Nella mattina di martedì 5 febbraio presso la Sala preconsiliare del comune di Ravenna si è tenuto il vertice organizzato dal Sindaco de Pascale con gli operatori del settore delle estrazioni ravennati per discutere della norma detta “blocca trivelle” contenuta nel recente DL Semplificazioni. Obiettivo del vertice è quello di riunire tutte le persone che vogliono manifestare contro tale norma per aprire un tavolo di confronto con il Governo volto ad ammorbidire la sua posizione sulla politica delle estrazioni.
All’incontro era presente anche un gruppo di cittadini che non sono d’accordo con le intenzioni del Sindaco, fra questi alcuni aderenti di Ravenna in Comune e la determinante e numerosa presenza di Legambiente con il presidente regionale Lorenzo Frattini, che hanno manifestato la loro volontà aprendo uno striscione con la scritta No Oil sotto al Comune e dentro la sala.
I relatori dell’iniziativa, oltre ai rappresentanti delle istituzioni e di categoria, sono stati espressione di una forte e inusuale saldatura fra il mondo imprenditoriale e quello dei lavoratori impiegati nel settore, Confindustria e sindacati confederali in testa, compatti nel contrastare la norma “blocca trivelle” che in pratica vuole bloccare ogni futuro permesso di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Italia mantenendo comunque attive le concessioni già in uso. I motivi addotti riguardano principalmente la difesa dell’occupazione lavorativa e del know how acquisito in tanti anni di esperienza, ma si toccano anche i temi dell’indipendenza energetica nei confronti degli altri Paesi produttori e la sostanziale innocuità del metano, definito al pari di una vera e propria energia rinnovabile (?).
Ravenna in Comune, come già espresso in occasione del referendum del 2016, si schiera dalla parte di chi vuole attuare una reale transizione energetica del territorio ravennate. La difesa occupazionale, che in effetti riguarda molte famiglie, è un tema serio che deve assolutamente trovare una risposta. Tuttavia non è reiterando una politica energetica ormai superata e sempre più in crisi che si può aprire un orizzonte occupazionale più sicuro per i ravennati. Le altalenanti vicende del mercato internazionale degli idrocarburi dimostrano la volatilità di questo settore e la quasi inconsistente percentuale di gas prodotto rispetto ai consumi nazionali (appena 8% secondo gli ultimi dati del Ministero) sono dei fattori su cui è impossibile imperniare una reale economia di base per la nostra società. Dopo una vera transizione verso le energie rinnovabili invece i posti di lavoro non potranno che aumentare rispetto ad oggi, perché il ciclo economico sarà più efficiente. Esistono in Italia dei centri di ricerca che si occupano di realizzare modelli con cui realizzare nel concreto la transizione economica ed energetica, per cui il supporto della scienza in questo caso non manca. Esistono anche delle città all’estero, come nel caso di Friburgo in Germania, dove ciò è già avvenuto al 100% e sono degli esempi da cui poter attingere a piene mani. La transizione verso le energie rinnovabili non è finzione: è il futuro.
Inoltre non è chiaro in che modo lo stop alle future richieste di ricerca ed estrazione contenuto nel DL Semplificazioni approvato mercoledì 6 febbraio possa danneggiare i posti attuali, dato che le concessioni in uso non vengono toccate. Possiamo condividere con il Sindaco la posizione che questa norma sia migliorabile in alcuni dei suoi contenuti, come ad esempio la probabile incostituzionalità che potrebbe decretarne l’annullamento o la paradossale eventualità che dalla Croazia vengano rilasciati permessi di ricerca ed estrazione al limite delle nostre acque territoriali, cioè le famose 12 miglia. Ma le continue dichiarazioni di de Pascale che annuncia a più riprese un “blocco della produzione nazionale” da cosa derivano? Perché uno stop di 18 mesi alle future concessioni bloccherebbe senza esitazione la produzione che deriva dalle concessioni attuali?