Monta la crisi estera della CMC: dal Kenya al Nepal sono messe in dubbio capacità e correttezza della cooperativa. In Italia lo ha riportato un’inchiesta de Il Sole24Ore poi “sparita” dalla rete, ma le notizie sono confermate tanto dai quotidiani kenioti https://www.nation.co.ke/…/Reshuffle-q…/1056-5029758-r2c833/ che nepalesi https://thehimalayantimes.com/…/tanahu-hydel-officially-en…/
CMC sostiene, correttamente, che la sua situazione non è giuridicamente definibile “bancarotta”, ma secondo Standard & Poor’s di fatto lo è. Da qui la decisione di tagliare il rating da CC a D, il livello default della sua scala sul merito di credito delle aziende con strumenti di debito.
In Italia sta esplodendo il caso siciliano: sciopero ad oltranza di tutti i 200 lavoratori della CMC a Catania https://catania.meridionews.it/…/metro-la-cmc-non-paga-tut…/ E anche dopo la visita di Conte in Sicilia non è chiaro quale soluzione verrà in concreto messa in atto per pagare le imprese creditrici di CMC.
Nelle settimane scorse CMC si è già liberata di alcune commesse particolarmente onerose, che non era in grado di portare avanti. Ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione al Tribunale allo scioglimento del contratto con Cassa depositi e prestiti per la costruzione a Roma della sede dei servizi segreti (Dis, Aisi, Aise), un lavoro da oltre 100 milioni di euro per la ristrutturazione di un edificio di Cdp in piazza Dante, a Roma, affidato nel 2011 (governo Berlusconi) e da allora non ancora completato. Il lavoro è a circa l’85% di avanzamento, ma CMC ha dichiarato l’impossibilità di procedere all’ultimazione, preferendo rescindere il contratto. Chiesta al tribunale anche l’uscita dal lavoro Anas per la SS 1 Aurelia (231 milioni di euro, 72% di Sal, CMC all’80% di quote): qui la richiesta è di cedere quel che resta del contratto al socio Itinera (Gruppo Gavio). La società di costruzioni Pizzarotti di Parma ha effettuato la proposta di affitto e poi acquisto di un ramo aziendale di CMC relativo a quattro lavori in Italia.
Diventa sempre più impervia la strada per arrivare all’assemblea di CMC di fine mese che dovrà ratificare il piano di ristrutturazione aziendale ai fini dell’apertura del concordato preventivo in continuità, che CMC deve depositare al Tribunale di Ravenna entro il 7 aprile (dopo la proroga di 60 giorni concessa il 6 febbraio scorso). I soci della cooperativa di costruzioni, ex numero quattro delle imprese edili in Italia, sono stati convocati dal presidente Alfredo Fioretti per l’approvazione del Piano di crisi aziendale, che in base allo statuto della società prevede anche l’apporto dei soci ai fini del superamento della crisi.
[Nella foto: un’immagine del cantiere della Tav a Chiomonte durante le proteste del 21 giugno 2013]
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