Di: Raffaella Sutter – pagina Facebook
Le mie amiche Mirella Santamato, e Arianna Ballotta sono andate alcune sere fa ad un evento organizzato dalla Cooperativa Mazzini di Castiglione (proprietaria del teatro di Castiglione) di cui è presidente Eugenio Fusignani, repubblicano indicato da De Pascale come vicesindaco in caso di vittoria del PD&co. Vi allego la lettera che mi hanno mandato.
E che commento con le parole di altre amiche che in questi giorni mi hanno scritto sullo stesso argomento: “Nel forese mancano luoghi per momenti di condivisione, ci sono pochissimi spazi per la scuola, carenza di negozi, assoluta mancanza di coesione sociale, il centro prelievi del martedì (una stanza adiacente alla palestra comunale) non è adeguato alla grande richiesta. Questi, alcuni bisogni per Castiglione di Ravenna. E c’è un glorioso Teatro che sciaguratamente qualcuno vuole svendere per fare squallidi appartamenti. Se si muove qualcosa al riguardo, è solo momentanea, fumo negli occhi. E questa politica, questi politici, sono davvero tristi, ti rendono triste. Ce la faremo a collegare maggiormente il forese alla città? Ce n’è bisogno. Grazie signora Sutter. Il forese è una risorsa.”
“NeverEndingStory: il TEATRO DI CASTIGLIONE
Qualche sera fa siamo andate a vedere di persona che cosa “bolle in pentola” per l’intricata vicenda che riguarda l’antico teatro Mazzini di Castiglione di Ravenna.
Avevamo letto di questa storia sui giornali e in rete e, come sempre accade quando si tratta di vicende legate alla cultura, soprattutto se nel nostro territorio, ci eravamo incuriosite.
Immergersi in quella realtà è stato come rivivere storie antiche degne del Principe di Salina. Per chi non lo sapesse, il teatro è stato costruito nel 1913 e ha tutte le caratteristiche architettoniche di quell’epoca, molto simile al Teatro Socjale di Piangipane. Ma, ahinoi, quello di Castiglione, rispetto al suo gemello, è uno sfacelo!
Andiamo con ordine. La serata è stata organizzatadalla Cooperativa Culturale Ricreativa “Giuseppe Mazzini” di Castiglione di Ravenna, di fatto proprietaria di tutto il teatro. In questi anni, sia la Cooperativa sia l’Associazione “Amici del teatro Mazzini” non hanno fatto molto per il povero teatro, almeno a quanto ci è dato sapere. Ora, improvvisamente, sembra siano uscite dal letargo (e per fortuna, aggiungiamo) e hanno organizzato una serata davvero piacevole, allietata da due artisti molto bravi, un poeta/attore che recita in dialetto romagnolo ed un musicista.
La serata si è svolta nella parte “tagliata” del teatro, rimessa a nuovo alcuni anni fa. La parte rimasta del teatro antico, invece, era occultata al di là del muro divisorio.
Lo spettacolo è stato introdotto dal signor Eugenio Fusignani, presidente della Coop. Mazzini, che si è limitato a dire, con un’alzata di spalle, che, nonostante tutti gli sforzi fatti nel passato, il teatro pare non avere alcuna possibilità di essere restaurato perché non ci sono soldi.
Dopo questo avvio, purtroppo poco incoraggiante, ha parlato la signora Claudia Foschini in qualità di Presidente dell’Associazione Amici del Teatro Mazzini di Castiglione di Ravenna, co-organizzatrice dell’incontro di giovedì scorso. La signora Foschini ci è sembrata leggermente più ottimista sulle tristi sorti del teatro, ma anche lei, di fatto, concludendo è rimasta più o meno sulle posizioni del Fusignani.
Per fortuna i due artisti,l’attore Roberto Magnani e il trombettista Simone Marzocchi, sono stati molto bravi e la serata è andata avanti bene e ci siamo divertite, proprio come dovrebbe accadere quando si va a teatro.
Alla fine, un gruppo cospicuo di partecipanti (fra i quali, ovviamente, c’eravamo anche noi) ha voluto vedere la parte nascosta del teatro e quindi siamo stati accompagnati “al di là dal muro”.
Che spaventosa visione! Il proscenio, grandissimo, mantiene ancora la vastità dell’origine, ma il resto è uno stupro. Di fatto, il retro è usato come magazzino.
Dopo la devastante visione abbiamo rivolto molte domande agli organizzatori, per capire almeno parte della storia. Ci hanno raccontato di vari problemi che si trascinano da anni e di affannosi tentativi di risoluzione che, almeno fino ad ora, non hanno portato a nulla. Una NeverEnding Story, appuntoPurtroppo, per ammissione del suo stesso presidente, esiste il rischio concreto che l’immobile venga svenduto per farne mini appartamenti. Orrore! Stiamo parlando di un teatro antico, che – se restaurato e riportato agli antichi splendori (pensiamo al già citato Teatro Socjale di Piangipane) – potrebbe davvero tornare ad essere un centro di aggregazione per chi vive a Castiglione e non solo, un luogo dove svolgere iniziative musicali e culturali di vario genere.
Abbiamo avuto la sensazione che il signor Fusignani non sia realmente intenzionato a mettere a posto il teatro e temiamo seriamente che possa avverarsi il ventilato sfacelo della vendita per farne appartamenti …. anche se, ad onor del vero, questo non è certo un buon momento per il settore immobiliare e comunque prima dovrebbe essere cambiata la destinazione d’uso e qualche anno passerebbe. Certo, siamo consapevoli del fatto che mantenere la struttura sia costoso e comprendiamo le ragioni per cui la proprietà se ne vuole disfare. Tuttavia, ci auguriamo vivamente che si possa davvero intervenire per salvare questo gioiellino!
Una stima effettuata da un architetto, di cui il signor Fusignani ci ha parlato, ha appurato che per una messa in opera minima ci vorrebbero circa 800mila euro, mentre per una ristrutturazione completa e per farlo tornare all’antica bellezza, la cifra si aggira sul milione e mezzo. Cifre imponenti per un singolo, ma non troppo grandi per una intera comunità. Poi c’è, ovviamente, il problema della gestione dello stesso (post restauro), ma abbiamo la presunzione di credere che per la gestione qualcuno si troverebbe e le cose potrebbero procedere bene.
Che fare, quindi?
Noi pensiamo che si potrebbe cominciare con l’indire un’assemblea pubblica in occasione della quale ogni cittadino castiglionese abbia la possibilità di esprimere il proprio parere in merito. Dopotutto, crediamo che questo teatro sia nel cuore di molte persone, come potrebbe essere altrimenti?
Ci piacerebbe, insomma, che si ripartisse dalla Comunità e dal senso di appartenenza ad essa, quindi perché non dar voce proprio ai cittadini? Forse, così facendo, potrebbero nascere idee ed iniziative comuni tese al recupero di una sede preziosa che certamente costituisce una memoria significativa per l’intera comunità o buona parte di essa.
Continueremo certamente a seguire la vicenda.”
Arianna Ballotta
Mirella Santamato
Quello delle strutture fatiscenti e terribilmente sottoutilizzate è un problema che riguarda tutto il territorio. Per esempio, nella frazione di Ragone, la ex – scuola elementare, potrebbe essere anche sommariamente ristrutturata e resa adatta per attività teatrali e musicali, e sarebbe un punto di aggregazione fantastico per una zona di campagna particolarmente isolata e abbandonata, in cui la rivitalizzazione della vita sociale è una necessità molto sentita e urgente.
Giuseppe Tadolini, presidente del Comitato Cittadino di Ragone