Questa la ragione delle condanne a Galliano Di Marco, già Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Dario Foschini, già Amministratore Delegato della CMC e Maurizio Fucchi, già Vicepresidente della CMC. Tutti condannati, inoltre, a provvedere, in solido tra loro, al recupero e allo smaltimento dei fanghi di dragaggio presenti all’interno di tutte le casse di colmata del porto, oltre al ripristino dello stato dei luoghi. Un quantitativo di materiale enorme, da oggi senza più dubbi da considerarsi rifiuto a tutti gli effetti, e altrettanto senza alcun dubbio da doversi obbligatoriamente recuperare/smaltire secondo le norme che disciplinano i rifiuti.
Lo dicevamo all’indomani della sentenza e possiamo confermarlo oggi: i poteri forti della città (l’azionariato pubblico/privato di Sapir, da Ravenna Holding alla Cassa di Risparmio, dalla famiglia Ottolenghi alla Compagnia Portuale, dalla Camera di Commercio alla Regione, al gruppo ENI, ecc.) hanno vinto e lo Stato (l’Autorità Portuale) è stato condannato a pagare il conto per mantenere intatti gli interessi consolidati di PD e sodali.
E ora? Il nuovo progetto di approfondimento dei fondali del porto dell’Autorità di Sistema Portuale, approvato dal CIPE, prevede lo svuotamento della sola cassa Nadep con il trasferimento del materiale nella cassa di colmata Trattaroli che a sua volta dovrà essere prima svuotata del materiale al suo interno e conferibile in cava: queste due operazioni richiederanno circa 150mila viaggi di camion per un costo stimato tra 7 e 10 milioni di euro. «Tutta la tempistica e il successo di questo progetto girano attorno alla cassa Nadep», aveva spiegato il Presidente di AP alla presentazione pubblica del progetto. A tutt’oggi nulla si sa ancora di quando la gara per la progettazione esecutiva dei dragaggi e la loro successiva esecuzione verrà bandita: per scoprirlo abbiamo dovuto presentare un Question Time! E che il problema sia sentito lo dimostrano le lunghe conversazioni che, in occasione del recente Seatrade di Miami, si sono svolte, come riferito dai presenti, tra l’attuale Presidente Rossi e il precedente Presidente Di Marco, che ora gestisce il Terminal Crociere di Venezia.
È d’obbligo dunque per Ravenna in Comune riproporre le richieste già avanzate nel gennaio scorso.
- Chiediamo al Sindaco che, conformemente a quanto disposto dal Tribunale, stabilisca con immediatezza il termine entro il quale l’Autorità Portuale e la C.M.C. devono adempiere al recupero e allo smaltimento dei fanghi di dragaggio e poi al ripristino dello stato dei luoghi relativamente alle casse di colmata cosiddette “Avamporto Porto Corsini”, “Centro Direzionale”, “Nadep Interna e Centrale”, “Nadep Viale Trieste”, “Trattaroli 1, 2 e 3”.
- Chiediamo altresì al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di esplicitare come darà attuazione, solidalmente a C.M.C., all’obbligo di cui sopra, chiarendo finalmente come questo andrà ad impattare sia in modi che in tempi ed in costi sul progetto “Hub Portuale”.
Sappiamo bene, lo si legge tra le righe di alcuni articoli (Lorenzo Tazzari, I fanghi del Candiano – Tempi lunghi della bonifica; Tocca al sindaco intervenire, ma potrà farlo solo quando la sentenza sarà esecutiva, Il Resto del Carlino, 27 aprile 2019, Edizione di Ravenna, pag. 9), che il Sindaco farà di tutto per prendere tempo. Ci sono tra i 4 e i 6 milioni di metri cubi di rifiuti da tirar fuori per un costo quantificato in decine di milioni di euro.
Ma non è più possibile continuare a perdere tempo: il porto e la città pretendono una immediata risposta!
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Ecco le motivazioni di tre condanne e tre assoluzioni
Sorgente: Fanghi del Candiano. “Era una discarica abusiva” – il Resto del Carlino