Piazza kennedy senza prospettiva

E finalmente arriva il giorno in cui tutti i limiti di un progetto, al quale non si è data finalità, si palesano agli occhi di tutti. Il manufatto installato nottetempo, ci piace pensare per pudore, è evidentemente privo di una benchè minima qualità estetica. E non poteva essere altrimenti vista la caparbietà mostrata dalla passata giunta nel voler portare avanti un progetto architettonico avulso da un vero fine urbanistico per la Piazza, a meno che, tale fine non fosse quello di trasformare un ampio spazio di elevata qualità architettonica nell’apologia del Vespasiano.
Se, infatti, sono giustificabili i chioschi previsti nel progetto lungo la via Gioacchino Rasponi, è inconcepibile, dal punto di vista architettonico, l’elevazione o l’installazione di barriere visive lungo la via Massimo D’Azeglio. Barriere che nascondono la profondità della piazza, svilendo la maestosità e la qualità dei prospetti sia della Casa del Mutilato che del palazzo Rasponi Dalle Teste.
Uno spazio aperto, che grazie alle sue dimensioni, avrebbe potuto meravigliare per la sua diversità visiva rispetto al dedalo di vie circostanti, verrà, invece, mortificato da una totale assenza di lettura del tessuto urbanistico e di una vera idea di città e del suo centro storico.

La mancanza di prospettiva politica della passata giunta e per continuità dell’attuale, si unisce a doppio filo con la negazione della prospettiva architettonica voluta in Piazza Kennedy. Ci preoccupa parecchio che tale volume, costruito lungo la via D’Azeglio debba essere prolungato, come da progetto, andando a nascondere ancor di più la Piazza, rendendola ancor più anonima allo sguardo dei passanti.

L’uso delle grandi scritte sui muri del manufatto, inoltre, indica la volontà di dover sottolineare le funzioni dell’oggetto o delle sue parti, necessità che invece, nella buona architettura, deve essere demandata alla diversificazione delle forme, dei volumi e del materiale, elementi attraverso i quali l’utente ed il cittadino può percepirne la funzione.
Infine, mentre può essere corretta la ricerca di una protezione dei passanti dal traffico veicolare, totalmente errata è la soluzione trovata, che poteva essere demandata ad un semplice salto di quota o ad una aiuola lungo la via D’Azeglio.

Non è un caso infatti se le piazze monumentali di tutto il mondo sono valorizzate da elementi verticali puntiformi come obelischi e torri o fontane e specchi d’acqua.
Ravenna in Comune è certa che si sarebbe potuto fare e si può ancora fare altro. Si deve migliorare il progetto, ma prima di dare prospettiva alla Piazza occorre dare prospettiva politica alla città, una visione d’insieme che questa giunta, già dalla campagna elettorale, pare ignorare completamente.

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