L’anno appena trascorso il Porto di Ravenna ha movimentato container per 216.320 Teus.
Per chi ancora non lo sapesse i container sono grandi scatole larghe 8 piedi (244 cm) e alte poco di più (8 piedi e 6 pollici ovvero 259 cm), suddivise in due lunghezze standard rispettivamente di 20 e di 40 piedi (610 e 1220 cm). Per convenzione il Teu corrisponde allo standard da 20 piedi.
Possono contenere praticamente tutto e niente, nel senso che viaggiano sia pieni che vuoti di ogni tipo di merce. Dunque, nel 2018, il traffico container nel Porto è andato peggio che nel 2017 (quando si erano spostati 223.369 Teus) che era andato peggio che nel 2016 (234.511 Teus) che era andato peggio che nel 2015 (244.813 Teus).
Insomma, continuando di questo passo, tra due anni, quando scadrà l’accordo con Contship (cui spetta il 30% del Terminal Container Ravenna; l’altro 70% è di Sapir), Ravenna potrebbe non essere distante dai risultati raggiunti un quarto di secolo prima, poiché nel 1995 transitavano per il Porto 193.374 Teus. Come dire, di male in peggio. http://www.port.ravenna.it/…/…/STATPRES-ita2018-per-sito.pdf
Tutto ciò mentre, complessivamente, i risultati del Porto per tutti i settori segnano un modesto incremento rispetto all’anno precedente (in tonnellate 26.684.341 nel 2018 contro 26.513.570 nel 2017) che a sua volta era in incremento sul 2016, che era meglio del 2015, ecc. http://www.port.ravenna.it/…/…/2019/02/Ravenna-ESPO-2018.pdf
Dunque, se non si inserisce nel contesto generale, forse che il calo riguardi lo specifico settoriale? Niente affatto. Nell’alto Adriatico, Venezia consegue nel 2018 il record per i container con 632.250 Teus (+3.4% rispetto al 2017) https://www.corrieremarittimo.it/…/venezia-porto-al-serviz…/ e Trieste pure con 725.500 Teus (+18 % sul 2017). Per completezza, se tornassimo indietro al 1995, troveremmo Ravenna con maggiore movimentazione di container sia rispetto a Venezia (127.878 Teus) che a Trieste (150.013 Teus).
http://www.logisticaeconomica.unina.it/…/alcune_statistiche…
Fermo restando il fatto che Ravenna continua a giocarsi tutto il proprio futuro nel progetto di approfondimento dei fondali approvato dal CIPE giusto un anno fa, qualche riflessione dovrebbe pur farsi, no? Quanto meno sulle priorità dei diversi lavori, considerati gli elementi di costo, di tempo e di smaltimento dei fanghi dovuti al dragaggio dei fondali antistanti.
Che senso ha realizzare da subito un chilometro (un chilometro!) di nuove banchine dedicate ad un nuovo terminal container che per sue intrinseche caratteristiche fisiche (fondali a – 12,50, strettoia della curva di Marina di Ravenna, collegamenti logistici, tra gli altri) non sarà in grado di competere con Trieste e, al più, potrebbe trovarsi alla pari con Venezia (che però dalla sua ha il traffico già consolidato)?
E tutto ciò senza che la società proprietaria dei terreni retrostanti (Sapir) abbia avviato in maniera seria una progettualità per realizzare le opere a terra (valutazione costi/benefici; movimentazioni previste che sostengano l’investimento; finanziamenti; partnership; ecc.).
Non si ridurrà anche questa volta il tutto ad una ennesima operazione di valorizzazione sulla carta di terreni incolti di Sapir, attraverso la realizzazione di banchine che resteranno desolatamente vuote? Non sarebbe certo il primo caso.
Si pensi alla realizzazione della banchina antistante i terreni di Sapir nella penisola Trattaroli, che nessuno sforzo imprenditoriale ha sottratto all’inutilizzo ad anni di distanza dalla sua costruzione (in rosso nella cartina)!
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