Perché torniamo a parlare di quel luogo dei misteri, come lo abbiamo recentemente battezzato, che è la Pialassa dei Piomboni? Perché è dell’altro giorno la notizia dell’abbandono dei cantieri da parte degli operai impegnati nei lavori già lunghi quanto la fabbrica del Duomo: pare sia bell’e che morto il progetto di utilizzare il materiale dragato dal fondo per costruire gli argini. ARPAE lo ha trovato inadatto. Facendo i debiti scongiuri per le sorti dei lavoratori coinvolti, già i lavori erano a rischio in quanto mezzo morti i due appaltatori dei lavori: sia C.M.C. che Piacentini Costruzioni si sono infilati in una procedura concordataria per non venire totalmente travolti dai debiti. Se andassimo in cerca di cadaveri eccellenti, come già segnalavamo, ci sono quelli delle tre navi russe e della mezzo demolita Berkam B. arenati nei bassi fondali. D’altra parte, se non deceduti vanno considerati almeno in coma profondo la Fabbrica Vecchia* e il Marchesato* che sulla Pialassa si affacciano e per i quali sono sempre sul punto di partire lavori di qualsiasi cosa distragga l’attenzione dalle promesse disattese. Non godono di miglior salute i cantieri navali e le basi operative che hanno le loro banchine in Pialassa, dovendo affrontare i micidiali colpi della crisi della nautica gli uni e dell’oil & gas le seconde. [E lasciamo stare che quanto ai cantieri, il più tristemente noto è quello legato ai morti della Mecnavi che aveva sede proprio in Pialassa, perché su questo soprattutto c’è ancor meno da ridere]. Ah, sì, quasi ci dimenticavamo dell’ammissione della fine di ogni possibilità di navigazione lungo le acque, destinate alla secca perenne, stando alle parole del Presidente dell’Autorità Portuale. Dunque, cosa pensare di quel Rossi che soltanto il mese scorso, mentre affossava come detto la navigabilità in Pialassa, prometteva almeno come definitivo il termine dei lavori con l’estate?
Secondo alcuni la leggenda della maledizione di Tutankhamon, secondo cui furono destinati a morte tutti quelli che ebbero a che fare con la tomba del faraone, altro non sarebbe stata che una brillante campagna pubblicitaria.
Ecco, a Ravenna, il turismo crocieristico morente potrebbe forse risorgere da un analogo lancio pubblicitario: non c’è “baciarello” in grado di competere con “la maledizione della Pialassa dei Piomboni” che colpisce a morte chiunque si avvicini troppo al bacino. E giù con il racconto che elenca fatti e fatterelli di cui sopra. Fossimo in Rossi, ci giocheremmo il tutto per tutto con la carta della “maledizione” per aumentare almeno di qualche unità i passeggeri del terminal di Porto Corsini. Potrebbe funzionare, a patto che il Presidente dell’AdSP non si avvicini troppo all’acqua anche lui…
#MassimoManzoli #RavennaInComune #ravenna #pialassapiomboni
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