Convenzioni con associazioni culturali
Una procedura aperta quinquennale per le convenzioni con gli attori del mondo culturale. Crediamo che il compito dell’amministrazione sia valorizzare il tessuto associativo culturale della città , indirizzandolo o selezionandolo secondo i propri obbiettivi culturali con coraggio. Un vero e proprio appalto quinquennale come questo servirà a dare un po’ di stabilità a chi già esiste e lavora ma terrà fuori dal meccanismo delle convenzioni tutte quelle realtà che potrebbero nascere nei prossimi anni. Naturalmente ci saranno altri strumenti con cui sostenerli ma non ci pare proprio che questo sia il modo per sostenere le realtà culturali nascenti.
Nella delibera discussa oggi come criteri di valutazione è indicato un semplice “qualità artistica”. Fermo restando che nel bando tutto ciò, probabilmente, sarà meglio chiarito, noi ci troviamo a valutare e votare questo testo. E allora quel criterio di valutazione scritto così resta troppo soggettivo, crediamo che politicamente andava espresso meglio cosa la giunta intenda per “qualità artistica”. Nel nostro programma e in diversi documenti sul tema in campagna elettorale, ad esempio, avevamo insistito su alcuni temi secondo noi essenziali:
1.sostenere in particolare le associazioni culturali che producono cultura (fanno sperimentazioni, produzioni di nuovi spettacoli o progetti o opere , residenze artistiche etc .) piuttosto che quelle che promuovono solamente fruizione
2.sostenere chi produce sinergia e rete, facendo crescere anche nuovi artisti o soggetti e mettendo loro a disposizione competenze e spazi
3.favorire i giovani artisti non relegandoli alle politiche giovanili
4.favorire chi è specializzato e di nicchia e quindi promuove qualità specifica ed ha anche un target specifico, aumentando e diversificando i potenziali fruitori locali e non
5.sostenere chi ha respiro internazionale sia come reti (partner, festival) che come soggetti coinvolti che come fruitori , per uscire dal localismo anche se non miriamo più alla capitale della cultura
6.promuovere documentazione, catalogazione, sedimentazione, archiviazione/musealizzazione delle produzioni culturali (doni al comune di opere ad es.)
Questi concetti in parte, ma solo in parte, compaiono al punto C tra gli obiettivi, mentre per noi dovevano essere il cuore dei criteri per stringere le nuove convenzioni. E’ un terreno non facile. Per questo crediamo, inoltre, che la delibera dovesse già dettare le linee guida per prevedere verifiche e monitoraggi nel merito , sul pubblico previsto, sulla disseminazione, sulla ricaduta sulla città in termini di fruizione ed innovazione, oltre che sull’utilizzo del contributo erogato.
Possiamo condividere il fatto che la convenzione sia lo strumento migliore per sostenere i progetti di portata pluriennale, come ha sostenuto l’assessora Signorino in consiglio. Proprio per questo l’applicazione di questa delibera significherà escludere a priori tutte le realtà che dal 2018 nasceranno o avvicenderanno Ravenna, e significherà togliere loro la possibilità di accedere al miglior strumento possibile.
Per i motivi di cui sopra il nostro votato su questa delibera sarà contrario.
Convenzione gestione Teatro Rasi
Ribadiamo i dubbi espressi in commissione. La delibera sembra piuttosto confusa perché si parla prevalentemente di gestione del teatro Rasi e di garantire in esso la presenza di un nucleo di produzione teatrale e poi quasi per inciso di stagione di prosa realizzata prevalentemente presso il Teatro Alighieri.
E allora la domanda su cui insistiamo è la seguente. Perché non scorporare la gestione del Rasi dalla programmazione della stagione di prosa? Già la programmazione del teatro Alighieri è in mano a Ravenna Manifestazioni, fondazione a maggioranza pubblica. Non sarebbe stato più utile mantenere sotto il controllo pubblico anche la programmazione della prosa (Ravenna Manifestazioni stessa?) in modo da realizzare, anche a livello gestionale, una vera e propria unica “stagione dei teatri” come richiamato in commissione?
Nella delibera, poi, non condividiamo il fatto di assegnare solo 30 punti tra “curriculum” e capacità di gestione che, cito, deve essere quella di consolidare la produzione teatrale e realizzare un’adeguata programmazione, valorizzare il teatro e lo spettacolo dal vivo, la ricerca e le forme di sperimentazione artistica. Un teatro dovrebbe essere aperto e attivo 365 giorni all’anno, 16 ore su 24. Per rendere fattivo questo obbiettivo serve grandissima capacità di gestione prima che di qualità del progetto artistico. Visto che stiamo parlando della gestione di un teatro, è poi anche il titolo della delibera, e non del finanziamento per sostenere una produzione teatrale probabilmente avremmo compreso maggiormente un criterio ribaltato.
Per i motivi di cui sopra il nostro votato su questa delibera sarà contrario.