Di: Raffaella Sutter
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MARTEDI’ 13 DICEMBRE.
- Parte prima (Consiglio straordinario sul porto)
All’ O.D.G.
1. RICHIESTA DI CONVOCAZIONE ai sensi art.43 Regolamento CC : RICHIESTA P.G. 154361/2016 DEL 28/10/2016 DI GRUPPI CONSILIARI DI OPPOSIZIONE AI SENSI DELL’ART. 43 DEL REGOLAMENTO SUL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE IN MERITO ALLE EMERGENZE NELLA GESTIONE PUBBLICA DEL PORTO DI RAVENNA
2. MOZIONI
2.1. MOZIONE PRESENTATA DAI CAPIGRUPPO DI OPPOSIZIONE SUTTER, ANCISI, ALBERGHINI, ANCARANI, BUCCI, GARDIN, GUERRA DAL TITOLO FUORI LA POLITICA DALL’ECONOMIA DEL PORTO
2.2. MOZIONE PRESENTATA DAI CAPIGRUPPO DI OPPOSIZIONE SU ATTIVITA’ DI PROSPEZIONE E RICERCA DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI NEL COMUNE DI RAVENNA DENOMINATO LA STEFANINA
2.3. ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE COMUNALE MASSIMILIANO ALBERGHINI SULLA SICUREZZA
2.3. ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DALLA CONSIGLIERA CINZIA VALBONESI (GRUPPO PD) IN MERITO: “MISURE A FAVORE DEL POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO DOGANALE NEL PORTO DI RAVENNA”.
2.4. PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO PRESENTATA DA M. BUCCI GRUPPO CONSILIARE LA PIGNA SU MISURE A FAVORE DEL POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO DOGANALE DEL PORTO DI RAVENNA
La richiesta di convocazione del Consiglio Comunale avanzata congiuntamente da tutti i gruppi di opposizione chiedeva al Sindaco di riferire sui seguenti punti di discussione:
1.svuotamento/riqualificazione casse di colmata
2. progetto di escavo dei fondali
3.trasparenza dell’Autorità portuale con particolare riferimento alla gestione del personale
4.adeguamento del sito internet dell’A.P. agli obblighi di trasparenza.
Io, come prima firmataria, ho presentato la mozione, sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione.
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MOZIONE
FUORI LA POLITICA DALL’ECONOMIA DEL PORTO
È finalmente giunto a conclusione il lunghissimo procedimento di designazione del presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna. Nove lunghi mesi durante i quali i nomi del Commissario militare contrammiraglio Meli e del Segretario generale ing. Margorani, si sono frequentemente letti sulla stampa locale, ma non certo perché abbiano mosso alcunché sulle tanto attese e indispensabili manutenzioni dei fondali e delle banchine, del cui mancato svolgimento era stato imputato il presidente Di Marco. Non c’è del resto traccia, andando in giro per il porto, di qualsivoglia cantiere, eccettuata quella vera e propria “fabbrica del Duomo” rappresentata dalla mala riqualificazione della Piallassa del Piombone. La stampa ha piuttosto dato conto delle accuse rivolte al duo stesso di erogazioni arbitrarie a taluni dipendenti di premi una tantum e continuativi, di incentivi monetari per progettazioni in assenza di lavori e progetti, di rivoluzioni organizzative improntate alla discrezionalità e in contrasto con precise direttive del ministero, di nomine illegittime, ecc. Tutto ciò in un contesto di inaccettabile confusione, al punto da risolversi nell’arresto di un funzionario dell’ente, l’ing. Luca Antonellini, non per aver arrecato danno alle pubbliche risorse, ma per aver esagerato (questa l’accusa) nell’accusare di ciò gli stessi Commissario e Segretario.
Di questi nove mesi di impantanamento del porto è comunque direttamente responsabile la maggioranza che amministrava ieri e amministra oggi Ravenna.
Ora, con la nomina a Presidente di Daniele Rossi, è possibile e doveroso fare tabula rasa, praticando nell’ente porto l’auspicata discontinuità gestionale. La nomina del Presidente non completa però gli organi indispensabili al funzionamento delle nuove Autorità di sistema portuale. Oltre al Presidente (e all’indispensabile collegio dei revisori) devono essere nominati i componenti del Comitato di Gestione. A parte il rappresentante della Direzione Marittima, la nomina degli altri due membri è rispettivamente prerogativa della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna. Dovendo i nominati possedere gli stessi requisiti previsti per il Presidente dell’Autorità Portuale, è dunque finita anche la stagione dei delegati “politici” del Sindaco e del Presidente della Regione. Va anzi sottolineato come proprio i delegati loro che nel recente passato si sono seduti nel Comitato Portuale non possiedano le caratteristiche previste dalla legge per entrare nel nuovo Comitato di Gestione: né il consigliere Gianni Bessi, per la Regione, né il precedente Vicesindaco Mingozzi o l’attuale Eugenio Fusignani, per il Comune, sono in possesso di “comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”, come richiede la legge vigente.
In ragione di quanto sopra,
IL CONSIGLIO COMUNALE
CHIEDE AL SINDACO
di determinare sin d’ora, anche con il concorso delle forze di opposizione nel Consiglio Comunale, il rappresentante del Comune di Ravenna in seno al Comitato di Gestione dell’ente portuale, scegliendolo tra i soggetti aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, come previsto dalla normativa vigente.
Ciò al fine di non arrecare, per quanto di competenza del Comune, ritardo nel completamento degli organi dell’ente portuale e al principale fine di garantire la necessaria esperienza e qualificazione nella conduzione del porto di Ravenna.
I CAPIGRUPPO DI OPPOSIZIONE
Raffaella Sutter (Ravenna in Comune), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Massimiliano Alberghini (gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Maurizio Bucci (La Pigna), Michela Guerra (CambieRÀ)Samantha Gardin (Lega Nord)
Presentando la mozione ho aggiunto, per meglio argomentare la richiesta,
1. che per la selezione del proprio rappresentante il Comune di La Spezia e la città metropolitana di Roma hanno scelto, a differenza di Ravenna, il bando pubblico definendo criteri chiari e precisi
2.che una recente interpretazione autentica del Direttore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ulteriormente precisato che l’art.9 del decreto legislativo 169/2016 stabilisce che del Comitato di gestione portuale devono far parte soggetti aventi “competenza professionale” omogenea a quella del presidente dell’A.P., con la conseguenza che vanno escluse esperienze legate esclusivamente a incarichi politici e/o istituzionali; e che con competenza professionale non si intendono solo titoli scientifici o genericamente culturali, ma l’insieme delle attività professionali che evidenziano una padronanza pratica e operativa del settore.
- Parte seconda (Consiglio straordinario sul porto).
Il Sindaco ha risposto ad alcune delle questioni poste ed in particolare:
-che l’indirizzo del Comune è quello di trattare in loco con specifico impianto i sedimenti degli scavi, utilizzando per i sedimenti due casse di colmata e per i residui utilizzabili cave od altre aree portuali o di urbanizzazione
.che è necessario prima individuare le aree per stoccaggio dei sedimenti e poi scavare, non viceversa
-che il Terminal Trattaroli deve essere area di sviluppo e non di stoccaggio
-che è compito del Comune facilitare investimenti anche di nuovi soggetti imprenditoriali
-che gli enti pubblici non devono fare i terminalisti e di conseguenza il ruolo del Comune in Sapir va rivisto, riservando al Comune la sola proprietà delle aree come avviene in tutti gli altri porti e ridefinendo una mission pubblica
-che per quanto riguarda il personale di A.P. il Comune non può ingerire nell’organizzazione, ma chiedere trasparenza
-che la nomina del rappresentante del Comune nel Comitato di gestione portuale è responsabilità del sindaco nel rispetto della legge ed in coerenza rispetto agli indirizzi politici del Comune.
Dopo un ampio dibattito è stata votata la mozione da me presentata, che ovviamente è stata respinta in quanto è stata votata favorevolmente dai soli consiglieri di opposizione.
Alle domande poste con la richiesta di Consiglio straordinario e con la mozione il Sindaco ha risposto parzialmente e niente di diverso da quello che ha detto poi il presidente di A.P. due giorni dopo nella sua prima uscita pubblica.
Vedremo che criteri utilizzerà De Pascale con la nomina di sua pertinenza nel Comitato di gestione portuale.
- Parte terza
Mozione su Attività di prospezione e ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Comune di Ravenna denominato “La Stefanina”
La mozione, presentata dai gruppi consiliari di opposizione congiuntamente, era già stata esaminata nella Commissione consiliare n. 4 (Ambiente, Sanità Pubblica, Qualità della Vita) di Venerdì 02 dicembre 2016 (il resoconto nella mia pagina FB dell’11 dicembre).
Dopo la presentazione della mozione da parte dell’opposizione la maggioranza ne ha presentata una propria e si addivenuti dopo ampia discussione ad una mozione congiunta firmata da tutti i gruppi consiliari.
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Proposta di mozione ai Gruppi consiliari del Comune di Ravenna avente come oggetto: attività di prospezione e ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Comune di Ravenna denominato “La Stefanina”
Premesso che:
• in data 29.10.2014 presso il Ministero dello sviluppo economico, Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche, la società Aleanna Resources LLC con sede legale in Delaware (U.S.A.) e sede secondaria a Matera, ha presentato istanza di permesso di ricerca in terraferma denominato “La Stefanina”, pubblicata sul BUIG in data 31.12.2014 ed interessante una superficie di 139 km2 comprendente i Comuni di Comacchio, Argenta, Alfonsine e Ravenna; stato attuale Fase del procedimento: “in corso presentazione VIA”,
• in data 12.09.2016 presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la stessa società ha presentato istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “Istanza di conferimento del Permesso di ricerca La Stefanina” compreso tra quelli elencati nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs 152/2006 e s.m.i al punto n.7 denominato: “Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sulla terraferma e in mare” e di averne dato pubblicazione sui quotidiani locali e nazionali in data 14.09.2016.
L’istanza in oggetto è stata pubblicata sul sito ministeriale il 21.09.2016. Il procedimento è stato tuttavia interrotto dal Ministero stesso per carenze della documentazione prescritta.
• che con l’approvazione del D.L. n. 133 del 12 settembre 2014 recante “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive “con particolare riferimento all’art. 37, qualifica le attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi e la realizzazione degli oleodotti e dei gasdotti come di “interesse strategico”, di “pubblica utilità” e “indifferibili”, limitando, con ciò, le prerogative riconosciute dalla Costituzione agli Enti territoriali.
Considerato che
• L’area Stefanina Nord ricade quasi interamente nello ZPS IT4060008, Valli del Mezzano, dista circa 3 km dai confini del Parco Regionale del Po Emilia Romagna e ricade quasi interamente nell’IBA “Valli di Comacchio e Bonifica del Mezzano”. L’area in questione conta la potenziale presenza di almeno 66 specie di interesse comunitario ed include 2 habitat di interesse comunitario,
• L’area Stefanina Sud ricade parzialmente nel SIC/ZPS IT4060004 “Valli di Comacchio” e nel SIC/ZPS IT4070021 “Biotopi di Alfonsine e del Fiume Reno”. L’area in questione include una porzione della Riserva Regionale di Alfonsine “Fascia boscata del canale dei Mulini” e ricade a Nord-Est nell’area contigua del Parco del Delta del Po e in parte nell’IBA “Valli di Comacchio e Bonifica del Mezzano”, conta la potenziale presenza di almeno 67 specie di interesse comunitario.
• le attività di rilievo geofisico 3D si protrarranno per circa per due mesi, sondando il terreno alla ricerca di idrocarburi mediante l’uso di camionette Vibroseis,
Che le camionette scuoteranno il terreno o, come si definisce in gergo tecnico, lo “energizzeranno”, inviando segnali (onde elastiche) nel sottosuolo ed analizzando la risposta, basandosi sullo stesso principio che sta alla base della tecnica per le prospezioni marine denominata “airgun”.
Che, anche in aree protette,vi saranno ben 26 linee “di vibrata” a La Stefanina Sud e altre 15 a La Stefanina Nord, a distanza di 500 metri ognuna nell’area Nord e 420 nell’area Sud. In totale saranno circa 5400 i punti di presa dati,
Che quando agiranno le camionette si sprigionerà una forza d’intensita’ pari a 10,000 chilogrammi peso ad una frequenza compresa fra i 6 e i 64 Hertz.
E che
Tutte queste indagini sono propedeutiche alle concessioni per la coltivazione di idrocarburi, e nulla può fare escludere che il sottosuolo in esame non possa rivelarsi produttivo, in quanto prossimo ai giacimenti di Dosso degli Angeli, Longastrino, Alfonsine, Pozzo Tre Motte, Pozzo Agosta, e ad altri giacimenti produttivi o già sfruttati in passato. Non per niente nello “Studio di Impatto Ambientale – Quadro di Riferimento Progettuale” redatto da Aleanna si legge: “Si evidenzia che l’attività di Rilievo Geofisico 3D, oggetto del presente SIA insieme al Permesso di Ricerca, sono previste al fine di approfondire nell’area la conformazione geologica e la presenza di reservoir sfruttabili.”
In un territorio di questo pregio ambientale e già ampiamente compromesso come il nostro (subsidenza, inquinamento, dissesto idrogeologico, faglie attive, ecc.) ci si domanda se la previsione dello sfruttamento di uno o più “reservoir” sarà compatibile.
Tenuto conto
che la società Aleanna non risulta aver rinunciato a richiedere il permesso di ricerca di cui sopra, per cui si giustifica mantenere elevato al riguardo il livello di attenzione,
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta:
ad adoperarsi affinché, nel caso di ripresentazione e successiva pubblicazione dell’istanza, tutte le informative e i documenti su questo progetto siano pubblicati tempestivamente sul Sito internet del Comune;
ad attivare urgentemente, nel caso stesso, gli uffici tecnici dedicati al servizio in oggetto affinché analizzino il progetto in questione e producano ed inviino entro i termini stabiliti dal Ministero, previo passaggio nella commissione consiliare Ambiente, le osservazioni di questa amministrazione locale;
a ribadire nuovamente quanto già emerso nelle discussioni avvenute in occasione del Question Time presentato in data 11 ottobre 2016 e in sede di Commissione Consiliare del 2 dicembre 2016;
a ribadire gli impegni già assunti dall’Amministrazione Comunale tramite:
• l’approvazione della delibera della Comunità di Parco del 12/10/2015 dove si richiedeva, in ogni sede e con le modalità previste per legge, alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove autorizzazioni e/o il rinnovo di quelle esistenti per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di coltivazione di idrocarburi nel territorio del Parco del Delta del Po trattandosi di area particolarmente fragile, soggetta a subsidenza naturale ed antropica, a dissesto idraulico, nonché in ragione del recente “riconoscimento di Riserva della Biosfera – MAB UNESCO”;
• l’approvazione all’umanità da parte del Consiglio comunale in data 01/04/2016 di un ordine del giorno nel cui dispositivo si invitava al “superamento dei punti di estrazione più vicini alla costa, … nonché a terra nelle aree del Parco del Delta del Po;
Al fine di tenere una posizione univoca e contraria, insieme agli altri enti locali coinvolti, ad ogni tipo di sondaggio e ricerca di idrocarburi a scopo estrattivo in zone naturalistiche ambientali di pregio.
Firmato:
Ancisi Alberghini Ancarani Bucci Gardin Guerra Sutter Barattoni Perini Rambelli Mingozzi
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La principale differenza tra la mozione presentata dai gruppi di opposizione e quella di compromesso è che nella prima si prendeva posizione contro la ricerca degli idrocarburi in tutto il territorio comunale e nella seconda solo in zone naturalistiche e ambientali di pregio.
Sono intervenuta sottolineando che avrei preferito una posizione più radicale contraria alla ricerca ed estrazione di idrocarburi in tutto il territorio ravennate ma che comunque avrei votato la mozione di compromesso, considerandola un primo passo positivo, da cui procedere oltre. Ho ritenuto comunque importante che il consiglio comunale assumesse una posizione politica chiara e almeno un punto fermo.
- Parte quarta.
E’stato discusso e approvato l’o.d.g. presentato dalla consigliera Valbonesi (PD) sulla dogana del porto di Ravenna, già discusso in commissione consiliare il 24/11.
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Ordine del giorno presentato dalla Consigliera comunale Cinzia Valbonesi “Misure a favore del potenziamento del servizio doganale nel porto di Ravenna”
PRESO ATTO
• che il porto di Ravenna riveste un ruolo strategico per lo sviluppo economico della Regione Emilia- Romagna e, per movimentazione merci e traffici, risulta di primario interesse nazionale ed Europeo in quanto punto nodale del corridoio Adriatico Baltico che collega Ravenna con gli altri porti del Nord – Est e costituisce la porta d’accesso per tutto il Mediterraneo e il FAR-EAST;
• che malgrado i cronici ritardi strutturali che hanno caratterizzato negli ultimi anni il porto di Ravenna in merito agli adempimenti viari, ferroviari e dei fondali, il traffico portuale del nostro scalo mantiene un livello competitivo positivo rispetto al quadro della portualità nazionale, registrando altresì nell’anno 2016 significativi segnali di ripresa in importanti settori merceologici;
• che a tale situazione positiva ha contribuito anche il pragmatico e costruttivo atteggiamento dell’Agenzia delle Dogane di Ravenna che, per scelta di responsabilità dei dirigenti locali e di tutto il personale che, a seguito di un costruttivo dialogo con i Soggetti pubblici e privati a vario titolo operanti nel sistema logistico/portuale, si è adoperato per agevolare e snellire notevolmente procedure e modalità autorizzative a favore dell’ottimizzazione del servizio offerto all’Utenza. Ne sono prova tangibile l’attivazione dello Sportello Unico Doganale e lo “sdoganamento in mare” che determinano sostanziali semplificazioni e aumentano l’efficacia e l’efficienza del servizio, con evidenti ricadute positive sulla competitività del nostro porto;
• che questo sforzo rischia di essere vanificato dall’assenza di puntuali e ineludibili interventi da parte di chi è istituzionalmente deputato ad organizzare a livello regionale e nazionale il servizio dell’Agenzia delle Dogane di Ravenna;
• che in questo contesto le RSU Dogane di Ravenna tramite un documento unitario siglato in data 12 settembre 2016 con le organizzazioni sindacali CGIL Funzione Pubblica e CISL FP Romagna richiedono l’apertura di un tavolo urgente di concertazione regionale avente ad oggetto la carenza strutturale, grave e perdurante dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna.
• Che con tale documento i firmatari lamentano, a fronte della loro reiterata disponibilità, il mancato riconoscimento delle peculiarità dello scalo di Ravenna, dei servizi che le tipologie merceologiche e di traffico comportano, delle difficoltà strutturali e logistiche connesse. Denunciano, inoltre, direttive incomplete e spesso contradditorie;
• Che nel su citato documento viene puntualmente posta in evidenza una grave e preoccupante carenza di organico che non può continuare ad essere ovviata semplicemente con la “buona volontà” dei lavoratori, soprattutto in un contesto nazionale che vede sensibilità maggiori in sedi doganali di minore importanza e complessità gestionale;
• Che si paventa nel lungo periodo che detta carenza di organico influisca negativamente sull ’efficacia dei controlli previsti per legge nell’ambito portuale, con possibili serie ripercussioni sulla comunità;
• Che la competitività del porto di Ravenna è strettamente legata alla sua capacità di offrire agli Utenti un servizio, come quello doganale, che sia di qualità adeguata ad un porto di primaria importanza ai sensi della Legge 84/94, così come modificata dal Decreto Legislativo 4/08/2016 n. 169
• Che siano garantiti tempi rapidi e certi nell ’espletamento delle pratiche e adempimenti doganali, in conformità al disposto dell’art. 5 comma 2bis del D.L. n. 145/2013 (c.d. Decreto destinazione Italia);
• che in data 1° maggio è entrato in vigore il Regolamento UE 952 del 2013 “Codice Doganale dell’Unione” che stabilisce che entro termini prefissati, e comunque entro il 2020, debbano essere riviste a cure dell’Agenzia delle Dogane tutte le autorizzazioni in essere (a titolo esemplificativo e non esaustivo: depositi doganali, depositi di temporanea custodia, operatori economici autorizzati, ect) ed essere esperite le nuove domande da parte dell’Utenza sulla base della citata normativa;
CONSIDERATO ED EVIDENZIATO
Che questo perdurante stato di disagio rischia di ripercuotersi in modo negativo e significativo sui traffici dello scalo ravennate e di conseguenza sull’economia del nostro Comune e della Regione Emilia-Romagna, inficiando lo sforzo complessivo che la comunità portuale sta facendo per la ripresa e il rilancio commerciale del settore
DA’ MANDATO AL SINDACO E ALLA GIUNTA COMUNALE
Di attivarsi presso la Regione Emilia – Romagna e il Governo, facendosi parte diligente presso i competenti Enti affinché vengano adottati tutti gli interventi necessari a rimuovere le criticità sollevate dalle RSU dell’Agenzia delle Dogane di Ravenna e citate sigle sindacali, nei termini su esposti, con particolare attenzione a:
• Colmare la perdurante e strutturale carenza di organico;
• Colmare le lacune organizzative, tenendo conto della particolarità e complessità di alcune attività tipiche della realtà portuale di Ravenna e non riscontrabili in tutti gli Uffici dell’Agenzia delle Dogane Emilia – Romagna – Marche;
• Fare chiarezza sulla definizione delle attività “Istituzionalmente obbligatorie”.
• Favorire l’implementazione di linee guida organiche e concertate con i lavoratori atte a scongiurare l’incertezza dell’interpretazione di norme e procedure che possano portare a disomogeneità di prassi a scapito dell’Utenza portuale ravennate.
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Ho votato a favore ma ho rilevato (come già in commissione consiliare) come sia stato molto spiacevole e poco rispettoso del ruolo del Consiglio Comunale che ,ancora prima che l’o.d.g. venisse discusso in commissione consiliare, il consigliere regionale del PD Gianni Bessi in un’intervista a RavennaToDay del 17 novembre desse per approvato l’o.d.g. il 2 di novembre e dichiarasse: “ Riporto le sollecitazioni che giungono dal Consiglio Comunale di Ravenna in Regione e con un’interrogazione mi rivolgo alla Giunta per sapere quali siano le azioni che intende intraprendere…”. Ho chiesto che perlomeno il consigliere regionale ci informi dell’esito della sua interrogazione in Regione.
Ho votato invece contro ad un analogo o.d.g sul medesimo argomento presentato dal consigliere Bucci (La Pigna) di cui non ho condiviso i contenuti.