Ravenna in Comune fin dalla sua costituzione ha posto come tema centrale il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. Tema portato avanti in maniera chiara e decisa durante la campagna referendaria in cui si è cercato di coinvolgere la cittadinanza nella discussione dei temi legati alle trivellazioni di fronte alla costa romagnola. Diversa è stata l’azione politica dei partiti di maggioranza a Ravenna che hanno puntato al boicottaggio di quel referendum invitando la cittadinanza a non andare alle urne per esprimere il loro parere su un tema così fondamentale per la nostra città.
Pochi giorni fa è stata annunciata la volontà di smantellare le piattaforme Angela e Angelina, una notizia positiva. Va sottolineato, però, che se Angela verrà rimossa nel più breve tempo possibile, per Angelina è ancora in fase di studio un progetto più complesso, quindi non è dato sapere in che tempi avverrà l’intervento e questo ci preoccupa. Come ci allarma venire a conoscenza che ci siano ancora politici di maggioranza che considerino bufale il legame tra abbassamento del suolo dei liti in prossimità delle attività di estrazione più vicine alla costa. Intendiamo ricordare ancora una volta come il fatto che l’attività delle piattaforme vicino alla costa, acceleri i processi di subsidenza, contribuendo indirettamente al fenomeno dei cambiamenti climatici e con essi l’innalzamento del livello del mare sia ben presente su studi scientifici di istituzioni pubbliche come ARPA e Regione Emilia-Romagna. E ci allarma non sapere con chiarezza il piano di investimenti annunciato da ENI in quale direzione andrà.
Per questi motivi Ravenna in Comune ha aderito alla campagna di sensibilizzazione lanciata da Legambiente e Gruppo Rottama Italia di Ravenna contro il “pink washing” proposto da ENI che vedrà l’illuminazione di rosa delle piattaforme Angela Angelina il 7 luglio. E’ evidente che non si tratta di un boicottaggio dell’evento “Notte Rosa” ma un modo di risollevare le questioni legate all’ambiente, alla subsidenza che legata all’innalzamento del livello dei mari potrebbe portare a mareggiate sempre più frequenti e gravi sui nostri lidi, al mercato dell’energia e al futuro della nostra città.
Invece di lanciarsi in questo regalo alla città che, nella realtà, resta una campagna di marketing spicciola sarebbe stato più opportuno che ENI spiegasse ai cittadini di Ravenna cosa intenda fare dell’ex raffineria Sarom, area in cui ENI stessa ebbe il via libera alla realizzazione di un progetto di cittadella nautica nel 2009. Sono passati 8 anni e in quella zona restano le erbacce, gli arbusti sempre più alti, i terreni sono ancora da bonificare e continuano ad accumularsi metalli pesanti ed idrocarburi nell’ambiente circostante.
La nostra adesione al #nopinkwashing è il boicottaggio ad una forma di comunicazione che con “una mano di rosa” sembra voglia metter fine a ogni discussione nel merito delle politiche energetiche e dei problemi ambientali. Ravenna in Comune è contraria a questo utilizzo semplicistico e propagandistico delle immagine delle trivelle e rilancia con forza una discussione vera e reale su queste tematiche, quella che è stata boicottata nell’aprile 2016.