Mentre la situazione della Statale Ravegnana sta ancora soffrendo delle conseguenze del disastro della Chiusa San Bartolo, e degli inevitabili e gravi disagi che ciò comporta sulla vita quotidiana delle persone che devono spostarsi in tutta quella parte di territorio, ci sembra che la ricerca di soluzioni che vadano al di là dell’emergenza sia ancora di là da venire.
In precedenti comunicati abbiamo dato atto al Sindaco e ai nostri amministratori di non aver adoperato toni trionfalistici e facili promesse nel presentare il problema alla cittadinanza. Ma ci sembra che stenti, o manchi del tutto, la volontà di aprire una discussione seria e avviare proposte concrete per affrontare il problema della mobilità sostenibile in un orizzonte di medio periodo e – ancor più – di lungo periodo.
Come già abbiamo detto (per altro con poco ascolto da parte delle istituzioni e degli organi d’informazione) stanno venendo al pettine nodi irrisolti di un sistema di trasporto squilibrato e quasi tutto concentrato sull’uso dell’auto privata. Buche nell’asfalto in strade assolutamente non adatte a sopportare alti volumi di traffico, ingorghi, code e maleducazione stradale nei punti di deviazione del traffico, lamentele (a proposito e a sproposito, per la verità) da parte della cittadinanza e aumento del costo reale degli spostamenti per i residenti nei foresi, sono solo l’epifenomeno di uno sviluppo sballato, che noi – assieme a tutte le realtà che operano nel mondo dell’ ambientalismo e della difesa del territorio – abbiamo sempre denunciato, spesso prendendoci l’epiteto di allarmisti, catastrofisti, nemici del progresso e anche di peggio.
Crediamo che non si possano rimandare in eterno la discussione e la proposta su come debbano essere i trasporti del futuro (ma non solo il futuro lontano, anche quello prossimo). E’ proprio impossibile mettere all’ordine del giorno un serio ragionamento sul potenziamento del trasporto pubblico, che renda possibile, conveniente e “attraente” lasciare la macchina a casa e prendere l’ autobus ? E’ così irrealistico predisporre più punti parcheggio per chi viene dai foresi, dai quali far partire un vero servizio di bus-navetta per l’interno della città, in modo da limitare consistentemente il numero dei veicoli che si infilano verso il centro urbano ?
Di più, è così insensato riprendere in mano una vecchia proposta dell’ambientalismo degli anni 80-90 (ma che aveva suscitato notevole interesse anche a livello dell’ Amministrazione Regionale di allora, per esempio) per la costruzione di un sistema di “metropolitana di superficie”, a orario cadenzato, nella tratta Ravenna – Forlì, lungo l’asse dei lidi e in altri tratti “scoperti” del territorio urbano ed extraurbano ?
Ed è così assurdo mettersi a lavorare per l’organizzazione seria di un sistema di trasporto privato condiviso anziché esasperatamente individualista?
Siamo perfettamente consapevoli che non è nei poteri del Comune risolvere da solo questi problemi. Ma il Comune potrebbe e dovrebbe – in tempi stertti – chiamare attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati (Stato, Regione, Provincia, Agenzie della mobilità, Decentramento, comuni limitrofi, partecipazione popolare) e avviare un serrato confronto fin da subito. Il che sicuramente avrebbe un effetto a macchia d’olio e indurrebbe anche altri comuni a fare altrettanto. E siamo perfettamente consapevoli del fatto che ci vorrà anche una profonda “riforma” del modo di pensare e dei comportamenti delle comunità e dei singoli cittadini. Ma se non si comincia mai non si fa mai nulla, e saremo sempre più costretti a cimentarci, un’emergenza dietro l’altra, con una mobilità insostenibile e impazzita.
“Se non si prova non si fa niente. E se non si fa niente che ci si sta a fare su questa Terra” (James Stewart in “Shenandoah, la valle dell’onore”)
Pippo Tadolini
Consigliere territoriale Ravenna in Comune