In genere, quando ci si occupa di lavoratori e delle criticità cui sono soggetti, si fa riferimento al lavoro industriale, o a quello nei servizi, nel commercio, o anche nel pubblico impiego.
È piuttosto raro, invece, che si parli dei “braccianti” delle campagne. Eppure nella provincia di Ravenna sono quasi 20.000 i lavoratori in agricoltura, la metà di tutti quelli della Romagna. Quando va bene ed hanno un contratto, è praticamente sempre a termine, stagionale.
C’è però anche tanto lavoro irregolare. Si va dal “semplice” lavoro nero, allo sfruttamento più intenso dovuto alla intermediazione dei “caporali”. In quest’ultimo caso si basa spesso sul sistema degli “appalti all’esterno“, commissionati dalle grandi aziende a cooperative costituite ad hoc che, in genere, approfittano di persone in stato di bisogno e emarginazione, quali stranieri richiedenti asilo e irregolari.
Il caporalato è un fenomeno che ormai, non riguarda più solo le campagne del Foggiano o l’Agro Pontino laziale. La nuova frontiera della schiavitù moderna è in preoccupante aumento anche sul territorio romagnolo
Sorgente: Caporalato, cosa succede in Romagna? In due anni scoperti circa 200 lavoratori in schiavitù
E’ la provincia con la maggiore incidenza di lavoratori del comparto in Emilia Romagna: sono il 18,9% di quelli regionali
Sorgente: Ravenna, agricoltura: il 94% è a termine, extracomunitari solo 1 su 4