Certo non riguarda le elezioni amministrative del Comune di Ravenna, ma un fenomeno epocale come il dramma dei profughi in fuga dalla guerra e dalla fame, che mette in crisi l’idea stessa di Europa, non può lasciare indifferenti e non si può tacere.
Ravenna In Comune è molto critica nei confronti dell’accordo che i leader dei 28 governi dell’Unione Europea ha stipulato con il governo Turco in materia di gestione dei migranti. Quello che sta accadendo in questi ultimi anni dimostra il totale fallimento dell’Unione Europea nel governo dei flussi migratori messo ancor più in luce dall’ incapacità di gestire l’emergenza dovuta alla guerra in Siria. Un’Unione Europea che, ergendosi a paladina dei diritti umani, ha approvato delle leggi estremamente tutelanti per tutti coloro chiedono protezione se provenienti da zone di guerra o da situazioni di gravi violazioni dei diritti umani. Ma che, paradossalmente, non ha mai previsto un modo per accedere a questi diritti se non quello di arrivare irregolarmente sul territorio europeo, a costo di viaggi pericolosissimi gestiti da trafficanti. Fallimentare è poi il regolamento Dublino che impone l’onere di accoglienza dei richiedenti asilo allo Stato membro di primo ingresso nella Ue, quindi principalmente Italia e Grecia. L’accordo con la Turchia continua nel solco degli errori fin ora intrapresi, che sono costati la vita solo nel 2015 a più di 3.700 persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo (di cui circa 700 minorenni). Chiude altre frontiere, anche esterne, come la rotta balcanica, che porterà i migranti a intraprendere viaggi ancor più pericolosi, magari attraverso la rotta della Libia verso la Sicilia. Si insiste sul sistema Dublino, che trasforma la Grecia in un grande campo profughi per esaminare centinaia di migliaia di domande di asilo, uno Stato che, oltre ad avere le proprie difficoltà economiche e sociali, è già stato più volte condannato per un sistema di accoglienza non rispettoso dei diritti umani. E con maggior ragione vengono sollevati dubbi sul rispetto dei diritti umani in Turchia, che non aderisce neanche alla Convezione di Ginevra sullo status dei rifugiati, dove in cambio di 3 miliardi di euro verranno rispediti tutti i migranti cui, non si sa bene con quali procedure e garanzie, non è stato riconosciuta la protezione. Ravenna In Comune si unisce al coro di organizzazioni internazionali (Oxfam, Acli, ARCI, Asgi, Caritas, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Medu, Senza Confine) per una politica europea che promuova l’ingresso regolare dei migranti: occorre aprire dei canali umanitari dai paesi in guerra e da quelli confinanti, concedendo dei visti umanitari per un ingresso regolare, occorre ripensare radicalmente il regolamento di Dublino in un’ottica di solidarietà europea, occorre potenziare i meccanismi di ingresso regolare per chi invece vuole cercare lavoro o studiare in Europa sottraendo così anche queste persone al traffico di esseri umani.