Programma 2025

Ravenna pubblica e sostenibile (in progress)

Pace, ambiente, cultura, lavoro

Ravenna in Comune propone un progetto politico radicalmente orientato ai valori della sinistra: giustizia sociale, tutela dell’ambiente, redistribuzione della ricchezza, partecipazione democratica e difesa dei beni comuni. Di fronte alle sfide urgenti – dalla crisi climatica che colpisce anche il nostro territorio (come dimostrato dalla devastante alluvione del 2023) alla precarietà lavorativa e all’aumento delle disuguaglianze sociali – vogliamo mettere al centro le persone, la comunità e l’interesse pubblico. Di seguito presentiamo il nostro programma per l’amministrazione della città, articolato in quattro ambiti chiave: Ambiente, Lavoro, Cultura e Coesione Sociale. Ciascuna sezione analizza le problematiche strutturali locali e avanza proposte concrete, coerenti con i principi della sinistra e pensate per costruire il futuro di Ravenna insieme ai suoi cittadini. Manteniamo il programma aperto perché, in una logica partecipativa e plurale, può essere sempre arricchito dagli incontri con i cittadini e le cittadine. 

Ambiente 

Difesa del Territorio e Transizione Ecologica

Ravenna è in prima linea nell’emergenza climatica e ambientale. Gli eventi estremi stanno già colpendo il nostro territorio: tra il 15 e il 17 maggio 2023 ben 21 fiumi sono esondati, allagando 37 comuni romagnoli; 17 persone hanno perso la vita, oltre 20.000 sono state sfollate, e i danni stimati superano gli 8,5 miliardi di euro. Queste tragedie non sono casuali: anni di cementificazione e gestione del territorio orientata al profitto hanno reso Ravenna e provincia più vulnerabili. Il nostro Comune risulta oggi il più “cementificato” dell’Emilia-Romagna in termini di superficie coperta (7.245 ettari di suolo consumato, circa l’11% del territorio comunale). Solo nell’ultimo anno abbiamo “sacrificato” 89 ettari di terreni liberi, un record che ci pone secondi in Italia per nuovo consumo di suolo nel 2022-2023. Continuare su questa strada significa aggravare i rischi idrogeologici, come abbiamo visto nei recenti eventi alluvionali, aumentare l’inquinamento con pericolose conseguenze per la salute e perdere preziose aree naturali. Ravenna in Comune intende invertire la rotta: l’ambiente deve tornare a essere un bene comune da tutelare, non una risorsa da sfruttare. Vogliamo una città che affronti la crisi climatica con coraggio, puntando sulla transizione ecologica, la rigenerazione urbana e la partecipazione dei cittadini nelle scelte ambientali. 

Un nodo centrale è rappresentato dalle infrastrutture energetiche previste sul territorio, in particolare il rigassificatore e i nuovi investimenti nelle fonti fossili. Ravenna in Comune si oppone fermamente alla costruzione del rigassificatore offshore e al progetto di deposito di CO₂, infrastrutture che rafforzano un modello energetico inquinante e superato, legato al gas e al fossile, in contraddizione con gli obiettivi di neutralità climatica e di uscita dal carbone. Questi impianti, oltre a essere ad alto impatto ambientale e potenzialmente pericolosi, rischiano di compromettere la salute pubblica, l’equilibrio del nostro ecosistema costiero e lo sviluppo di un’economia sostenibile. Riteniamo che ogni euro investito nel fossile sia un euro sottratto alle rinnovabili e alla riconversione ecologica dell’economia. Per questo Ravenna in Comune propone un netto cambio di rotta: stop a nuove infrastrutture fossili e pieno sostegno a energie pulite, comunità energetiche rinnovabili e creazione di lavoro verde. 

Proposte chiave per l’ambiente: 

  • Stop al consumo di suolo e rigenerazione urbana: moratoria su nuove lottizzazioni in aree verdi o agricole. Priorità al riuso di edifici esistenti e alla riqualificazione dei quartieri degradati. Ogni progetto urbanistico dovrà dimostrare “consumo di suolo zero”, privilegiando recupero e densificazione sostenibile. Ravenna ha già cementificato abbastanza. È il momento di dire basta alle cementificazioni speculative legate solo al profitto degli immobiliaristi (supermercati) 
  • Piano straordinario contro il rischio idrogeologico: investire subito in opere di messa in sicurezza e adattamento climatico. Pulizia e manutenzione costante di canali, fossi e argini fluviali; ripristino delle zone umide e delle valli come bacini naturali di laminazione delle piene. Creazione di un sistema di allerta e intervento rapido per emergenze meteo. Ogni euro speso in prevenzione evita tragedie come quelle recenti. 
  • Verde pubblico e infrastrutture verdi: Aumento significativo del verde urbano pro capite. Messa a dimora di migliaia di alberi nei prossimi anni (puntando a un “cinturone verde” attorno alla città e viali alberati nei quartieri) per assorbire CO₂ e mitigare il calore estivo. Creazione di parchi in ogni frazione e tutela rigorosa della Pineta di Classe e delle aree naturali costiere. Il verde non è arredo urbano, ma un’infrastruttura essenziale per la qualità della vita e la resilienza climatica. 
  • Energia sostenibile e comunità energetiche: Promuovere l’installazione di impianti da fonti rinnovabili su edifici pubblici e privati (fotovoltaico, solare termico, mini-eolico dove possibile), semplificando iter e offrendo incentivi comunali. Sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili tra cittadini, imprese e istituzioni locali, per condividere l’energia prodotta riducendo costi e emissioni. Ravenna, che in passato ha ospitato industrie petrolchimiche e trivellazioni off-shore, deve ora guidare la transizione energetica: diciamo no a nuovi pozzi di gas o petrolio in Adriatico e sì a progetti innovativi come parchi eolici off-shore e fotovoltaico galleggiante, coinvolgendo i lavoratori del settore fossile in percorsi di riconversione. 
  • Mobilità sostenibile e trasporto pubblico gratuito: Ridisegnare la mobilità urbana mettendo al centro pedoni, biciclette e trasporto pubblico. Estensione e messa in sicurezza della rete ciclabile cittadina e extraurbana, collegando tutte le frazioni e i lidi al centro con piste ciclabili protette. Potenziamento del trasporto pubblico locale con bus ecologici (elettrici o a idrogeno), aumentandone frequenza e capillarità. Intendiamo introdurre la graduale gratuità del trasporto pubblico urbano, almeno per determinate fasce (studenti, over 65, persone a basso reddito) inizialmente, con l’obiettivo di estenderla a tutti – misura già sperimentata con successo in altre città europee per ridurre il traffico e l’inquinamento. Più zone a traffico limitato e isole pedonali nei centri storici (Ravenna e frazioni), insieme a parcheggi scambiatori esterni. 
  • Aria, acqua e rifiuti come beni comuni: monitoraggio rigoroso della qualità dell’aria (anche vicino al porto e alle aree industriali) e piani di riduzione delle emissioni inquinanti attraverso accordi con industrie e Autorità Portuale. Salvaguardia della qualità delle acque: difesa del mare e delle nostre spiagge da sversamenti e inquinamento; potenziamento della depurazione e tolleranza zero per chi inquina. Gestione dei rifiuti orientata a “rifiuti zero”: più riciclo e riuso, sviluppo del compostaggio di comunità, centri per il riuso creativo e la riparazione, riduzione dell’usa-e-getta (a partire dagli eventi pubblici “plastic free”). L’acqua deve rimanere pubblica e accessibile: ci batteremo per tariffe agevolate alle famiglie in difficoltà e per la manutenzione della rete idrica contro gli sprechi. 
  • Tutela della costa e del mare: Un piano di difesa costiera concertato con Regione e altri Comuni rivieraschi, che preveda il ripascimento naturale delle spiagge erose, la tutela delle dune e la messa al bando di interventi edilizi insostenibili in riva al mare. Vogliamo un litorale sicuro e fruibile da tutti: più spiagge libere attrezzate e pulite, accessibili anche a persone con disabilità, che garantiscano i servizi essenziali. Valorizzare la risorsa mare in chiave ecologica: incentiveremo attività di pesca sostenibile, turismo naturalistico (birdwatching nel Parco del Delta, visite guidate eco-compatibili) anziché mega eventi impattanti. 

Lavoro

Dignità, diritti e sviluppo

Il lavoro è il cuore del nostro programma e la base di una società giusta. Oggi Ravenna presenta dati abbastanza positivi sul fronte occupazionale – il tasso di disoccupazione provinciale è sceso al 4,6%, fra i più bassi d’Italia – ma questa cifra nasconde diverse criticità. Disoccupazione giovanile e precarietà restano allarmanti: tra i giovani il tasso è in risalita (+2,6 punti), e moltissimi di loro trovano impieghi solo temporanei, stagionali o part-time involontari. Interi settori strategici per Ravenna – dal turismo balneare alla ristorazione, fino alla logistica portuale – si reggono su lavoro precario, sottopagato e spesso insicuro. È inaccettabile che nella nostra città i lavoratori debbano accontentarsi di salari da fame o contratti di poche settimane, magari dovendo scegliere tra diritti e occupazione. Inoltre, la sicurezza sul lavoro rimane una piaga aperta: Ravenna porta ancora le cicatrici di tragedie operaie (come il disastro Mecnavi al porto), e di tanti altri incidenti e ancora oggi la sicurezza sul lavoro resta un serio problema, aggravata dal sistema di subappalti e contratti precari. 

Riteniamo che il Comune debba essere in prima linea per garantire lavoro dignitoso per tutti, intervenendo sia con strumenti diretti (nelle politiche pubbliche e negli appalti) sia facendo pressione a livello regionale e nazionale per tutelare meglio i lavoratori. Vogliamo promuovere un nuovo modello di sviluppo locale che crei occupazione stabile, di qualità e rispettosa dei diritti, orientando l’economia verso la sostenibilità ambientale e sociale. Nessuno deve rimanere indietro: ogni cittadino ha diritto a un lavoro sicuro e valorizzante, e la comunità ha il dovere di liberare il lavoro dallo sfruttamento. 

Proposte chiave per il lavoro: 

  • Carta comunale per il “Lavoro Giusto”: Istituiremo una Carta dei Diritti del Lavoro di Ravenna, un protocollo d’intesa da sottoscrivere con sindacati e associazioni datoriali, che stabilisca standard minimi di tutela per tutti i lavoratori del territorio. Tra i punti: promozione dei contratti a tempo indeterminato, limitazione drastica dei contratti precari e degli appalti al massimo ribasso, rispetto rigoroso dei contratti collettivi nazionali (no a paghe inferiori ai minimi sindacali) e diritto alla rappresentanza sindacale sui luoghi di lavoro. Le aziende che aderiranno alla Carta saranno inserite in un elenco virtuoso e avranno corsie preferenziali in bandi e convenzioni comunali. 
  • Clausole sociali negli appalti pubblici: Il Comune deve dare il buon esempio come datore di lavoro indiretto. Inseriremo in tutti i bandi di gara clausole che vincolino le imprese appaltatrici a garantire contratti stabili e diritti ai propri addetti. Non sarà possibile aggiudicarsi lavori pubblici offrendo salari inadeguati: applicazione integrale del contratto collettivo, divieto di subappalto incontrollato, tutela dell’occupazione in caso di cambio appalto. Inoltre, introdurremo punteggi premianti per le aziende che assumono categorie svantaggiate (disoccupati di lungo periodo, over 50 espulsi dal mercato del lavoro, persone con disabilità). Il denaro pubblico deve creare lavoro di qualità, non precarietà. 
  • Osservatorio comunale su lavoro e sicurezza: Attiveremo un Osservatorio partecipato (Comune, Ispettorato del lavoro, AUSL, sindacati, associazioni di categoria) per monitorare costantemente la situazione lavorativa locale. L’Osservatorio raccoglierà dati su disoccupazione, precariato, infortuni sul lavoro e li renderà pubblici ogni anno, per individuare criticità e valutare l’efficacia delle politiche. Particolare attenzione alla sicurezza: promuoveremo una task force locale che affianchi gli organi ispettivi nazionali, con campagne nei cantieri, nel porto e nelle aziende a rischio, perché mai più Ravenna debba piangere vittime sul lavoro. 
  • Salario minimo e lotta al lavoro povero: Ci impegniamo a sostenere, anche in sede nazionale, l’introduzione di un salario minimo legale per tutti i lavoratori (almeno 10€ l’ora) come strumento di contrasto al lavoro povero. Nel frattempo, a livello locale incentiveremo accordi territoriali con le imprese per alzare le retribuzioni nei settori a bassa paga (turismo, servizi, agricoltura) utilizzando anche leve fiscali comunali: ad esempio, riduzione di tasse locali per chi adegua i salari a soglie dignitose. Vogliamo che nessuno si trovi a vivere, pur lavorando a tempo pieno, sotto la soglia di povertà. 
  • Sviluppo economico sostenibile e lavoro “verde”: orientare le scelte economiche cittadine verso settori innovativi e sostenibili che creino nuova occupazione qualificata. Collaborando con l’Università e i centri di ricerca, puntiamo su economia circolare, bioedilizia, energie rinnovabili, mobilità elettrica, cura del territorio e rigenerazione urbana come filiere dove formare e assumere i giovani ravennati. Attireremo start-up e imprese green offrendo spazi (incubatori in aree dismesse) e supporto burocratico, a patto che assumano localmente con contratti stabili. Ogni investimento pubblico dovrà valutare l’impatto occupazionale e ambientale: no ai progetti inquinanti e senza lavoro di qualità, sì a quelli che combinano posti di lavoro dignitosi e utilità sociale/ambientale. 
  • Tutela dei lavoratori portuali e della logistica: Il porto di Ravenna è un asset fondamentale, ma le condizioni di chi vi lavora devono migliorare. Ci batteremo affinché nel porto vengano limitati i subappalti a cascata e garantita la formazione continua in materia di sicurezza. Ravenna in Comune chiederà un Protocollo per il Lavoro Dignitoso nel Porto, coinvolgendo l’Autorità Portuale: obiettivo zero morti e infortuni, attraverso più controlli, rotazione meno frenetica dei turni, presidi medici in banchina e introduzione della clausola sociale nei cambi di appalto portuali. Il porto deve essere all’avanguardia anche nei diritti, non solo nella movimentazione merci. 
  • Valorizzazione del turismo senza sfruttamento: Il boom turistico degli ultimi anni (quasi 3 milioni di presenze nel 2024 a Ravenna) non può basarsi su lavoratori stagionali sottopagati. In accordo con gli operatori turistici lanceremo un marchio etico “Turismo di Qualità” per stabilimenti balneari, hotel e ristoranti che rispettino standard di buon lavoro (contratti regolari, no paghe in nero, giorni di riposo garantiti). Parallelamente, più ispezioni d’estate contro il lavoro nero sulle spiagge. Vogliamo un turismo che generi ricchezza diffusa e lavori sicuri, non nuove forme di sfruttamento sotto il sole. 
  • Sostegno a cooperative e imprese sociali: Favoriremo la nascita e lo sviluppo di cooperative di lavoratori, imprese sociali e start-up di giovani che perseguano obiettivi sociali o ambientali. Attraverso un sportello lavoro dedicato, il Comune offrirà assistenza per formazione, accesso al microcredito e bandi regionali/nazionali. Ad esempio, cooperative di comunità per la manutenzione del verde, la gestione di beni comuni (es. biblioteche, centri culturali) o per servizi di cura alla persona: queste realtà creano occupazione radicata sul territorio e senso di appartenenza. Il Comune potrà affidare alcuni servizi pubblici a tali soggetti attraverso convenzioni, garantendo così sia la qualità del servizio sia la stabilità dei lavoratori impiegati. 
  • Formazione e politiche attive per il lavoro: Nessuno deve essere lasciato solo nella transizione lavorativa. In collaborazione con la Regione, attiveremo corsi di formazione professionale gratuiti nei settori dove c’è richiesta di personale (dalla cura degli anziani alla programmazione software, dalla manutenzione degli impianti elettrici alle lingue per il turismo). Creeremo un Centro per l’Impiego Comunale integrativo, che segua personalmente disoccupati e NEET (giovani che non studiano né lavorano) offrendo orientamento, tirocini di qualità (vietati quelli gratuiti) e incentivi alle aziende che assumono under 30 a tempo indeterminato. Obiettivo: piena occupazione locale, soprattutto giovanile e femminile, nell’arco del mandato.

Cultura: conoscenza, bene comune e partecipazione culturale 

Ravenna è universalmente nota per la sua straordinaria eredità storica, artistica e culturale. Siamo la città dei mosaici, con ben 8 monumenti Patrimonio UNESCO, e negli ultimi anni abbiamo visto crescere il flusso di visitatori dall’Italia e dal mondo. Questo potenziale culturale e turistico va certamente valorizzato, ma con uno sguardo diverso: non vogliamo che la cultura sia considerata solo come vetrina o volano economico, bensì come un diritto di cittadinanza e un collante della nostra comunità. Negli anni scorsi l’amministrazione si è concentrata molto sugli eventi e sul richiamo turistico (spettacoli, festival, grandi mostre) – scelte che hanno portato risultati, ma è mancata un’attenzione alla cultura come processo dal basso, come pratica diffusa tra i cittadini. Mancano spazi e occasioni perché i ravennati, soprattutto i giovani, siano produttori e non solo spettatori di cultura. Mancano spazi di produzione culturale per i giovani: il Comune deve investire risorse nella creazione di spazi pubblici gratuiti e autogestiti, dove gli adolescenti possano sperimentare passioni, cultura, arte, sport, senza essere controllati, né monetizzati. Crediamo in una cultura viva, partecipata, che coinvolga attivamente le nuove generazioni e tutti i settori della popolazione, incluse le fasce più marginali. Inoltre, intendiamo tutelare e diffondere il patrimonio culturale di Ravenna come bene comune: significa garantirne l’accessibilità a tutti (nessuno escluso per ragioni economiche, sociali o fisiche) e la conservazione per le future generazioni, anteponendo questo obiettivo a qualsiasi logica di profitto privato. Cultura, educazione e conoscenza devono essere strumenti di emancipazione e coesione sociale, non privilegi per pochi. Ravenna in Comune si impegna a mettere in rete le energie migliori – istituzioni, associazioni, scuole, artisti – per costruire una città in cui la cultura sia ovunque: non solo nei teatri e nei musei ma anche nelle strade e parchi, nei quartieri, nei circoli. 

Proposte chiave per la cultura: 

  • Cultura accessibile e gratuita per tutti: Aumenteremo le risorse comunali destinate alla cultura, vincolandone una quota importante a progetti di accessibilità. Vogliamo ampliare gli orari delle biblioteche rionali e potenziare il servizio bibliobus per raggiungere anche le frazioni distanti. Istituiremo un “Pass Cultura Ravenna” che garantisca ingressi gratuiti o a prezzo simbolico nei musei civici e nei siti culturali comunali per residenti a basso reddito, disoccupati, famiglie numerose. Almeno una domenica al mese tutti i musei e monumenti comunali saranno ad ingresso gratuito per i residenti, per rafforzare il legame tra cittadini e patrimonio locale. La cultura deve essere inclusiva: abbatteremo le barriere economiche (biglietti troppo cari) e anche quelle architettoniche, con un piano per l’accessibilità dei luoghi culturali a persone con disabilità. 
  • Spazi ai giovani e alle associazioni culturali: Ravenna in Comune si impegna a creare nuovi spazi pubblici autogestiti per attività culturali e creative giovanili. Recupereremo immobili comunali inutilizzati convertendoli in centri polifunzionali dove gruppi di ragazzi possano liberamente organizzare concerti, laboratori artistici, sale prova musicali, co-working creativo, senza dover pagare affitti insostenibili. Vogliamo replicare esperienze positive di coworking culturale e centri giovanili autogestiti: luoghi aperti, senza eccessiva burocrazia, dove fioriscano idee dal basso. Inoltre, stipuleremo patti di collaborazione con le associazioni culturali e i circoli per utilizzare spazi comunali (aule, cortili di scuole fuori orario, sale civiche) per attività culturali diffuse nei quartieri. Una città viva ha un’associazione in ogni quartiere e spazi in cui riunirsi e fare attività culturali come teatro, suonare, fare cineforum. Il Comune deve facilitare tutto ciò. 
  • Decentramento culturale e identità dei luoghi: La nostra cultura non si esaurisce nel centro storico patrimonio UNESCO; anche le periferie, le frazioni e i lidi hanno storie e tradizioni da valorizzare. Istituiremo una rete di “centri civici culturali” in ogni zona: piccoli poli dove organizzare mostre fotografiche sulla memoria locale, incontri con autori, corsi (dalla lingua italiana per stranieri ai dialetti romagnoli, dal teatro di quartiere all’educazione digitale per anziani). Ogni anno lanceremo un bando “La cultura sotto casa” per finanziare micro-progetti culturali proposti da comitati di quartiere o associazioni nelle aree fuori dal centro. Inoltre, promuoveremo festival diffusi: ad esempio una Notte Bianca delle Frazioni in cui simultaneamente ogni località organizza eventi artistici, dando visibilità a tutto il territorio comunale e non solo al salotto buono del centro città. 
  • Valorizzazione del patrimonio artistico e storico: Continueremo a tutelare scrupolosamente i monumenti, i musei e gli istituti culturali ravennati, ma con un approccio partecipativo. Intendiamo creare un Consiglio Culturale Cittadino, assemblea consultiva aperta ad esperti, operatori culturali e cittadini interessati, per discutere le scelte strategiche: dalle mostre da allestire alle candidature a eventi internazionali (Ravenna ha ambito al titolo di Capitale della Cultura e può riprovarci). Vogliamo inoltre stringere accordi con il Ministero e l’Opera di Religione affinché il vasto patrimonio UNESCO (San Vitale, Galla Placidia, Sant’Apollinare, ecc.) sia sempre più fruibile congiuntamente ai musei comunali attraverso biglietti unici e percorsi integrati. Investiremo nella manutenzione programmata di monumenti e siti archeologici per prevenire degrado e chiusure improvvise. Il patrimonio deve vivere: maggior coinvolgimento di giovani storici dell’arte e archeologi locali come guide, rievocazioni storiche in costume, laboratori didattici per studenti di Ravenna direttamente nei luoghi d’arte. 
  • Ravenna città che legge e produce cultura: consolidare Ravenna come polo culturale significa non solo ospitare eventi, ma anche produrre contenuti originali. Sosterremo il Ravenna Festival e le altre manifestazioni di punta (dal Festival dei Mosaici al Nightmare Fest) assicurando però che abbiano ricadute sul tessuto locale: obbligo di coinvolgere artisti e maestranze del territorio, spettacoli gratuiti nelle periferie a fianco di quelli a pagamento, trasparenza nei biglietti omaggio per favorire l’accesso di tutti. Rilanceremo il ruolo delle biblioteche come centri propulsori: più iniziative di promozione della lettura nelle scuole, presentazioni di libri (anche nelle librerie indipendenti da sostenere) e magari l’apertura di una Libreria Comunale sociale dove trovare testi a prezzi calmierati o scambiare libri usati. Incentiveremo la nascita di residenze artistiche a Ravenna (teatro, danza, arti visive) offrendo spazi comunali a artisti in cambio di workshop gratuiti per cittadini. 
  • Cultura digitale e innovazione: La creatività passa anche dal digitale e dalle nuove tecnologie. Allestiremo in città un FAB-Lab pubblico (laboratorio di fabbricazione digitale) dove giovani maker possano accedere a stampanti 3D, strumenti per coding, ecc., favorendo l’apprendimento informale di competenze STEM. Supporteremo la realizzazione di un archivio digitale partecipato della memoria ravennate (foto storiche, documenti, video interviste agli anziani) da rendere disponibile online come patrimonio collettivo. Inoltre, estenderemo il WiFi pubblico gratuito nelle piazze e nei parchi per facilitare lo studio, il lavoro e l’accesso all’informazione di tutti i cittadini, specialmente i più giovani. 
  • Eventi culturali come momenti di coesione: La cultura deve anche favorire l’incontro tra diverse comunità. Istituiremo un calendario annuale di eventi interculturali (festival delle comunità straniere presenti a Ravenna, giornate dedicate alle culture Romagna/Mediterraneo/Europa dell’Est/Asia etc., rassegne di cinema internazionale) per far conoscere e dialogare le varie anime della città. Allo stesso modo, sosterremo eventi che promuovano i valori antifascisti, di pace e solidarietà propri della nostra storia locale: dalla celebrazione della Resistenza e della Liberazione, a iniziative per la pace e il dialogo interreligioso. La cultura sarà il terreno su cui costruire comprensione e comunità. 
  • Diritti dei lavoratori della cultura: spesso chi ci fa godere di uno spettacolo o tiene aperto un museo vive di contratti precari. Nel nostro programma di assunzioni pubbliche, prevediamo di stabilizzare progressivamente gli operatori culturali precari delle istituzioni comunali (musei, biblioteche, teatri) riconoscendo il valore professionale di chi da anni svolge questi servizi. Inoltre, utilizzeremo il peso del Comune per esigere che nei grandi eventi finanziati con denaro pubblico gli artisti e i tecnici siano equamente retribuiti (stop a bandi che chiedono performance gratuite “per visibilità”). La creatività e l’arte sono lavoro a tutti gli effetti: come tali, meritano compensi giusti e continuità.

Coesione Sociale: nessuno resti indietro 

Una città solidale si misura dalla capacità di non lasciare indietro i più deboli. A Ravenna, pur in un contesto socio-economico relativamente favorito, esistono sacche di povertà e disagio che la crisi pandemica prima, e la crisi inflattiva poi, hanno allargato. Gli indicatori sociali degli ultimi anni suonano un campanello d’allarme: secondo i dati a disposizione, le persone che chiedono aiuto per necessità primarie sono aumentate notevolmente. La povertà è presente anche qui ed emergono nuove fragilità: l’emergenza abitativa (affitti costosi, sfratti per morosità in aumento), la solitudine degli anziani, le difficoltà di integrazione per migranti e rifugiati (arrivati in numero crescente dalle aree di conflitto). La drammatica alluvione del 2023 ha ulteriormente colpito chi era già in condizioni precarie, ampliando le difficoltà dal forese alla città

Di fronte a questo scenario, Ravenna in Comune crede che sia necessario un deciso cambio di passo: serve un Comune che torni a investire sul welfare, che consideri la coesione sociale una priorità al pari delle opere pubbliche, perché senza equità e solidarietà non c’è vera sicurezza né sviluppo duraturo. Il nostro approccio mette al centro la redistribuzione e i diritti sociali: vogliamo ridurre le disuguaglianze supportando chi ha meno, garantendo servizi pubblici universali di qualità (dalla scuola all’assistenza) e promuovendo la partecipazione diretta dei cittadini nelle politiche sociali. Una comunità coesa è anche più sicura e più vivibile: preferiamo prevenire il disagio (povertà, devianza, emarginazione) con la presa in carico collettiva, anziché rincorrere l’emergenza con misure repressive o caritative estemporanee. Proponiamo dunque un rafforzamento deciso dei servizi sociali comunali e una serie di iniziative mirate a costruire una Ravenna dove ogni persona si senta parte di una comunità che si prende cura di ognuno

Proposte chiave per la coesione sociale: 

  • Piano anti-povertà e sostegno al reddito: istituiremo un Fondo Straordinario di Solidarietà Comunale per integrare le misure nazionali di contrasto alla povertà. In concreto, il Comune erogherà contributi economici d’emergenza a famiglie e persone in gravi difficoltà (bollette non pagate, spese mediche urgenti, minori a carico) attraverso bandi trimestrali semplificati, in collaborazione con le associazioni. Inoltre, attiveremo uno Sportello Reddito per assistere chi ha diritto ai sussidi statali (Assegno Unico, Reddito di Cittadinanza o sue evoluzioni) affinché nessuno rinunci a richiederlo per difficoltà burocratiche. Nel bilancio comunale prevedremo ogni anno risorse ad hoc per assicurare beni essenziali (ad esempio distribuzione di kit scuola per bambini di famiglie indigenti, buoni spesa alimentari in caso di necessità). L’obiettivo è azzerare la povertà assoluta a Ravenna, facendo in modo che tutti abbiano un tetto, cibo quotidiano e accesso alle cure. 
  • Diritto alla casa e politiche abitative: Affrontare l’emergenza casa con decisione. Proponiamo di avviare la costruzione e il recupero, anche attraverso progetti di risanamento e autocostruzione che coinvolgano i destinatari, di almeno 500 alloggi di edilizia residenziale pubblica entro fine mandato, sfruttando anche i finanziamenti del PNRR e regionali: case popolari energeticamente efficienti, destinate a giovani precari, famiglie monoreddito, anziani soli. Mappatura e recupero degli immobili sfitti o abbandonati: il Comune acquisirà, tramite accordi, edifici inutilizzati per ristrutturarli e assegnarli in affitto calmierato. Introduzione dell’agenzia comunale per l’affitto: un servizio che fa da intermediario garantito tra piccoli proprietari e inquilini a basso reddito, offrendo incentivi fiscali ai proprietari che accettano di affittare a canone concordato. Questo permetterà di calmierare il mercato degli affitti, oggi proibitivi in alcune zone. Inoltre, nessuno deve finire in strada: rafforzeremo il servizio di mediazione anti-sfratto, aiutando gli inquilini morosi incolpevoli a trovare accordi coi proprietari (con il Comune pronto a contribuire economicamente ai debiti accumulati, in cambio del mantenimento dell’affitto). Per le situazioni di emergenza estrema, realizzeremo strutture abitative temporanee dignitose (non dormitori sovraffollati, ma mini-appartamenti o co-housing assistiti) dove accogliere famiglie sfrattate in attesa di sistemazione stabile. La casa è un diritto fondamentale: Ravenna in Comune metterà in campo tutti gli strumenti per garantirlo. 
  • Welfare di prossimità e potenziamento dei servizi sociali Una riforma del servizio sociale è necessaria, a partire da un coordinamento efficace che metta in rete tutti i servizi e non costringa il cittadino a doversi recare presso vari enti che non comunicano adeguatamente tra loro; aumenteremo il personale dei servizi sociali comunali (assistenti sociali, educatori di strada, mediatori culturali) per poter seguire più da vicino le situazioni di disagio in ogni quartiere. Ogni unità di decentramento comunale avrà uno sportello sociale aperto almeno un giorno a settimana, così che i cittadini non debbano sempre recarsi in centro per chiedere aiuto o informazioni. Istituiremo figure di “custodi sociali di quartiere”: operatori che conoscono il territorio e fungono da antenne, segnalando anziani soli da assistere, casi di povertà nascosta, conflitti di vicinato da mediare. Rafforzeremo la rete delle Empori Solidali (che forniscono alimenti e beni gratuiti per chi ha bisogno) supportandone l’approvvigionamento insieme alla grande distribuzione. Inoltre, lanceremo un progetto di bilancio partecipativo dedicato al sociale: ogni anno una quota del bilancio sarà destinata a progetti proposti direttamente da cittadini e associazioni per migliorare la coesione (ad esempio creare un centro polifunzionale in una zona scoperta, avviare un servizio di doposcuola popolare, ecc.). La democrazia partecipativa applicata al welfare garantirà interventi mirati dove la comunità sente più il bisogno.  E’ necessario ampliare l’assistenza di bassa soglia: i posti letto in dormitorio sono altamente insufficienti rispetto al bisogno, e l’offerta, minima, non è diversificata rispetto alle esigenze di persone che hanno situazioni diverse da prendere in carico che vanno considerate nell’accoglienza della persona (patologie, presenza di animali di affezione, invalidità, minori, dipendenze e disturbi psichiatrici ad esempio). I posti letto nei dormitori destinati alle donne sono pochissimi (8 in tutta la città) ed è necessario che venga attivata una struttura di bassa soglia femminile. Promoveremo a Ravenna la nascita delle Cucine popolari, un luogo dove le persone più in difficoltà possono non solo avere un pasto caldo ma anche la possibilità di scambi sociali. 
  • Integrazione e diritti per i nuovi cittadini: Ravenna è storicamente terra di accoglienza e oggi ospita migliaia di persone originarie di altri paesi. Vogliamo costruire una città realmente interculturale. Innanzitutto, potenzieremo i corsi di italiano gratuiti per stranieri, aprendo nuovi punti di insegnamento diffusi (anche serali, presso scuole e centri civici) e formando volontari tutor madrelingua italiana. Creeremo uno Sportello Unico Immigrazione Comunale che aiuti i nuovi cittadini in tutte le pratiche (permessi, ricongiungimenti, accesso a sanità e scuola) e fornisca mediatori culturali per comunicare con gli uffici pubblici. Garantiremo la piena accoglienza per i rifugiati: alloggio dignitoso, corsi di formazione professionale e progetti di volontariato civico per favorire l’inserimento. Collaboreremo con le comunità di migranti per organizzare eventi interculturali (come citato nella sezione cultura) e campagne antidiscriminazione. Inoltre, promuoveremo la cittadinanza attiva degli stranieri residenti: chiederemo che venga istituita la Consulta Comunale dei Nuovi Cittadini dove i rappresentanti delle varie comunità possano dialogare con l’amministrazione, e sosterremo la battaglia per il diritto di voto amministrativo ai residenti stranieri. In una Ravenna davvero coesa, non ci sono cittadini di serie B. 
  • Una città a misura di bambini e anziani: La coesione sociale passa anche dal prendersi cura delle generazioni più fragili. Per i bambini: ci impegniamo ad azzerare le liste d’attesa negli asili nido, aumentando posti convenzionati e assumendo personale educativo, perché ogni famiglia che lo desidera possa accedere a servizi per la prima infanzia. Introdurremo gradualmente la gratuità del nido per i redditi medio-bassi, seguendo l’esempio di altri comuni virtuosi, e rafforzeremo i servizi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e genitori). Investiremo nelle scuole dell’obbligo con progetti extra-curriculari pomeridiani gratuiti (arte, sport, lingua) nelle scuole dei quartieri più disagiati, per combattere la dispersione scolastica e offrire opportunità educative a tutti. Per gli anziani: espanderemo il servizio di assistenza domiciliare (aiuto in casa, consegna pasti, accompagnamento visite mediche) così da permettere a più persone anziane di rimanere nella propria abitazione evitando ricoveri in strutture. Apriremo nuovi centri di socializzazione per anziani nelle frazioni, dove organizzare attività ricreative, corsi di ginnastica dolce, momenti di incontro fra generazioni (portando ad esempio nelle case di riposo i bambini delle scuole per laboratori comuni). Lotteremo contro la solitudine con iniziative come il telefono amico comunale e progetti di vicinato solidale (abbinare volontari a singoli anziani soli). Una comunità coesa è quella in cui nonni e nipoti trovano spazi per stare insieme in sicurezza e serenità. 
  • Salute e benessere per tutti: Pur non avendo il Comune competenza diretta sulla sanità (che è regionale), ci faremo portavoce presso l’AUSL delle esigenze del territorio. Ci batteremo per mantenere e migliorare i servizi dell’Ospedale Santa Maria delle Croci, evitando qualsiasi ipotesi di taglio di reparti e anzi chiedendo potenziamento di Pronto Soccorso e personale (Ravenna non deve più avere tempi di attesa critici). Sosterremo le Case della Salute in tutte le principali località (centri sanitari territoriali con medici di base, pediatri, specialisti ambulatoriali) per avvicinare l’assistenza ai cittadini ed evitare il congestionamento dell’ospedale. Particolare impegno sul fronte salute mentale e dipendenze: aumentare i progetti di prevenzione nelle scuole e finanziare centri di ascolto per giovani con disagio psicologico, perché il post-pandemia ha lasciato strascichi di sofferenza spesso silenziosa. 
  • Scuola pubblica: salute, dignità del lavoro e contrasto alla dispersione La scuola è uno dei pilastri fondamentali di una comunità giusta e coesa. Ravenna in Comune considera l’istruzione pubblica un diritto irrinunciabile e un investimento prioritario. Proponiamo l’istituzione di un presidio fisso per la salute psicologica dei ragazzi in ogni plesso scolastico, con la presenza stabile di psicologi scolastici e psicologi di istituto, in collaborazione con l’AUSL. Dopo anni di isolamento e disagio post-pandemico, è urgente rispondere al malessere diffuso tra gli studenti con strutture adeguate e supporto professionale continuo. Il Comune dovrà investire, insieme alle scuole e all’AUSL, in progetti strutturali contro la dispersione scolastica e l’isolamento sociale, con particolare attenzione ai quartieri e alle famiglie più in difficoltà. Parallelamente, riteniamo indispensabile vigilare sulle condizioni di lavoro di chi opera nella scuola pubblica attraverso cooperative esterne, spesso con salari bassi, contratti instabili e scarse tutele. Ci impegniamo a promuovere clausole sociali nei contratti comunali che garantiscano diritti, equità retributiva e sicurezza per tutti i lavoratori della scuola, educatori, collaboratori, personale ausiliario e operatori culturali. Nessuna scuola di qualità è possibile senza il rispetto e la valorizzazione di chi ogni giorno la fa vivere
  • Il comune deve promuovere la salute e l’educazione a stili di vita sani (sport per tutti nei parchi, campagne contro l’abuso di alcool e gioco d’azzardo, alimentazione salutare nelle scuole, anche nella fornitura di macchinette erogatrici e bar scolastici). La salute è un diritto e una responsabilità collettiva: Ravenna deve garantirlo come bene comune. 
  • Sicurezza sociale e legalità democratica: La sicurezza urbana per noi si costruisce innanzitutto con la sicurezza sociale – ossia meno emarginazione, più inclusione. Un quartiere illuminato, curato e vissuto da una comunità solidale è il miglior deterrente al crimine. Investiremo quindi in illuminazione pubblica efficiente nelle zone buie, riqualificazione delle aree degradate (parchi, stazioni) e progetti sociali per coinvolgere i giovani a rischio. Rafforzeremo la Polizia Locale nel ruolo di prossimità: vigili di quartiere formati per mediare conflitti e conoscere le realtà locali. Collaboreremo strettamente con le forze dell’ordine statali per contrastare davvero fenomeni come lo spaccio, ma rifiutiamo derive di militarizzazione dello spazio pubblico, tantomeno recinzioni per chiudere gli spazi verdi: telecamere e agenti servono, ma non bastano se non c’è comunità. Vogliamo anche una Ravenna immune da infiltrazioni mafiose: attiveremo uno Sportello per la Legalità dove cittadini e imprenditori possano segnalare tentativi di usura o racket, in collegamento con le associazioni antimafia. Trasparenza totale negli appalti comunali e formazione ai dipendenti per riconoscere possibili red flag di illegalità. Una città più equa e unita è anche una città più sicura. 
  • Partecipazione democratica e bilancio trasparente: La coesione nasce dal sentirsi parte attiva della comunità. Oltre alle misure già citate (bilancio partecipativo sociale, consulte dei migranti, ecc.), vogliamo introdurre strumenti permanenti di democrazia diretta e partecipativa. Ripristineremo e potenzieremo i Consigli Territoriali (organi di partecipazione di quartiere) dando loro reali poteri consultivi sulle scelte urbanistiche e sui servizi locali, e piccole dotazioni finanziarie per iniziative autonome. Istituiremo l’Agenda Pubblica del Sindaco e degli Assessori online, perché i cittadini sappiano con chi dialoga l’amministrazione (massima trasparenza contro lobby occulte). Pubblicheremo in formato aperto tutti i dati significativi del Comune (Open Data) e renderemo comprensibile a tutti il bilancio comunale, spiegando come vengono spesi i soldi pubblici quartiere per quartiere. Inoltre, avvieremo percorsi partecipativi per le decisioni strategiche: prima di ogni grande opera o piano urbanistico, assemblee pubbliche deliberative per raccogliere bisogni e proposte. Crediamo che le persone, se coinvolte davvero, sappiano elaborare soluzioni migliori e generare quel capitale sociale indispensabile a una Ravenna solidale. 

 

  • SPORT POPOLARE : lo sport popolare accessibile a tutti ormai non esiste più da tanto tempo ; agonismo, competizione finalizzata al solo risultato, palestre solo private e per questo non a tutti accessibili, pochi investimenti a favore delle strutture pubbliche destinate allo sport di base. Lo sport non viene più visto come salute, confronto, socialità ed è da anni che il governo locale della nostra città vede lo sport solo come business, come veicolo per portare più turisti a Ravenna. Ravenna in Comune vuole invertire questa tendenza perché il Pubblico deve pensare solo allo sport popolare a tutti accessibile mentre saranno i Privati a dover pensare a come monetizzare gli avvenimenti sportivi più importanti. Centri di ritrovo sportivo di quartiere, utilizzo dei parchi pubblici già attrezzati per organizzare corsi di educazione fisico-motoria per tutti, giochi e competizioni fra ragazzi anche fra quartieri diversi, tutto per favorire lo sport popolare perché tutti hanno diritto a fare sport in sicurezza e gratuitamente sempre sotto l’occhio vigile di tecnici del settore. 

In conclusione, Ravenna in Comune presenta un programma ambizioso ma concreto, costruito ascoltando il territorio e ispirato ai valori della sinistra. Ambiente, lavoro, cultura e coesione sociale sono capitoli di un unico disegno: fare di Ravenna una città sostenibile, inclusiva e partecipata, dove lo sviluppo non sia misurato solo dai numeri economici ma dal benessere diffuso e dall’uguaglianza. Per ogni proposta indicata, vogliamo mettere in moto processi democratici che coinvolgano cittadini, comitati e organizzazioni: nessuna riforma calata dall’alto, ma un cammino da fare insieme. Giustizia sociale, solidarietà e tutela dei beni comuni non sono slogan per noi, ma impegni quotidiani. Con il vostro sostegno, possiamo realizzare questo programma e piantare insieme i semi di un futuro migliore per Ravenna – un futuro in cui davvero nessuno resti indietro.       

Ravenna pubblica e sostenibile (in progress)

Ravenna in Comune