13 MARZO DI LOTTA E PROTESTA

Il 13 marzo 1987 a Ravenna 13 operai persero la vita a bordo della nave Elisabetta Montanari, durante lavori di manutenzione. Questo tragico evento, che ha segnato profondamente la storia del lavoro nel porto di Ravenna, deve ricordarci che la sicurezza sul lavoro resta una questione irrisolta, aggravata da un diffuso ricorso a subappalti e contratti precari, fattori che oggi rendono ancora più vulnerabili i lavoratori portuali.

Le recenti statistiche regionali evidenziano un aumento degli infortuni, soprattutto nel settore del trasporto e della logistica, dove la frammentazione delle responsabilità e il coordinamento debole tra le aziende subappaltatrici hanno determinato condizioni lavorative insicure. Incidenti mortali e gravi infortuni, come quelli occorsi negli ultimi anni in diverse aree del porto, sottolineano la necessità di interventi strutturali e normativi. I dati degli ultimi anni evidenziano un aumento degli incidenti e degli infortuni, perciò è urgente e necessario ripensare l’attuale modello di gestione dei subappalti e l’organizzazione del lavoro nel porto di Ravenna. L’uso estensivo dei subappalti ha creato catene di responsabilità non sempre lineari e contratti precari, che indeboliscono i livelli di formazione e la sicurezza dei lavoratori. La precarietà, unita alla mancanza di standard omogenei, genera un ambiente in cui anche un singolo errore può avere conseguenze drammatiche, in un contesto che espone a rischi mortali.

Si chiede il rafforzamento delle norme di sicurezza, con controlli più frequenti e mirati, che non lascino spazio a compromessi sulla vita dei lavoratori. L’applicazione integrale dei contratti collettivi di settore per tutti i lavoratori impiegati in appalti e subappalti, per garantire pari diritti e condizioni dignitose. Una revisione delle procedure operative che tiene conto delle specificità del lavoro portuale, con l’obiettivo di prevenire incidenti e infortuni anche attraverso interventi strutturali e tecnologici.

Il ricordo della tragedia Mecnavi non può essere solo un momento di commemorazione, ma deve trasformarsi in un impegno concreto per il presente e il futuro. La memoria di quei 13 operai che persero la vita ci impone di lottare ogni giorno affinché il lavoro non sia più sinonimo di pericolo, ma diventi sinonimo di sicurezza, dignità e giustizia per tutti i lavoratori delle strutture portuali italiane, a partire da Ravenna.

Questo anniversario si fa portavoce di un messaggio di protesta contro l’ingiustizia e l’inerzia politica: è necessario un cambiamento radicale, che metta al centro la tutela dei lavoratori, la legalità e la sicurezza sul lavoro. Solo attraverso un impegno condiviso e una collaborazione tra istituzioni, sindacati e comunità locali il porto di Ravenna può essere un ambiente di lavoro sicuro.

Questo comunicato vuole essere un invito all’azione, per onorare la memoria dei lavoratori caduti e per promuovere una cultura della sicurezza e della dignità sul lavoro in tutte le strutture portuali italiane, a partire da Ravenna.

Marisa Iannucci

Candidata Sindaca per Ravenna in Comune

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38 anni fa la tragedia alla Mecnavi

Si tratta di uno dei più gravi incidenti sul lavoro nella storia d’Italia. 13 le vittime di un incendio scoppiato nella nave gassiera Montanari

Fonte: TGR Emilia Romagna del 13 marzo 2025

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