19 ottobre Commissioni consiliari n.1 (Affari Istituzionali, Partecipazione e Sicurezza),Commissioni consiliari n.2 ( Servizi Sociali, Volontariato, Casa e Decentramento) eCommissioni consiliari n.6 (Istruzione, Università, Sport e Grandi Eventi) convocate in seduta congiunta con all’o.d.g. “Facciamo il punto sul bullismo a Ravenna”.
Presenti i tre presidenti delle commissioni Guerra, Baldrati, e Francesconi, gli assessori Fusignani, Bakkali e Morigi.
Intervengono una mamma( la cui testimonianaza è riportata anche dal Resto del Carlino) il cui figlio è stato vittima di bullismo e l’ispettore della polizia municipale Palmieri. Dibattito molto ampio , presenti molti esperti per i diversi gruppi. Si fa il punto sul piano nazionale per la prevenzione del bullismo,da poco adottato, sui progetti regionali , sulle molte attività degli assessorati dal punto di vista delle prevenzione e della deterrenza, svolte direttamente o supportando l’associazionismo , sulla situazione a Ravenna , sulla difficoltà nelle scuole, che spesso non sono in grado di intervenire in presenza di fenomeni di bullismo.
Poiché molte testimonianze , pur importanti per comprendere , rischiavano di connotare eccessivamente la riunione come racconto biografico- esperienziale, alcuni consiglieri (tra cui io) hanno sottolineato che il compito delle commissioni consiliari non è solo conoscitivo, ma anche di individuazione di linee strategiche ed hanno evidenziato la necessità di individuare responsabilità e competenze dell’amministrazione comunale.
Io sono intervenuta per ribadire l’importanza delle azioni preventive del Comune per la diffusione di una cultura del rispetto e della non discriminazione, sottolineando però che il fenomeno del bullismo non riguarda solo l’ambito scolastico per cui è necessaria una strategia unitaria dei servizi comunali (compreso ad es. lo sport) mentre attualmente i diversi servizi non solo tra loro coordinati. Inoltre è necessario il coinvolgimento dei servizi per adolescenti dell’Azienda Sanitaria per interventi di supporto sia alle vittime che ai bulli e quello dell’ASP. I servizi sociali infatti sono fondamentali perché se è vero che il bullismo in sé non è reato, può concretizzarsi in reati penali, e la procura minorile anche a Ravenna se ne sta già occupando. Inoltre per affrontare le difficoltà degli insegnanti e dei dirigenti scolastici che spesso chiudono gli occhi e non sanno come agire , oltre alla formazione mirata già prevista nel Piano nazionale di prevenzione al bullismo, potrebbe essere utile che il Comune promuova, come già molti comuni hanno fatto, un “vademecum” condiviso tra i diversi attori (scuole, servizi sociali, consultorio giovani, polizia municipale, procura) che indichi obbiettivi comuni e disciplini comportamenti.