11/01/2017 Commissione consiliare n.1 congiuntamente a Commissione consiliare n.9 su PIAZZA KENNEDY
o.d.g.: petizione del 10/11/2016 relativa alla richiesta di “Rimozione, con valutazione su altra collocazione, dei bagni pubblici e degli altri padiglioni prefabbricati installati il 27/10/2016 in Piazza Kennedy”.
La petizione è stata firmata da 860 cittadini; presenta la petizione la prima firmataria . Risponde il Sindaco.
Il Sindaco informa che entro il mese di febbraio i lavori di Piazza Kennedy saranno conclusi ed i bagni rimossi. Ammette che non c’è stata una progettazione omogenea ; che in una prima fase si era pensato di non rimettere mano alla progettazione, conclusa nella precedente legislatura, ma che a seguito delle richieste forti dei cittadini si è deciso di intervenire. Informa anche che sono stati definitivamente revocati i bandi, precedentemente pubblicati, per la gestione di tre chioschi nella piazza; l’edicola rimarrà nell’attuale collocazione. Entro il mese di febbraio saranno rimossi i servizi igienici e spostati in Piazzale Aldo Moro in sostituzione di quelli esistenti. Successivamente da Piazza Kennedy sarà rimosso anche l’attuale vano tecnico che contiene tutti i sottoservizi ed allacciamenti necessari per allestimento di spettacoli ed eventi nella piazza; sarà sostituito da un vano tecnico meno impattante.
L’ampio dibattito dei consiglieri sottolinea lo speco di risorse pubbliche connesso al fare e disfare, l’assenza di programmazione nella gestione dei lavori del Comune e di chiarezza di rapporto con la Sovrintendenza, la non individuazione delle responsabilità degli errori commessi,il dubbio sulla reale necessità di pedonalizzazione di Piazza Kennedy , del perché l’attuale amministrazione non sia intervenuta prima, visto che i bagni non sono stati installati nella precedente legislatura ma in ottobre 2016, la necessità che la piazza diventi un luogo di incontri e di eventi.
LE MIE CONSIDERAZIONIù
Su piazza Kennedy è stato detto e scritto di tutto e di più, quindi non ripeto quanto già tutti, secondo diverse prospettive hanno già espresso. Solo alcune considerazioni.
1.Tutta la vicenda ha dimostrato da parte dell’amministrazione comunale, passata e presente, l’assenza di un’idea di città: da una progettazione iniziale della piazza che ricreava virtualmente attraverso archi e fabbricati quello che era l’assetto precedente lo sventramento degli anni ’30, all’esito di una piazza vuota. Questo attraverso ripensamenti la cui storia non ci è dato sapere, ma che presumo siano il frutto di tentativi di compromessi tra interessi ed i dee tra loro contrastanti. Un esempio per tutti i famosi bagni pubblici che si dicono progettati su richiesta delle associazioni di categoria dei commercianti, ma della cui fattispecie estetica la responsabilità non è di nessuno (probabilmente anche quei fabbricati sotto gli archi inizialmente previsti, ci potevano stare, con un minore impatto). Forse sarebbe stato meglio, una volta fatta una scelta portarla fino in fondo.
2.Un altro punto critico emerso è il rapporto dell’amministrazione comunale con i cittadini e con le loro forme associative. De Pascale dice che l’attuale Giunta ha deciso di intervenire a seguito della richiesta di tanti cittadini. C’è chi lo considera un alibi per modificare decisioni prese su cui l’amministrazione attuale non è più d’accordo, senza nel contempo dover dire che si disconfermano decisioni prese dalla precedente Giunta. Altri invece considerano positivo cogliere , anche se tardivamente ,le richieste dei cittadini. Ovviamente tutto il rapporto cittadini/amministrazione sul tema piazza Kennedy ha risentito della campagna elettorale nel pieno del cantiere. L’assenza di un’idea di città, di cui non può essere portatore che chi la governa, implica che qualsiasi progetto rischi di essere in balia di chiunque esprima un’ opinione, più o meno esperta e qualificata, o un interesse .
3. Il rapporto tra la città e la sua archeologia è un altro nodo irrisolto a Ravenna. Anche se per alcune aree la mappatura delle potenzialità archeologiche non è completa, si sa bene che cosa si trovi a diversi strati sotto l’attuale città di Ravenna ed anche che cosa sia possibile portare e lasciare alla luce, quanto questo possa costare e se si sia in grado di affrontare i costi che proteggere un’area archeologica comporta. Se non si è in grado di valorizzare un’area archeologica, tenerla coperta è la miglior protezione. Sarebbe necessario che l’amministrazione si desse delle priorità di lungo periodo e soprattutto le rendesse note e le motivasse. Di nuovo il tema è : che idea di città.
4. Nonostante abbia più volte ribadito la necessità di chiusura del centro storico alle auto ed il solo accesso ai mezzi pubblici , mi chiedo se veramente piazza Kennedy fosse la prima piazza da trasformare , con l’eliminazione del parcheggio. Quell’area, a parte l’epoca romana (in parte) e l’epoca fascista ( con la successiva parentesi di uso come piazza del mercato) non è mai stata storicamente piazza; trasformare un non luogo come un parcheggio in un luogo di socializzazione ed aggregazione non è impresa facile. In che idea di città si colloca questa piazza?
La commissione consiliare n.6 si è riunita il 17 gennaio per esaminare “Accordo provinciale per l’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ nelle scuole di ogni ordine e grado 2016/2020”
Introduce l’ass. alla Pubblica Istruzione e Infanzia Ouidad Bakkali.
Si tratta della revisione del precedente accordo che disciplina la collaborazione istituzionale tra Provincia Comuni, Azienda U.S.L.,Ufficio Scolastico Regionale ambito territoriale di Ravenna,Istituzioni Scolastiche.
L’ass. sottolinea che col rientro in capo al Comune di Ravenna dei Servizi Sociali precedentemente gestiti dall’ASP, la competenza delle funzioni relative all’integrazione scolastica , compresa la gestione degli educatori , diventa dell’Area Educativa (non più del sociale) che in precedenza si occupava solo dell’intervento nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Informa che le ore settimanali di educatore per gli alunni disabili fornite dal Comune (dall’ASP con fondi comunali) sono passate da 1789 nel 2011 a 3157 nel 2016, che gli alunni seguiti sono più che raddoppiati e che nel 2016 la spesa è stata di oltre 2 milioni di euro.
Io intervengo per sottolineare che il testo dell’accordo è sicuramente migliorativo rispetto al precedente e che tuttavia è necessario fare il punto sul reale stato di attuazione dell’accordo e sulle concrete difficoltà che alcuni enti hanno avuto nel mantenere quanto previsto, in particolare l’Azienda U.S.L. che ha in primis la responsabilità delle diagnosi cliniche e funzionali, delle certificazioni e della conseguente stesura dei PEI (piani educativi personalizzati) e che ha forte criticità in termini di personale.
Ritengo sarebbe opportuno affiancare all’accordo pluriennale uno strumento che consenta annualmente di concordare le risorse finanziarie e di personale che ogni ente mette a disposizione, considerate le non poche criticità emerse in materia.
Da parte di diversi consiglieri emerge l’esigenza di richiamare la scuola alle proprie responsabilità in termini di qualificazione e continuità degli insegnanti di sostegno.
L’ass. mi risponde che reputa difficile un accordo annuale sulle risorse, ma che è disponibile a riferire periodicamente in commissione sullo stato di attuazione dell’accordo.