Di: Dora Casalino – portavoce e capolista per Ravenna in Comune
Mentre questo governo fa vetrina sugli Stati Generali dell’esecuzione penale, appena conclusi, dichiarando attraverso il ministro Orlando di impegnarsi a ripensare una dimensione della pena più vicina ai dettami della Costituzione, il testo sulla riforma della giustizia ha concluso l’iter alla Camera per passare in Senato con una orrenda sorpresa: la proposta di abolizione del Tribunale dei Minori, sostituito da sezioni “specializzate”.
Ci chiediamo come si possa parlare di sezioni specializzate se ad occuparsene saranno magistrati (sia Giudicanti che Inquirenti) che contemporaneamente giudicheranno su tutto il resto, in un tribunale ordinario. Attualmente su 20.000 giovani coinvolti nell’iter dalla giustizia penale, solo poco meno di 400 subiscono giustizia detentiva, a tutti gli altri è data l’opportunità di sperimentarsi in percorsi educativi costruiti da magistrati specializzati e da giudici onorari che restituendo loro fiducia e responsabilità, sostengono il minore nel cammino di revisione dell’errore commesso, proponendo alternative possibili. Ci chiediamo nei piccoli tribunali come sarà garantita poi, questa specificità delle sezioni dedicate, impossibili da sostenere.
E‟ fondamentale quindi continuare a garantire la competenza specifica di magistrati e i giudici onorari, sia in primo che in secondo grado di giudizio. Questi ultimi, a garanzia di una valutazione fondata oltre che sulle categorie giuridiche, anche da saperi altri, cosa non prevista in un tribunale ordinario .
Non comprendiamo i motivi di questa decisione che ci riporta indietro di parecchi decenni e riteniamo che neanche le motivazioni economiche di paventata riduzione dei costi siano così veritiere; ad esempio ad oggi esperienze sul tema delle separazioni tra conviventi gestite da tribunali ordinari, dimostrano che a seguito di sentenze superficiali rispetto alla gestione dei figli minori, si ricorre in appello e spesso si vince. Con ricaduta delle spese legali ai danni dello Stato.
Ravenna in comune intende sostenere la campagna nazionale portata avanti da magistrati e professionisti come psicologi, operatori sociali, avvocati, famiglie e singoli cittadini che hanno deciso di intasare gli indirizzi mail istituzionali della Commissione Giustizia in Senato con un testo che metta in guardia i Senatori rispetto al grave pericolo che questa scelta irresponsabile rappresenta, a dimostrazione di una diffusa incompetenza del governo sul tema della tutela della minore età. E’ infatti alla Deputata Ferranti (PD) con il suo emendamento n°25, che si deve il tracollo del percorso sulla riforma del tribunale per i minori. Inizialmente pensata per accorpare tutte le competenze in ambito minorile migliorandone la qualità, è stata di fatto ripensata stravolgendone il senso e gli obiettivi.
La cultura di tutela della minore età va preservata, non si tratta di puro espletamento di pratiche giuridiche ma di come intendiamo sostenere le nostre nuove generazioni di cittadini. Anche a Ravenna vi sono diverse strutture per minori a cui vengono affidati i giovani che hanno commesso reati, con piani educativi strutturati e condivisi tra il Tribunale per i Minori di Bologna ed i Servizi del territorio utili a promuovere occasioni di crescita e ad offrire concrete opportunità di cambiamento ai minori coinvolti. Il penale minorile, l’abuso sessuale in infanzia, le separazioni ad alta conflittualità, i maltrattamenti , devono poter essere gestite da un tribunale specifico.
Certo c’è ancora molto da migliorare nell’attuale sistema ma le sezioni specializzate proposte dal governo, non sono la risposta. Erano state fornite proposte di legge utili a costruire una buona riforma, dalla stessa Associazione Italiana dei Magistrati per i Minori e per le Famiglie, che possono essere visionate da tutti sul sito dell’Associazione. Ovviamente queste proposte sono rimaste inascoltate.