Le prossime elezioni per individuare chi siederà nel Consiglio Comunale di Ravenna si terranno il 25 e il 26 maggio. Lo ha deciso ieri il Governo dando di fatto inizio alla campagna elettorale anche nel nostro Comune. Sulla scheda vi saranno quattro proposte per la sostituzione di Michele de Pascale che, dopo aver più volte garantito che avrebbe completato il mandato, è invece saltato sul primo treno che è partito per Bologna dopo le dimissioni di Bonaccini. Sono stati indicati tre uomini e una donna.
Il PD ha indicato il proprio segretario provinciale, Alessandro Barattoni. Non una scelta particolarmente originale visto che aveva fatto la stessa cosa con de Pascale, anche lui segretario provinciale del PD. Ha garantito continuità con le politiche di de Pascale eppure tutti i partiti e partitini che lo sostengono raccontano mirabilie che stanno solo nelle loro teste. Come è possibile, ad esempio, che si realizzi quel contrasto alle cementificazioni di cui parlano gli ambientalisti che invitano a votare un candidato che è espressione della lobby dei lottizzatori? Oppure, altro esempio, che si mettano finalmente al centro quegli interessi dei lavoratori da parte di un candidato convintamente sostenuto dai poteri finanziari e industriali locali, insomma dai padroni?
Il centrodestra presenta due facce della stessa medaglia. In una c’è la versione più giovane, Nicola Grandi, e nell’altra quella più matura, Alvaro Ancisi. Compari di avventura nella stessa compagine politica, lista per Ravenna, per molti anni, si sono separati ma senza crederci nemmeno troppo. «È un percorso elettorale che facciamo su strade parallele. Siamo divisi al primo turno, pronti ad unirci poi in caso di ballottaggio» dice Grandi e Ancisi non lo smentisce. Sostengono di rappresentare l’alternativa al centrosinistra ma il centrodestra propone esattamente la stessa ricetta economica, convintamente liberista, e lo stesso orientamento, atlantista guerrafondaio, del centrosinistra.
Dunque si potrà votare Ancisi, Barattoni o Grandi, in ordine alfabetico, e nella sostanza poco cambierà. Oppure si potrà votare per una donna, Marisa Iannucci. Una persona capace di cui Ravenna in Comune riconobbe già le qualità candidandola alle elezioni del 2016. Allora come consigliera. Oggi è la nostra candidata sindaca. Il suo profilo non è quello di un segretario di partito abituato a vivere in quel mondo parallelo abitato dai politici di potere. Non è nemmeno quello di una persona che da quasi 60 anni occupa uno scranno consiliare. E nemmeno quello di un clone di Ancisi caratterizzato più che altro dall’essersi stufato di aspettare una successione che non arrivava mai. Il profilo di Marisa è quello di una donna che conosce il mondo che si candida a rappresentare perché lo abita. Che si preoccupa da un quarto di secolo delle necessità concrete di chi vive a Ravenna: dalla casa al lavoro, dai diritti alla cultura, insomma dei bisogni e degli interessi reali delle persone in carne e ossa. Li conosce e li riconosce per averli attraversati nel suo lavoro quotidiano o in quello dell’attività del volontariato. Non se li deve immaginare attraverso il racconto che se ne fa nei salotti del potere. Marisa Iannucci, la nostra candidata, la candidata di Ravenna in Comune, è la sola alternativa alla promessa di continuità rappresentata dagli altri. L’unica valida alternativa al solito andazzo che la cittadinanza troverà sulla scheda elettorale.
#RavennainComune #Ravenna #IannucciSindaca #amministrative2025
_________________________
Elezioni comunali a Ravenna: ecco quando si vota il nuovo sindaco