Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti uscente e il Presidente del Consiglio uscente e neo-incaricato, sono stati spesso a Caltanissetta, ai cantieri della CMC della strada statale 640 Agrigento – Caltanissetta, e poi a Bolognetta ai cantieri della strada statale 121 Palermo – Agrigento, bloccati a causa della condizione pre-fallimentare, tamponata in concordato preventivo, della CMC. Parimenti bloccati sono i cantieri della metropolitana di Catania Nesima-Monte Po’ e Stesicoro-Palestro. Proprio per la crisi la CMC ha bloccato i cantieri siciliani, i crediti verso cento imprese e circa 2.500 lavoratori. A giugno è stata approvata la legge “sblocca cantieri” o “salva imprese”, tramite un fondo di garanzia per pagare i creditori della CMC. Ma mancano i decreti attuativi, messi in stand-by dalla crisi di governo.
Lo ricordiamo, CMC ha presentato a dicembre 2018 la domanda di ammissione al concordato in bianco dopo che i suoi bond quotati alla Borsa del Lussemburgo erano scesi sotto gli 8 centesimi. Nel dettaglio si trattava del bond da 325 milioni di euro a scadenza 15 febbraio 2023 e cedola 6%, che era stato emesso nel novembre 2017 per rimborsare in anticipo il bond da 300 milioni a cedola 7,5% in scadenza nel 2021; e del bond da 251 milioni a scadenza 1° agosto 2022 e cedola 6,875%. Le negoziazioni dei due bond sono state sospese lo scorso dicembre.
CMC è stata ammessa il 12 giugno al concordato dopo l’approvazione del piano da parte di soci. Entro ottobre prossimo, il piano prevede la votazione sui termini del piano da parte dei creditori. Entro dicembre 2019 si dovrebbe arrivare al decreto di omologa con il «pagamento creditori in prededuzione e privilegiati entro i successivi 12 mesi», cioè entro il 2020. Dal 2022 al 2030 si dovrebbe realizzare la distribuzioni degli utili e delle riserve con l’avanzo di cassa. Il piano indica la gerarchia in base alla quale viene regolato il pagamento dei creditori. Il “rispetto dell’ordine legittimo delle prelazioni” mette al primo posto i “creditori in prededuzione (pagamento integrale alla rispettiva scadenza)”. Subito dopo ci sono i “creditori privilegiati (pagamento integrale entro un anno dall’omologazione)”, seguono i “fornitori strategici (flussi degli anni 2019/2020/2021, nella misura a ciò necessaria): Classe 1”. Al quarto posto sono indicati i “fornitori chirografari” per i quali il piano prevede l’attivazione dello strumento dei cosiddetti strumenti finanziari partecipativi (Sft), entro i 90 giorni successivi all’avvenuta omologazione. Attraverso i flussi 2022-2030, saranno liquidati i fornitori chirografari “effettivi: classe 2” e i creditori “condizionati (Rischio escussione fideiussioni): Classe 3”. Per i creditori “postergati: classe 4 non è previsto il soddisfacimento”.
Non è dunque irrilevante, al fine di un positivo passaggio dall’assemblea dei creditori, la soluzione del problema dei creditori siciliani, anche in considerazione del voto contrario pressoché scontato da parte dei titolari dei bond. A questo proposito, la formazione in tempi brevi di un governo con la presenza del PD può tradursi nella ripartenza dei cantieri siciliani e nei pagamenti ad imprese e lavoratori dell’isola.
Non possiamo che unirci alle speranze dei lavoratori e dei soci della CMC, rimanendo solidali con i lavoratori delle ditte subappaltatrici siciliane. Rimaniamo peraltro convinti che, anche se come auspicato si ottenesse la sopravvivenza della cooperativa, a meno di una riorganizzazione dei fini e dei vertici (abbandonando le grandi opere e sostituendo la dirigenza che ha portato al disastro), non può esserci un futuro prospero nella sfera di cristallo della cooperativa: solo la neve finta della palla rovesciata di sotto in su!
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