Chiede la Rete Civile contro il Razzismo e la Xenofobia in una lettera aperta al Prefetto e al Sindaco. A Ravenna come in moltissime altre città continua l’afflusso di profughi principalmente pakistani che ,arrivando via terra attraverso i Balcani , non rientrano nella rete di protezione predisposta per Mare Nostrum. E’ evidente che la risposta delle istituzioni e delle reti di accoglienza non può essere quella di invitare i profughi a spostarsi altrove. Se guardiamo cosa succede in questi giorni a Modena, a Biella, a Macerata, è chiaro che un altrove non c’è. Le istituzioni devono fare la loro parte e garantire un cornice istituzionale che garantisca una prima accoglienza di bassa soglia, entro cui la cittadinanza attiva, l’associazionismo e il volontariato possano fare la loro parte. E devono farlo uscendo dall’ottica dell’emergenza e delle soluzioni improvvisate. Non deve prevalere la paura che ne “arrivino degli altri” , il timore che la nostra città non sia in grado di esprimere solidarietà, ma solo paura e razzismo. Ravenna ha una storia sociale e politica di accoglienza e solidarietà che non deve essere tradita
di: Raffaella Sutter
Fonte: Raffaella Sutter – Pagina Facebook
Brava dottoressa Sutter, hai perfettamente ragione.
Io aggiungerei però che se la cittadinanza si attivasse di più “in proprio”, senza aspettare e delegare tutto alle istituzioni, la situazione si affronterebbe molto meglio e quelle persone si sentirebbero meno abbandonate.