Di: Raffaella Sutter
Nel forese ravennate nel 2014 abitavano 73.915 persone, poco meno della metà dei cittadini del Comune che erano 158.911. Forese è una parola che si usa quasi solo a Ravenna e che etimologicamente indica ciò che sta fuori della città. Storicamente il forese ravennate è stato caratterizzato da paesi, che per definizione sono centri abitati, con una propria identità e un proprio centro (spesso definito anche urbanisticamente); dotati di servizi pubblici e privati e strutture politiche. Oggi il forese si sta trasformando in una periferia di Ravenna? Le periferie per definizione sono luoghi distanti dalla città, distanti dal centro; l’identità del luogo è bassa o inesistente, i servizi assenti o insufficienti, alla perifericità spaziale si somma quella economica, sociale, culturale identitaria. Oggi il forese soffre di mancanza o insufficienza di trasporti, di connessioni digitali, di servizi pubblici (poste, sanità, scuole, servizi sociali, forze dell’ordine) e privati, di luoghi culturali e di spazi pubblici, di strutture politiche. Ancor più che in città i cittadini percepiscono una forte mancanza di sicurezza. Come si dice nel libro di Massimi Ilardi e Enzo Scandurra “ Ricominciamo dalle periferie” (2009): “Quando gli abitanti delle periferie hanno cominciato ad avere paura, a sentirsi spaesati in questi nuovo territori, la destra è diventata interprete e rappresentante di quelle paure…le hanno riempite di significato poiché questi cittadini chiedevano loro identità, un senso di appartenenza al territorio”. A Ravenna il forese è stato in gran parte storicamente una roccaforte della sinistra; è ancora così? Ravenna in Comune inizierà presto la propria campagna elettorale nel forese con primi incontri pubblici a Piangipane, Mezzano e San Pietro in Vincoli.
Fonte: Raffaella Sutter – Pagina Facebbok