IL FESTIVAL D’ORGANO DI SAN VITALE, OVVERO CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

Quest’anno il più antico Festival d’Organo italiano (ed uno dei più longevi a livello europeo), il Festival Internazionale di Musica d’Organo di San Vitale, sarebbe giunto alla 64esima edizione. Ma la Curia Arcivescovile e l’Opera di Religione hanno deciso di cancellarlo. Lo hanno fatto in completa autonomia e senza dare notizia di aver consultato le Istituzioni cittadine, nonostante l’importanza che il festival riveste sia sotto il profilo culturale che economico e turistico per il nostro territorio. Ed anche senza tener conto del fatto che l’organo di San Vitale, che gli artisti internazionali hanno suonato durante il Festival, è stato fatto realizzare appositamente per il Festival nel 1960 dalla Provincia di Ravenna, che ne è proprietaria, e alla Diocesi è stato affidato proprio perché venisse proseguito l’utilizzo che ha giustificato l’acquisto.

Da quando è stata data la notizia le Istituzioni cittadine non hanno mosso un dito per porvi rimedio. Né hanno dato comunicazione di averci quanto meno provato. Come se la cosa non riguardasse la nostra collettività ma fosse una faccenda privata nella quale non intromettersi è opportuno. Non è così, invece: il Festival Internazionale di Musica d’Organo di San Vitale è bene comune che andava salvaguardato. Ma a Ravenna la cultura è faccenda gestita privatamente. La cittadinanza non deve intromettersi. Poco importa che una petizione appositamente lanciata abbia in poco tempo superato le 700 sottoscrizioni proprio per domandare l’opposto.

Ravenna in Comune ha chiesto immediatamente un intervento dell’Amministrazione Comunale. Non ci è stata data alcuna risposta. Come sempre avviene del resto. Le richieste sgradite, a differenza dei complimenti untuosi, non sono apprezzate dal centrosinistra. Ma nemmeno il centrodestra, bisogna dirlo forte, ha sollevato obiezioni. Di fatto c’è un’idea di cultura condivisa al di là degli schieramenti che ne fa una roba da spartizione invece che una gioia da condividere. Non possiamo accettare che tutto ciò continui, che gli spazi vengano negati o elargiti come mancetta, che chi prova a fare qualcosa fuori dal coro riceva pronta visita della municipale, che solo chi dichiara amicizia al potente di turno possa fare cultura. Per tornare a lottare contro tutto questo Ravenna in Comune si presenta alle prossime elezioni comunali con la propria candidata Sindaca Marisa Iannucci. Per una idea diversa di cultura, veramente pubblica, candidiamo Elena Sartori, che per oltre venti anni ha diretto una eccellenza internazionalmente riconosciuta come il Festival d’Organo di San Vitale, al Consiglio Comunale di Ravenna. Ci è sembrato perciò naturale invitarla ad esprimere le sue considerazioni su quanto accaduto. Le riportiamo di seguito.

[nell’immagine: la nostra candidata a Consigliera Comunale, Elena Sartori]

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Il Festival d’Organo di San Vitale, ovvero cronaca di una morte annunciata

Di Elena Sartori

Può un Festival di 6 concerti d’organo diventare un caso politico? Sì, se alla titolarità organizzativa di questo Festival sono potenzialmente legati molti soldi.

Il Ministero della Cultura eroga finanziamenti importanti ai Festival di lunga tradizione, tenendo quindi in gran conto la storicità, la continuità e il numero di edizioni di una manifestazione ai fini dell’erogazione di contributi. Stando ai bilanci depositati in Ministero, fino al 2002 la Polifonica disponeva, per organizzare i 6 concerti d’Organo di San Vitale, di un contributo ministeriale da Roma di 275.000 euro, cui si aggiungevano altri 15.000 euro erogati in convenzione dal Comune di Ravenna.

Quando, nel 2004, il Direttore Artistico del Festival Andrea Berardi mi chiede di subentrargli e prendere il suo posto, il Ministero ci chiude la convenzione, il contributo dell’Amministrazione ravennate scende da 15.000 a 10.000 euro e rimane l’unica voce di finanziamento pubblico su cui la Polifonica può contare.

Non è stato sempre divertente organizzare i concerti d’organo a San Vitale. Ci siamo sentiti mortificati e trattati senza rispetto; siamo rimasti chiusi al buio in Basilica per una notte intera, senza che nessuno rispondesse alle nostre richieste di aiuto; più volte abbiamo dovuto restituire al pubblico i soldi del biglietto perché la corrente elettrica saltava continuamente rendendo impossibile arrivare alla fine del concerto (abbiamo poi verificato che il salvavita del termocompressore dell’organo era stato manomesso e tarato a 35°, temperatura facilmente raggiungibile in agosto..).

Passano gli anni, il canone di concessione della Basilica costa sempre di più, il contributo finanziario dell’Amministrazione scende a 7.000 poi a 6.000 e poi a 5.000 euro. I soci della Polifonica si indebitano personalmente per permettere il prosieguo di un Festival la cui prerogativa è sempre stata presentare a Ravenna i concertisti professionisti più famosi ed affermati del mondo…e questo ha naturalmente dei costi.

Nel maggio 2016 Ravenna Festival sembra rispondere positivamente ai ripetuti, pubblici appelli della Polifonica e apre un tavolo di lavoro avente la finalità di salvare il futuro del prestigioso Festival d’Organo di San Vitale. In un incontro politico tenutosi il 20 novembre di quell’anno nell’ufficio dell’Assessore alla Cultura Elsa Signorino, il Sovrintendente Antonio De Rosa mi presenta una proposta concreta: se la Polifonica cede la titolarità dei concerti d’Organo alla Fondazione Ravenna Manifestazioni, la kermesse entrerà a tutti gli effetti e stabilmente a far parte del cartellone di Ravenna Festival, e per me sarà individuata una carica di Direzione Artistica nello staff della Fondazione. Fedele alla consegna, al termine del Festival d’Organo 2017 io fornisco alla segretaria del Sovrintendente tutta la documentazione utile per rendicontare l’edizione appena conclusa e ottenere dal Ministero i finanziamenti corrispondenti. Quanto alla promessa di una continuità per questa collaborazione e di un incarico per me nello staff della Fondazione Ravenna Manifestazioni, non ho mai avuto più notizie.

Dal 2018 al 2022 si svolgono le edizioni più sofferte e difficili dello storico Festival di San Vitale: il Covid impone restrizioni allo svolgimento dei concerti, e io investo personalmente in tecnologie e collaboratori che ci permettono di realizzare in live streaming, con grande successo, 12 concerti in connessione con le grandi capitali della cultura organistica d’Europa.

Il colpo di grazia all’antica kermesse organistica ravennate arriva però il 23 giugno 2022, quando la Curia Arcivescovile annuncia la nascita di un nuovo Festival d’organo che si terrà in San Vitale esattamente nello stesso periodo in cui, da 63 anni, la Polifonica organizza faticosamente la propria storica rassegna.

Da quel momento, nei mesi di luglio agosto, in San Vitale si verifica una situazione del tutto anomala. Da una parte una storica Associazione di Promozione Sociale di Volontariato che tiene duro, con pochissimi finanziamenti, per riuscire a portare a Ravenna i nomi più prestigiosi del panorama organistico mondiale. Dall’altra, in concorrenza diretta, una cordata di 4 Istituzioni ricche e potenti alleate tra loro: una Curia Arcivescovile e 3 Conservatori di Stato (Ravenna, Cesena e Ferrara), che non hanno spese perché fanno suonare studenti della Scuola e possono coprire le spese organizzative attingendo facilmente ai Fondi d’Istituto previsti dall’AFAM.

La Polifonica non cede e, nonostante tutto, anche nel 2024 mette a segno un Festival partecipato, ricco di pubblico entusiasta, di concertisti internazionali e di spettatori da tutto il mondo. Per gli storici detrattori di Elena Sartori questo è evidentemente troppo: il 13 settembre 2024 ricevo dalla Curia una lettera dai toni liquidatori, dove mi si revoca – per ragioni che rimangono ancora oggi poco chiare- la concessione della Basilica di San Vitale per organizzare concerti, ma anche del Duomo e anche delle altre Basiliche ravennati.

Lo confesso, vivo con disagio in una “cultura” dove fidarsi equivale a passare per fessi, dove “i toni” che usi sono più importanti dell’onestà delle cose che dici e della sostanza delle cose che fai, dove il diritto è scavalcato regolarmente dalla legge del più forte. Mi consolo ancora una volta riascoltando le parole che mette in musica il divin Claudio Monteverdi nell’Incoronazione di Poppea: “chi ragione non ha, cerca pretesti”.

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Dopo 64 anni il festival internazionale di musica d’organo di San Vitale non si farà

Lo scorso settembre, la Curia arcivescovile aveva revocato alla Polifonica la concessione della basilica

Fonte: Ravenna & Dintorni del 3 aprile 2025

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