La legge sulla omotransnegatività è ancora totalmente bloccata in Regione. Anzi, di giorno in giorno sembra sempre più probabile il fatto che nessuna legge verrà approvata prima della fine della legislatura.
A settembre il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno “Per una legge regionale in tema di omotransnegatività, prevenzione e contrasto delle discriminazioni e delle violenze ai danni di persone di ogni orientamento sessuale” che mi vedeva come primo firmatario. Il voto unanime dei consiglieri presenti (20 su 32) aveva fatto sì che Ravenna si aggiungesse a tutti quei Comuni che già avevano espresso posizioni analoghe nella speranza che Regione e Governo centrale decidessero di legiferare sul tema, colmando il vuoto lasciato in questi anni nel minor tempo possibile.
E proprio in Regione va ricordato che un testo di legge fu depositato dalla consigliera Roberta Mori già durante la passata legislatura regionale, ma ancora oggi giace colpevolmente intoccato a pochi mesi dal termine di questo mandato. Stiamo parlando di un testo di legge regionale non perfetto, migliorabile sotto molti punti di vista, ma che non merita di essere lasciato cadere nel vuoto.
Nei giorni scorsi abbiamo letto il lungo articolo firmato dai presidenti di alcune realtà emiliano-romagnole (Vincenzo Branà del Cassero di Bologna, Chiara Calestani dell’associazione Aldo Braibanti di Parma, Eva Croce dell’Arcigay di Ferrara, Ciro Di Maio dell’ Arcigay Ravenna Dan Arevalos, Francesco Donini del Matthew Shepard di Modena, Alberto Nicolini dell’Arcigay Gioconda di Reggio Emilia e Marco Tonti dell’Alan Turing di Rimini) in cui si fa il punto della situazione e una denuncia precisa e puntuale sulla situazione di stallo che si è venuta a creare.
Mesi fa sostenevamo che non si capiva il motivo per cui questa legge fosse ferma al palo da anni, ora risulta chiaro che tutto ciò è dovuto a una enorme spaccatura (o regolamento di conti?) all’interno della maggioranza PD in Regione. Non vorremmo che ancora una volta le vittime di questa divisione e queste lotte interne siano i diritti delle cittadine e dei cittadini.
A settembre il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno “Per una legge regionale in tema di omotransnegatività, prevenzione e contrasto delle discriminazioni e delle violenze ai danni di persone di ogni orientamento sessuale” che mi vedeva come primo firmatario. Il voto unanime dei consiglieri presenti (20 su 32) aveva fatto sì che Ravenna si aggiungesse a tutti quei Comuni che già avevano espresso posizioni analoghe nella speranza che Regione e Governo centrale decidessero di legiferare sul tema, colmando il vuoto lasciato in questi anni nel minor tempo possibile.
E proprio in Regione va ricordato che un testo di legge fu depositato dalla consigliera Roberta Mori già durante la passata legislatura regionale, ma ancora oggi giace colpevolmente intoccato a pochi mesi dal termine di questo mandato. Stiamo parlando di un testo di legge regionale non perfetto, migliorabile sotto molti punti di vista, ma che non merita di essere lasciato cadere nel vuoto.
Nei giorni scorsi abbiamo letto il lungo articolo firmato dai presidenti di alcune realtà emiliano-romagnole (Vincenzo Branà del Cassero di Bologna, Chiara Calestani dell’associazione Aldo Braibanti di Parma, Eva Croce dell’Arcigay di Ferrara, Ciro Di Maio dell’ Arcigay Ravenna Dan Arevalos, Francesco Donini del Matthew Shepard di Modena, Alberto Nicolini dell’Arcigay Gioconda di Reggio Emilia e Marco Tonti dell’Alan Turing di Rimini) in cui si fa il punto della situazione e una denuncia precisa e puntuale sulla situazione di stallo che si è venuta a creare.
Mesi fa sostenevamo che non si capiva il motivo per cui questa legge fosse ferma al palo da anni, ora risulta chiaro che tutto ciò è dovuto a una enorme spaccatura (o regolamento di conti?) all’interno della maggioranza PD in Regione. Non vorremmo che ancora una volta le vittime di questa divisione e queste lotte interne siano i diritti delle cittadine e dei cittadini.
Sarebbe bello che la Giunta di Ravenna (espressione di parte di quei partiti e liste che firmarono l’odg nei mesi scorsi), mostrasse coraggio e prendesse parte chiara e decisa incalzando la Regione e schierandosi con le associazioni affinché la legge regionale possa finalmente essere approvata.
Prendendo atto dello stallo in cui è precipitata la legge regionale contro l’omotransnegatività e soprattutto alla luce del lungo articolo pubblicato due giorni fa sul proprio sito dal consigliere regionale Giuseppe Paruolo, uno dei firmatari dell’emendamento che ha provoca
Sorgente: Arcigay E-R: Legge regionale contro omotransnegatività? Serve per rafforzare la cultura del rispetto