Il mio cammino nel partito democratico che ho contribuito a fondare finisce qui. Finisce qui perché il partito è mutato ormai geneticamente, cambiando di fatto il quadro politico. Le forze estranee alla sinistra che con la classe dirigente contraria all’impostazione renziana o almeno a chi diceva di esserlo, incapace di fermare questa ascesa, hanno contribuito colpevolmente allo sgretolarsi dei motivi per cui nacque il partito, tra l’altro male con una impostazione plebiscitaria. La sinistra viene dimenticata anzi viene sostituita da forze di destra e di dubbia pulizia morale, con parole e atti che nulla hanno a che vedere con quello per cui è nato, sostenere i lavoratori, le fascie più deboli, insomma fare quello per cui la sinistra è nata, combattere le diseguaglianze sociali. E’ chiaro il disegno neocentrista del premier–segretario. Ormai non c’è più ossigeno, il partito è irrecuperabile e prima gli elettori e militanti lo capiranno e meglio è. Io scendo qui, non voglio essere complice della morte finale di quella cultura politica (ormai volutamente rasa al suolo) che seppe conquistare diritti. Non c’è più a mio parere agibilità politica, i dirigenti gravemente non la garantiscono. Un partito serve se serve al paese, c’è sempre un’alternativa. Pensavo fondando il partito che fosse possibile costruire una forza di centro sinistra ma si è fallito. A livello locale non sembra ci siano differenze, tutto un monoblocco salvo qualche sparuta dichiarazione interna che però, sia mai, facesse troppo rumore. La sensibilità che rappresento non è mai stata tenuta in considerazione, non siamo rappresentati negli organi di direzione comunali e provinciali (attenzione, direzioni non dico segreteria), c’è la scarsa capacità del gruppo dirigente di farsi carico del pluralismo. Molti a sinistra si sono fatti traviare per un posticino di sottogoverno, tradendo quella storia, Ravenna ha bisogno di interpretare un nuovo modo di amministrare la città facendo gli opportuni cambiamenti che il Pd dovrebbe interpretare se vuole continuare a governare, ma la logica di gruppo chiuso da club, o sei fedele o nulla, saldato al pensiero nuovista della politica del cambiamento ma per andare dove e per fare cosa, sta impedendo al Pd anche locale di avere speranze di poter ancora governare. La prova e la misera fine del fronte che provò a cambiare i metodi a livello locale ne è la conseguenza, anzi hanno preso il peggio di quel sistema. Io mi fermo qui ma non mi fermo dalla politica, anzi rilancio, contribuirò a ricostruire con i tempi della politica una sinistra di governo riformista ma attenta alla sua ragione di vita, che faccia rinascere innanzitutto una cultura politica che la ricollochi nella società dalla parte di chi ha meno, di emancipare e allargare i diritti. Spero di fare questo con tanti compagni che ritroverò e credo con tanti che arriveranno quando gli sarà ancora più chiaro dove andrà il Pd di Renzi e della premiata neo ditta ravennate renziana e di coloro che sono stati dalla parte di chiunque fosse il segretario. La storia ne sarà testimone. Parte una nuova avventura, a sinistra con persone con le quali sto ritrovando quel comune sentire, ringrazio tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicino con cui abbiamo fatto battaglie insieme nel partito, pensando che ancora questa storia avesse un senso, che si potesse recuperare. Lascio l’arroganza di chi pensa che il partito sia un peso, un qualcosa di anacronistico rispetto all’uomo solo al comando, a chi rimane per le loro piccole carriere fino alla fine della sinistra nel Pd nel silenzio o tacito accordo, spero solo che la storia non sia con loro troppo severa. A chi invece in buona fede pensa ancora di farcela faccio gli auguri. Per questi motivi lascio la tessera, e non lo faccio perché non so stare in minoranza, chi dice questo connota una scarsissima conoscenza politica, sarei potuto diventare un giovane turco, oppure come sapete è più semplice diventare maggioranza con la testa degli altri ma per fortuna non sono così.
E mi dimetto da capogruppo Pd in Ravenna sud. Ringrazio il presidente e il gruppo che mi diedero fiducia, dalle cariche uniche tra l’altro del circolo ma cio che è certo è che non mi dimetto dalla mia natura di uomo di sinistra.
In serenità e con rispetto