DIFESA SI’ MA DALL’ALLUVIONE

Ieri avevamo di nuovo l’acqua sotto le nostre case. Evacuazioni hanno interessato Santerno e Ammonite, Mezzano, Glorie, Borgo Masotti, Torri, Grattacoppa, Conventello e San Romualdo. In Provincia evacuazioni anche a Bagnacavallo, a Brisighella e a Faenza dove il Sindaco Isola ha parlato di “quantità d’acqua inimmaginabile” per la piena storica del Lamone. Sino alla mezzanotte di oggi è in vigore l’allerta meteo rossa per criticità idraulica. Sono chiuse tutte le scuole e l’Università, i centri diurni, gli impianti sportivi, i mercati, i cimiteri. Sono stati riallestiti punti di accoglienza. In poche parole, è scattata una nuova emergenza per l’alluvione.

Apparentemente c’entra poco con tutto questo, ma sempre oggi si riunisce in piazza del Popolo, a Roma, il centrosinistra a sostegno di una Unione Europea in armi. Non ci si può prendere in giro raccontando che la piazza romana sia stata convocata per qualcos’altro. Magari qualcuno (come dichiarato da Verdi e Sinistra Italiana) parteciperà portandosi dietro la bandiera arcobaleno, tanto per confondere le idee. Ma nessun dubbio è possibile: “Qui o si fa l’Europa o si muore” è lo slogan con cui Michele Serra ha lanciato la manifestazione dalle pagine di uno dei giornali più atlantisti e guerrafondai d’Italia, Repubblica, di proprietà di quegli Elkann-Agnelli che con il settore difesa rimpinguano i bilanci. L’Unione Europea, saltando a piè pari il proprio Parlamento (che comunque avrebbe votato a favore come dimostrato con l’approvazione della risoluzione su Libro bianco della difesa), si avvolge nella bandiera del ReArmEu. Gli 800 miliardi di debito già chiesti da Mario Draghi sono diventati la missione del nuovo mandato di Ursula Von der Leyen per spingere gli Stati membri a comprare più armi. Quei “tagli di spesa” e quella “riduzione automatica del deficit” pretesi da Draghi nella famosa lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Berlusconi il 5 agosto 2011 assieme a Jean-Claude Trichet, ossia l’allora subentrante e l’allora in scadenza Presidente della Banca Europea, non valgono più per il settore difesa. I tagli valgono ancora invece per servizi pubblici, pensioni, welfare e tutto quanto è stato con fatica e lotte conquistato dai non privilegiati nella seconda metà dello scorso secolo e che ancora, stentatamente, stanno in piedi. A sostegno di questa idea di Europa si schiera chi ha deciso di partecipare, dal PD al PRI, dagli altri centristi ad AVS, dai sindacati confederali a Legambiente, ecc. ecc.

Avevamo scritto domenica scorsa: “Non si possono tenere su separati binari le misure repressive dall’instaurazione di una politica di guerra in Italia ed in Europa. Appare evidente dallo svolgimento dei fatti come il ceto dominante, anche in Italia ed in Europa, si uniformi a quell’apparato finanziario-militare-industriale al potere negli Stati Uniti. Da una parte ci si attrezza per spegnere sul nascere manu militari qualunque contestazione. Dall’altra c’è chi prova ad organizzare un consenso dietro a questo disegno. Si inserisce in quest’ultimo disegno la manifestazione a favore di un’Unione Europea delle armi e delle armate che sabato prossimo, 15 marzo, si svolgerà a Roma”. Per questo non abbiamo mai nutrito dubbi o indecisioni riguardo ad una nostra eventuale partecipazione: “non ci starà Ravenna in Comune. E se sono i Sindaci delle città amministrate dal PD ad organizzare il consenso alla guerra, è urgente portare il dissenso per questo gioco di guerra fin dentro le Istituzioni locali ravennati. Anche per questo chiediamo alla cittadinanza il voto alle prossime elezioni comunali. Un voto per stare fuori dalla guerra”.

Noi oggi siamo e restiamo a Ravenna in piena emergenza da alluvione. È la fragilità del nostro territorio l’emergenza, non i rischi di una presunta invasione di cosacchi da est. Se c’è un pericolo da cui guardarci è quello di un aumento degli armamenti in circolazione. Se c’è un obiettivo da raggiungere è quello di smettere di salire ai piani alti delle case quando piove. Se c’è un modo giusto per affrontare la crisi climatica e gli eventi eccezionali che si susseguono ordinariamente è quello di investire sulla difesa del territorio. Ma non da eserciti nemici che sono solo nell’immaginazione di chi oggi manifesta a sostegno di ReArmEu. Il nemico sono le cementificazioni, le mancate manutenzioni idrauliche, l’abbandono della montagna, le emissioni fossili. Per contrastare tutto questo gli investimenti sono indispensabili. Girare soldi alle fabbriche d’armi e a chi specula sulla pelle delle nostre concittadine e concittadini, invece, non va fatto. Dovrebbe far scandalo vedere un ex Sindaco del PD, che tesse l’elogio di un’impresa ravennate, A.ST.I.M, che ha abbandonato il settore della nautica civile per far soldi con le commesse pubbliche del riarmo. Certo spiega abbondantemente perché il PD e chi ci gira intorno è favorevole al riarmo e perché le industrie d’armamenti siano favorevoli al PD e a chi ci gira intorno.

Ravenna in Comune chiede il voto per vigilare anche in Consiglio Comunale che le risorse vadano alla difesa del territorio invece di festeggiare quando sono dirottate al settore della difesa.

[nelle immagini: a sx il Lamone in piena senza difesa; a dx la manifestazione per finanziare il settore difesa]

#RavennainComune #Ravenna #IannucciSindaca #amministrative2025 #ReArmEu #alluvione

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Maltempo Ravenna, evacuazione totale per Santerno e Ammonite

Fonte: Corriere Romagna del 14 marzo 2025

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Una piazza per l’Europa

Fonte: la Repubblica del 27 febbraio 2025

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