OGNI MORTO DI LAVORO IN PORTO RINNOVA LA VERGOGNA PER QUALCOSA DI INACCETTABILE PER RAVENNA A TRENT’ANNI DALLA STRAGE MECNAVI
Ravenna in Comune esprime il più sincero cordoglio alla famiglia, agli amici e ai colleghi dell’operaio che ieri pomeriggio ha perso la vita in un incidente avvenuto al porto
Solo pochi giorni fa abbiamo letto sui giornali della presentazione in Regione di una interrogazione da parte del Prof. Piergiovanni Alleva de l’Altra Emilia-Romagna (che a Ravenna aderisce a Ravenna in Comune). Conteneva un lungo elenco di caduti, tra morti e feriti, sul fronte di quello che sembrerebbe più un campo di battaglia che un luogo di lavoro: il porto di Ravenna. Eppure solo il mese scorso abbiamo ricordato davanti allo scalone comunale il trentesimo anniversario di quella enorme vergogna per Ravenna rappresentata dai morti di lavoro nel cantiere Mecnavi. La richiesta rivolta al Presidente della Regione può essere girata senza mutare virgola al Sindaco: appena scaduto il protocollo d’intesa per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna, rinnovato l’ultima volta con durata triennale il 19 marzo 2014, cosa si aspetta a rinnovarlo? Il Comune lo ha sottoscritto assieme alla Prefettura, alla Regione, a Confindustria, alle organizzazioni sindacali, all’Autorità portuale, alla Capitaneria di Porto e a molti altri enti/amministrazioni. Chi si sta tirando indietro? La fine di una vita stroncata da un carrello elevatore non ammette traccheggiamenti. Il protocollo andrebbe ampliato nei contenuti quanto a tipologie di lavoro, senza distinguere più tra lavoro portuale in senso stretto e lavoro comunque svolto in porto: anche i camionisti sono lavoratori, come i portuali, i picchettini, gli operai, i facchini del retroporto, ecc. ecc. Andrebbe posto sotto osservazione anche il lavoro sui piazzali, nei depositi, nei cantieri, senza distinguere tra chi è alle dipendenze dirette dell’impresa e chi invece di una cooperativa, autentica o spuria, oppure di se stesso, padrone solo dell’automezzo.
Davanti alla inaccettabilità di una morte di lavoro le organizzazioni sindacali hanno ricordato “che ciò che si spende per la prevenzione, in qualsiasi attività lavorativa nel porto, è da considerarsi quale investimento fondamentale ed indispensabile al fine di prevenire le tragiche conseguenze che siamo oggi a testimoniare” e hanno indetto uno sciopero per tutta la giornata di sabato prossimo per tutti i lavoratori portuali.
Ravenna in Comune si schiera come sempre ha fatto dalla parte dei lavoratori e richiede che al cordoglio manifestato dalla politica facciano seguito fatti: se la prevenzione è un costo, il prezzo da pagare per risparmiare quel costo non può essere quello del perdurare della vergogna per le morti di lavoro nel porto della nostra città!