Di: Massimo Manzoli
Sulla base dei dati diffusi dall’Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale a Ravenna si consuma suolo ad una velocità da metropoli, pari a circa 9mila ettari l’anno, un valore ben al di sotto dei 33mila di Roma, ma quasi al pari di città come Milano e Torino, seconde nella graduatoria nazionale con 11mila ettari totali “bruciati”.
Secondo la rilevazione, spetta, dunque, a Ravenna la maglia nera regionale del consumo di suolo, dato che Ferrara si ferma a 6.500 ettari, Bologna 5mila, mentre Forlì e Rimini non vanno oltre i 3mila.
Quali necessità giustificano un consumo così elevato del suolo?
Quali problemi legati alla perdita dei terreni agricoli che sono parte fondante della nostra economia?
La scelta politica di un ampliamento sfrenato della nostre città a fronte di un aumento di appartamenti e negozi sfitti (ormai a percentuali altissime) si sta rivelando scellerata e non ha più senso; crea le basi per ulteriori problemi che vanno dalla distruzione dell’agricoltura all’abbandono delle periferie, dall’aumento preoccupante del rischio idrogeologico alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Credo che vada messo un freno a tutto ciò.