Come in genere ci capita di fare la domenica, occupiamo queste pagine con riflessioni che ci portano lontano da Ravenna. Dunque, sebbene qualcuno potrebbe collegare alcune delle (o magari tutte le) cose che diremo alla dimensione locale, vale specialmente in questo caso quell’avvertenza che compare in alcune opere di finzione: “Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale”. Il disclaimer va tenuto a mente tutte le volte che i fatti e le persone sembrano riguardare l’ambiente politico ravennate.
A metà degli anni “70 del secolo scorso, lo storico dell’economia Carlo Maria Cipolla elaborò le cosiddette Leggi fondamentali della stupidità umana. Il saggio, originariamente scritto in inglese, venne pubblicato in lingua italiana solo alla fine degli anni “80 sotto il titolo Allegro ma non troppo. A partire da ciò proponiamo di analizzare l’area politica della sinistra italiana secondo le categorie elaborate da Cipolla. Quando impieghiamo il termine “sinistra”, va doverosamente precisato, non accogliamo la deriva giornalistica che, in maniera molto approssimativa (e un po’ furbetta) estende il concetto a qualunque individuo o collettività che tale si autodefinisca indipendentemente dai contenuti del progetto politico dichiaratamente perseguito. Di seguito il termine “sinistra” sarà applicato solamente a coloro che, almeno a parole, si dicono fautori di una società che cerca di distribuire in maniera uguale tra i suoi componenti il benessere che produce. I fautori del laisser faire, della mano invisibile del mercato, e delle varie declinazioni di società che accrescono le ricchezze di una ristretta minoranza a spese della maggioranza dei suoi componenti non possono, secondo questa definizione, essere ricondotti alla “sinistra”. In pratica, applicheremo il termine così come è stato considerato normale impiegarlo durante tutto il secolo scorso. A quell’amorfo artificiale rassemblement di ex democristiani, comunisti pentiti e opportunisti vari chiamato Partito Democratico, perciò, il termine non si confà.
Tornando a Cipolla, la prima categoria di individui a cui guarda è quella degli sprovveduti. Si tratta di coloro che prendono l’iniziativa di un’azione dalla quale si troveranno a ricavare un danno, arrecando al contempo un beneficio ad altri. Sono sprovveduti, si badi bene, non altruisti. Per gli altruisti è un beneficio anche il danno che gli altri ritengono si siano da soli procurati. Infatti il risultato di apparente danno da questi ultimi raggiunto è consapevolmente ricercato per il bene comune. Gli sprovveduti, invece, vorrebbero tanto ottenere per loro, come individui o come partito o come movimento, il beneficio, ma sbagliano i calcoli, ottengono così una perdita e portano un vantaggio imprevisto a chi non progettavano di concederlo. La recente storia della sinistra conta innumerevoli esempi di sprovveduti. Gli sprovveduti sono ovviamente un prezioso alleato degli avversari della sinistra che godono dei benefici da loro immeritatamente ricevuti.
La categoria dei banditi è occupata da quegli individui che, pur aggirandosi nell’area di sinistra, da soli o in forma organizzata complottano con piena consapevolezza per causare ad altri un danno al fine di ottenerne un beneficio. Si badi bene che parliamo di banditi, non di eroi. Non c’è un qualche miglioramento per la generalità degli appartenenti alle classi dei non privilegiati nel loro obiettivo. Dunque il danno lo arrecano, volontariamente, ad altri singoli o ad altre formazioni della sinistra per portare un vantaggio esclusivamente a sé stessi. I banditi perfetti, ossia coloro che procurano a sé stessi guadagni maggiori delle perdite che causano agli altri, alla fin fine qualche miglioramento, seppure ingiusto e selettivo, guardando alla sinistra nel suo complesso, lo porterebbero. Come Cipolla fa notare, però, questi disonesti con un elevato grado di intelligenza in genere non sono molto numerosi. Per esperienza, anzi, si può tranquillamente concludere che tutti i banditi di sinistra con le loro azioni si procurano vantaggi di gran lunga inferiori alle perdite causate al resto della sinistra. Anche loro, dunque, sono particolarmente cari agli avversari della sinistra.
La categoria più temuta dagli avversari della sinistra è ovviamente quella che Cipolla chiama degli intelligenti. Si tratta di quanti operano per portare un vantaggio sia a sé stessi, come individui e come gruppo, che al resto della sinistra complessivamente. Proprio per il loro obiettivo trovano negli avversari della sinistra un ostacolo importante. Tuttavia non è l’unico e nemmeno il più temibile. Infatti gli intelligenti di sinistra sanno di doversi confrontare con i loro avversari dichiarati e possono prevederne mosse e contromosse, per quanto siano enormemente impari le risorse dell’una e dell’altra parte.
Il loro avversario più pericoloso è invece rappresentato dalla quarta categoria individuata da Cipolla, cioè quella degli stupidi. Gli stupidi di sinistra, come persone o gruppi organizzati, causano un danno al resto della sinistra senza al contempo conseguire alcun vantaggio o, addirittura, subendo delle perdite. Nessuno sa, capisce o può spiegare perché fanno quello che fanno. Infatti non c’è spiegazione – o meglio – c’è una sola spiegazione: sono stupidi! La loro stupidità li rende però imprevedibili e dunque ne fa un avversario centomila volta più pericoloso degli avversari razionali della sinistra.
Una legge fondamentale che ne trae Cipolla è questa: “Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore”. Per quanto riguarda la nostra parte politica, dunque, gli stupidi di sinistra sono l’avversario più pericoloso che esista. Infatti, il corollario è che lo stupido di sinistra è molto più pericoloso del bandito di sinistra.
Cipolla, malauguratamente, analizzato il quadro sociale non fornisce però soluzioni per non soccombere agli stupidi. O alle stupide, ovviamente, perché la stupidità, anche a sinistra, non è prerogativa esclusivamente maschile. Cipolla ci dà però, almeno, degli indizi per cogliere proprio attraverso la stupidità le prospettive della sinistra. Ci dice così che bisogna guardare a due elementi. La sinistra è da considerarsi in grave difficoltà quando:
- la sinistra nel suo insieme consente a stupidi e stupide una possibilità di agire sproporzionata rispetto alla loro consistenza;
- si constata tra i non stupidi e le non stupide un aumento relativo dei banditi e degli sprovveduti di sinistra con elementi di stupidità.
Non c’è dubbio che sia proprio questa la fotografia della sinistra nel 2025.
Non si potranno cambiare le cose nella società, dunque, senza risolvere i problemi di stupidità della sinistra. Ma, come detto, tutto ciò non riguarda la sinistra di Ravenna. O, forse, solo un po’…
#Ravenna #RavennainComune #amministrative2025
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Le leggi fondamentali della stupidità umana
di Carlo Maria Cipolla
Fonte: Allegro ma non troppo, Bologna 1988