Qualche settimana fa una nuova delibera regionale andava a specificare meglio alcune questioni legate alla normativa sul divieto di azzardo all’interno di un raggio di 500 metri da luoghi sensibili. La delibera aveva creato grandi allarmismi e avevo immediatamente depositato interrogazione alla nostra Giunta per capire se e come avrebbe influito nel territorio del Comune di Ravenna. Durante il consiglio comunale di ieri è arrivata la risposta dell’assessora Morigi. E il punto cruciale è proprio quello che aveva sollevato un polverone qualche settimana fa: “Si precisa che il periodo di proroga di sei mesi connesso alla richiesta di delocalizzazione può, in ragione di particolari esigenze che ciascun Comune potrà valutare e dovrà adeguatamente motivare nei relativi provvedimenti, essere ulteriormente prorogato per un massimo di ulteriori sei mesi”. L’assessora Morigi ha confermato i nostri dubbi sul fatto che “particolari esigenze” sia assolutamente non chiaro e possa lasciar aperte interpretazioni completamente differenti da territorio a territorio. Nella risposta l’assessora stessa ha confermato anche il fatto che si sarà costretti a chiedere ulteriori pareri e chiarimenti in Regione per avere una uniformità di valutazione su questi aspetti e non esporre il Comune ad ulteriori rischi di ricorsi. Insomma un atto regionale che doveva chiarire alcune questioni si è rilevato un pastrocchio che rischia di rendere ancora più complicata l’applicazione di una legge regionale che abbia sempre ritenuto valida, per gli enti territoriali.
Avevamo formulato un’altra serie di domande per capire e avere un aggiornamento sullo stato di avanzamento della mappatura a Ravenna e le risposte dimostrano ancora una volta l’enorme difficoltà nell’ottenere risultati sul territorio comunale in mancanza di prese di posizione e leggi chiare nazionali. Infatti su 31 sale dedicate all’azzardo sul territorio comunale, 26 rientrano tra quelle “vicine” (entro 500 metri) ai luoghi sensibili. Di queste sale, due risultano già con attività cessate mentre per le restanti l’assessora ha confermato che entro il 20 settembre scorso sono partiti 24 avvii di procedimento per la chiusura. Da quel momento, una sala effettivamente è stata chiusa, mentre sono partite tutta una serie di iniziative per bloccare, limitare, o rallentare il procedimento: da richieste legittime di nuova misurazione (da effettuarsi con contraddittorio) a diffide, da richieste di sospensione a ricorso al TAR.
Un ultimo appunto che non riguarda l’interrogazione di ieri. Finito il consiglio comunale apprendo dalla stampa che anche a Faenza con un’ordinanza firmata dal sindaco nella giornata di lunedì, il Comune ha modificato la disciplina riguardante gli orari di apertura delle sale giochi, sale videolottery e sale scommesse. Visto che a luglio la Giunta aveva promesso lo stesso provvedimento a Ravenna, che sono passati 6 mesi, continuiamo a chiedere al nostro Sindaco che si faccia coraggio e segua l’esempio dei suoi colleghi concretizzando quella “volontà di produrre una sorta di orario di accesso al gioco uniforme in tutta la provincia per contrastare il fenomeno del turismo da slot che consente ai giocatori di spostarsi da un Comune ad un altro usufruendo degli orari più vantaggiosi”.
Massimo Manzoli – Consigliere Comunale Ravenna
Ravenna in Comune
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