vivere a tutti e tutte. Serve comprendere che il proibizionismo fine a se stesso è inutile se non dannoso e che il decoro più che urbano, dovrebbe essere emotivo, inteso come gioia e serenità per tutti e non per pochi”.
Siamo sostanzialmente d’accordo con quasi tutto quel che viene detto dai cugini dell’opposizione, con la cautela rappresentata dal fatto che, non gli aspetti di criminalizzazione ma quelli di attenzione e prevenzione, meglio tarati riguardo agli effetti e non limitati alla riduzione del disturbo dell’effetto “vetrina” del centro storico, potrebbero trovare spazio in una politica meno spettacolare e più efficace.
Ciò detto, vorremmo portare ai cugini forlivesi un esempio da non imitare: Ravenna.
Il nostro Comune, infatti, si è specializzato nell’emanazione di ordinanze “contingibili e urgenti”. Ne abbiamo un’intera serie dello stesso tipo del Comune di Forlì, ma più periferiche nello stradario di applicazione. Come la 1198/2019 del 19 luglio 2019: Ordinanza contingibile ed urgente concernente il divieto di consumo di bevande alcoliche contenute in qualsiasi contenitore e di alimenti e bevande forniti in bottiglie di vetro, lattine e contenitori vari atti ad offendere, nell’ambito della zona di Via Gulli nel tratto ricompreso tra Via Aquileia e Via Nicolodi.
O l’ordinanza ad identico oggetto ma rivolta alla zona stazione ferroviaria, Giardini Speyer, Isola San Giovanni, Via Carducci e Viale Pallavicini. O, ancora, l’ordinanza copia/incolla per il mare, rivolta a Marina di Ravenna nell’ambito della zona fra il parcheggio scambiatore, viale Delle Nazioni, gli stradelli di raccordo con gli stabilimenti balneari e nell’area retrodunale.
Ma abbiamo anche l’ordinanza 1186/2019 del 17 luglio 2019, più fantasiosamente indirizzata al contrasto della prostituzione, comprensiva del divieto di ammiccamenti, ma solo da qualche parte (in città nei pressi della stazione, della Rocca Brancaleone, del mausoleo di Teodorico, di via Antico Squero e sulla Romea, oltre che a Fosso Ghiaia, Savio, Lido di Classe e Lido di Dante).
E, ancora, il divieto di suonare in pubblico senza la SCIA. E di chiedere l’elemosina. E di sedersi sui basamenti delle colonne nelle piazza cittadine. E…
Solo che Ravenna, invece che “sotto scopa” da parte della Lega è “sotto tutela” da parte del PD.
Meditate gente, meditate, diceva quello…
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