Ravenna in Comune aderisce alla mobilitazione proposta dalla rete delle CITTA’ IN COMUNE, contro i decreti Minniti-Orlando ed invita tutta la cittadinanza a partecipare al presidio che si terrà nella giornata dell‘8 Aprile 2017 ore 9.45 in piazza Enaudi a Ravenna.
La riforma in materia di accoglienza dei rifugiati voluta dal governo Gentiloni, e che ha visto come principale artefice il ministro dell’Interno Minniti, è una riforma sbagliata e inumana, che ci riporta di colpo indietro alle politiche muscolari dei governi di centrodestra. Mentre si alzano voci di sdegno nei confronti di Donald Trump, è l’Italia stessa, con il supporto dell’Unione europea, a costruire un muro diplomatico, politico e amministrativo nel mezzo del Mediterraneo: si è scelto – ancora una volta, anche in questo caso – di cominciare dagli effetti e di dimenticare le cause delle migrazioni forzate.
Gli articoli da 1 a 5 prevedono l’istituzione presso 14 Tribunali ordinari di sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale, comportando in tal modo una netta violazione dell’art. 3 della Costituzione in
tema di eguaglianza e parità di trattamento dei richiedenti asilo.
L’esigenza di assicurare una maggiore celerità ai ricorsi giurisdizionali in materia di immigrazione, a fronte del significativo aumento di richieste di protezione, conseguente all’eccezionale afflusso di migranti, dal quale è derivato l’altrettanto eccezionale aumento delle impugnazioni, ricade interamente sulle spalle dei richiedenti protezione: categoria particolarmente vulnerabile, che ricomprende anche donne incinte o persone che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza.
Viene prevista una spesa per aperture di nuovi centri pari ad € 19 milioni, scelta poco comprensibile anche considerando il fallimento di tutte le politiche repressive degli ultimi anni.
È possibile dunque affermare che il nuovo decreto, nel tentativo di raggiungere gli obiettivi prefissati, determina una indubbia compressione dei diritti dei richiedenti protezione internazionale e rappresenta una clamorosa occasione mancata, l’ennesima di questa legislatura. Si sarebbe potuta avviare l’auspicata revisione sistematica del corpus di norme disciplinante la protezione internazionale e, più in generale, le politiche migratorie e la condizione dello straniero nel nostro Paese, come peraltro previsto dall’articolo 7 della legge n. 154 del 2014 (legge di delegazione europea). Si sarebbe dovuto incentivare il sistema di accoglienza diffusa, neanche questo è previsto.
Con le sanzioni amministrative contro le persone senza dimora, i migrati senza regolare permesso, persone in stato di povertà estrema, persone in situazione di disagio sociale ed economico, in nome della sicurezza e del decoro urbano si colpiscono i poveri ma non le cause della povertà.
Una delle norme che più risulta dannosa (e odiosa) è quella prevista dall’art. 11 del decreto, che disciplina – solo sul versante securitario e nell’ottica della preminente tutela della proprietà – lo sgombero di immobili occupati arbitrariamente. Si legalizza l’impiego della forza pubblica senza tenere conto della condizione sociale delle persone e dei nuclei familiari occupanti (minori, anziani, persone con disabilità) e senza verificare la possibilità di accedere ad una dignitosa soluzione abitativa alternativa.
Aderiscono all’iniziativa: Partito Comunista Italiano, Altra Emilia Romagna, Possibile, Verdi, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Il circolo Dock61, Asra (associazioni dei senegalesi), Gruppo di lavoro cittadine del Mondo-Casa delle Donne, Comitato Cittadino Antidroga, Coalizione Italiana contro la Pena di Morte Onlus