Partire da quel che si dimentica: il Lavoro

La nostra Costituzione recita: «L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro». Eppure il nostro Paese e l’Europa intera hanno dimenticato per vent’anni questa priorità e questo diritto fondamentale. I disoccupati nella zona euro sono poco meno di venti milioni e in Italia la percentuali dei disoccupati è ancora all’11,5%. La situazione nella provincia di Ravenna non è particolarmente rosea con oltre 30.000 disoccupati dato ormai costante negli ultimi tre anni.
Non bisogna dimenticare poi la gran massa di lavoratori precari e sfruttati sottoposti al gran varietà di contratti cosiddetti atipici e fantasiosi che i governi italiani da Berlusconi a Monti al recente Jobs Act hanno saputo inventare: voucher, a chiamata, a progetto e chi più ne ha più ne metta. Un’intera generazione non sa più cosa voglia dire progettare la propria vita e avere un orizzonte, attaccati alla rincorsa della prossima fermata contrattuale e spesso a salari che possono arrivare alla cifra di due o tre euro all’ora.
Queste donne e questi uomini sono dimenticati dalla politica, dalla società e dalla grande informazione. La disoccupazione è diventata un dato da riportare in maniera ragionieristica alla fine di un telegiornale o negli articoli di economia. Un grattacapo contabile per i Governi e le amministrazioni locali da far combaciare con l’ideologia dei tagli di bilancio e dell’austerità.
Ravenna in Comune parte dalle cittadine e dai cittadini è quindi conosce e vive queste piaghe come un dramma reale e non come una statistica. Noi siamo in gran parte figlie e figli della crisi e della precarietà.
Ravenna in Comune ha come centro del suo programma il lavoro. Salari da fame e assenza di diritti sono spesso l’esito delle scelte amministrative che scaricano sulla galassia degli appalti i costi dei tagli a livello centrale. Per prima cosa quindi Ravenna deve diventare Capitale del lavoro, nel senso di essere un comune che tutela il lavoro a partire dalla propria amministrazione.
Tutti i nuovi appalti prevederanno misure di aumento dei livelli salariali e dei diritti sociali abbandonando definitivamente l’ottica del massimo ribasso. Anche un’amministrazione locale può e deve dare l’esempio su questo, eliminando le forme di sfruttamento che si annidano tra le proprie mura. Inoltre l’amministrazione provvederà ad aumentare e spingere la vigilanza su tutti i comparti del territorio affinché buone pratiche dei diritti siano la garanzia di un nuovo sviluppo del Comune.
Eppure è difficile che un’amministrazione possa risolvere i problemi strutturali economici e sociali che dobbiamo affrontare. Per questa ragione Ravenna in Comune metterà in campo un profondo rinnovamento del welfare allo scopo di sconfiggere la povertà e difendere le condizione delle fasce più a rischio. Una proposta base è l’istituzione stabile e non tramite provvedimenti spot di un redditto minimo comunale (in attesa di analoghe misure regionali e nazionali) affinché siano garantite borse lavoro di 400 euro al mese per sei mesi ai disoccupati e politiche attive di ricollocamento.
Il nostro programma si basa proprio su queste quattro assi: sconfiggere l’austerità, dare dignità e futuro al lavoro, sconfiggere la povertà, redistribuire il reddito. Così tutte e tutti assieme possiamo superare la crisi.

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