Commissioni consiliari: Scuola e “Gender”. Il tema della collaborazione scuola famiglia è un cavallo di Troia per perpetuare pregiudizi ideologici.
La Commissione consiliare n.6 Istruzione Venerdì 04 novembre 2016 si è riunita con all’o.d.g.
“nuove forme di collaborazione scuola-famiglia per progetti educativi da svolgersi nell’ambito delle scuole materne, primarie e secondarie di primo e secondo grado”.
La mozione era proposta dai consiglieri: Massimiliano Alberghini; Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna); Alberto Ancarani (Forza Italia); Maurizio Bucci (La Pigna); Samantha Gardin, Rosanna Biondi, Gianfilippo Nicola Rolando, Learco Vittorio Tavoni (Lega Nord); Michela Guerra, Marco Maiolini, Samantha Tardi (CambieRA’).
Cioè tutta l’opposizione esclusa Ravenna in Comune.
Già nella scorsa legislatura nell’aprile 2014 la Commissione Istruzione si era occupata del tema a seguito di una lettera di protesta al Sindaco da parte di associazioni cattoliche di genitori ed insegnanti dal titolo “No alla cultura di genere nella Consulta dei ragazzi e delle ragazze “ che parlava di “assuefazione all’ideologia di genere” e accusava “spogliate le famiglie del sacrosanto diritto/dovere di stabilire come educare i figli”. La proposta formativa posta sotto attacco era stata ideata da Deborah Bandini esperta di educazione e di genere (aderente a Ravenna in Comune).
La storia si ripete. Ed è a mio parere politicamente molto irresponsabile continuare ad attaccare i progetti educativi connessi con l’educazione affettiva, il contrasto agli stereotipi ed alla violenza di genere.
In Commissione Consiliare ho nominato come esperta per Ravenna in Comune Luana Vacchi, insegnante , attiva in UDI e Casa delle Donne ed ex candidata di Ravenna in Comune.
In apertura della seduta l’esperta della Lega ha criticato il progetto proposto dal Consultorio Giovani alle scuole medie, dal titolo “Viva l’amore”.
Luana Vacchi dopo aver ribadito la contrarietà del gruppo consiliare Ravenna in Comune alla mozione ha sottolineato come la mozione sia un atto di sfiducia nei confronti delle insegnanti, come in realtà i progetti siano condivisi nei consigli di classe, come spesso ci sia confusione tra educazione sessuale, educazione affettiva, contrasto al bullismo, educazione contro gli stereotipi. Ha inoltre sottolineato che la formazione delle insegnanti prevista dalla L.107 deve ancora essere avviata e come questa sia importante anche per far capire pienamente ai genitori le proposte educative. Inoltre ha ricordato come sia impossibile parlare di esonero dalle attività didattiche in particolare nelle scuole dell’infanzia e primarie (come chiede la mozione) in quanto nella funzione educativa stessa le insegnanti propongono la propria affettività.
A conclusione del dibattito la consigliera Tardi del gruppo CambieRA ha dichiarato che l’adesione alla mozione del suo gruppo consiliare era tesa solo a porre attenzione alla necessità del coinvolgimento dei genitori nelle scuole dell’infanzia e primarie, non certo a contrastare i progetti rivolti all’ educazione sessuale al contrasto degli stereotipi ed alla violenza contro le donne.
Nei giorni successivi il gruppo CambieRA ha ritirato la propria adesione alla mozione e gli altri firmatari ne hanno proposta in sostituzione un’altra. La mozione originaria e le altre saranno discusse in un prossimo Consiglio Comunale.
P.S. Nella foto “Storie, adolescenza e linguaggi Per una didattica di genere”
Proprio in questi giorni si avvia il progetto di formazione per docenti e formatori organizzato da Udi Ravenna dal titolo: “Storie, adolescenza e linguaggi per una didattica di genere”
“Insegnanti e istituzione scolastica: questioni di genere e generazioni
La scuola è il più grande laboratorio di trasmissione e riproduzione della cultura, in cui generi e generazioni s’incontrano al di fuori dei legami famigliari e, quando viene attuato il diritto allo studio, indipendentemente da ogni differenza sociale.
Nella scuola una maggioranza di donne trasmette forme e contenuti della cultura patriarcale attraverso un lavoro indispensabile alla sopravvivenza sociale e contemporaneamente sempre mortificato e subalterno nell’economia politica che distribuisce il valore sociale.
Interrogarsi su questo significa mettere in discussione l’intera storia dell’Occidente moderno ma senza domande radicali che riguardano le nostre vite è più difficile trovare la strada per il futuro. E la scuola riguarda sempre il futuro.”
Questo il testo.
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MOZIONE
Nuove forme di collaborazione scuola-famiglia per progetti educativi da svolgersi nell’ ambito delle scuole materne, primarie e secondarie di primo e secondo grado
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE:
• nelle scuole locali, anche a seguito delle campagne contro il bullismo e contro la violenza sulle donne promosse dal Comune di Roma e della divulgazione del documento “Standard per l’educazione sessuale in Europa”, stilato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, è in atto un orientamento a sviluppare, organizzare e proporre programmi didattici e progetti scolastici con finalità pedagogiche aventi ad oggetto o connessi all’ educazione affettiva/sentimentale;
• appare necessario al riguardo un’adeguata collaborazione e condivisione con le famiglie dei bambini/ragazzi;
CONSIDERATO CHE:
1. l’art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo garantisce ad ogni individuo la libertà di manifestare, isolatamente o pubblicamente, i propri valori religiosi nell’educazione;
2. l’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo attribuisce ai genitori il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli;
3. l’art. 14 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea riconosce il diritto dei genitori di provvedere all’educazione e all’istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche;
4. l’art. 30 della Costituzione italiana riconosce il diritto dei genitori di istruire ed educare i figli;
5. l’art. 2 del Protocollo addizionale della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, afferma che: “Lo Stato, nell’ esercizio delle funzioni che assume nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”;
6. l’art. 144 del Codice Civile riconosce ai coniugi il diritto di concordare tra loro l’indirizzo della vita familiare, secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia;
7. l’art. 147 del Codice Civile impone ai coniugi l’obbligo di istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli;
8. l’art. 725 del Codice Penale vieta la distribuzione di scritti, disegni o altri oggetti figurati potenzialmente idonei ad offendere la pubblica decenza, imponendo pertanto un’attenta valutazione preliminare sul materiale da utilizzare per finalità didattiche di educazione sessuale, anche in considerazione della minore età dei soggetti coinvolti;
9. il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con riferimento specifico all’insegnamento della cultura di genere, ha invitato espressamente gli Stati membri a “tenere conto del diritto dei genitori di curare l’educazione dei propri figli” (Allegato VI, Istruzione);
RITENUTO CHE:
1. il sesso e la sessualità sono una dimensione della persona umana molto profonda e intima, che ha legami e connessioni con l’assetto valoriale e il contesto etico nel quale sono necessariamente inscritti i comportamenti sessuali;
2. per un sano sviluppo del bambino/ragazzo è dunque importante che vengano rispettati primariamente valori e assunti etici del contesto sociale di provenienza e di maggiore importanza per il bambino/ragazzo stesso, qual è la sua famiglia;
3. è accertato come lo sviluppo sessuale avvenga in modi e tempi differenti tra i singoli individui, a seconda anche delle diversità di genere, e come i bambini/ragazzi giungano a interrogarsi e a considerare i temi connessi alla sessualità secondo tempi propri, legati a tempi di sviluppo fisiologico e psicologico variabili dall’uno all’altro, per cui nei percorsi di sviluppo individuali possono verificarsi asincronie anche di anni;
4. appare dunque doveroso affrontare un discorso tanto delicato tenendo conto delle esigenze dei singoli bambini/ragazzi; veicolando i contenuti dell’educazione sessuale con modi e linguaggio quanto più adeguati alle caratteristiche e possibilità dell’individuo con quale si interloquisce;
5. quanto sopra presuppone una capacità di osservazione e di conoscenza del singolo bambino/ragazzo molto elevata, che necessita di coniugarsi col punto di osservazione privilegiato dei genitori, mentre qualsiasi discorso affrontato in gruppo deve necessariamente essere presentato in maniera omogenea per tutti, senza poter prendere in considerazioni le singolarità;
IMPEGNA LA GIUNTA
ad attivarsi presso gli organi deputati in materia, al fine di garantire, anche attraverso i servizi competenti:
il coinvolgimento preventivo delle famiglie e delle associazioni genitoriali nell’ambito della produzione dei programmi didattici e dell’offerta formativa per i docenti delle scuole materne, primarie e secondarie connessi ai temi dell’educazione affettiva/sentimentale, del bullismo e della violenza sulle donne, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca;
l’invio preventivo, da parte delle scuole materne, primarie e secondarie, alle famiglie o di chi esercita la potestà parentale di un’esaustiva relazione sui programmi didattici connessi ai temi di cui sopra da proporre ai bambini/ragazzi;
la possibilità, per le famiglie o comunque per chi esercita la potestà parentale, di far esonerare i propri figli dalla partecipazione a tali iniziative didattiche;
di realizzare il coinvolgimento di cui ai punti 1, 2 e 3, qualora sia in tutto o in parte mancato, anche sulle eventuali iniziative didattiche già avviate in ordine ai temi in questione.
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